l'ABC del novizio: Il senso del Mare.

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    Dino

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    Ultimo appuntamento della serie ABC dedicati ai novizi, composta dai seguenti Tutorial:

    1). SURFCASTING: preparazione e pianificazione di una sessione di pesca;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=76553272)
    2). l'ABC del novizio: I sistemi pescanti;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=76621938)
    3). l'ABC del novizio: Gli ami;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=76666938)
    4). l'ABC del novizio: I pesci del surfcasting;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=76693798)
    5). l'ABC del novizio: Le esche;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=76798105)
    6). l'ABC del novizio: Strategie e analisi degli errori più comuni;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=78445633)
    7). l'ABC del novizio: I settori del surf;
    (link di riferimento: https://surfcasting.forumfree.it/?t=78517435)
    8). l'ABC del novizio: Il Senso del mare.


    Quest’ultimo argomento che ci apprestiamo ad esaminare è il congiungimento di tutti quelli precedenti finora pubblicati. È lo step finale di un percorso quindi, che analizza le motivazioni e mette a nudo le debolezze che sono dentro di noi, un’analisi a tutto tondo, per alcuni aspetti dura e severa, che inevitabilmente farà riflettere ciascuno di noi sulle reali motivazioni che ci hanno portato sino a qua.

    “Senso del Mare”.
    Senso del mare: una frase che racchiude in sé un sapore magico, evoca pensieri lontani e ci porta indietro nel tempo.
    Inevitabilmente, la nostra mente corre ai tempi di quando eravamo bambini, le prime volte che abbiamo avuto il contatto diretto il mare soprattutto d’estate, e con esso la gioia, il divertimento e la spensieratezza che solo i bambini con i loro sogni possono avere.
    Il primo legame forte con il Mare quindi, che poi proseguirà negli anni a venire, a pesca con il padre o il nonno, poi da ragazzi e adulti canna in mano, davanti a quel mare agitato e alla sua maestosità, la magia di lanciare un amo nel profondo blu, fino a stabilire questo legame indissolubile che per molti di noi non andrà più via.
    Pensateci bene, a chi di noi non si è accesa la lampadina quando seduti sul bagnasciuga ci siamo accorti che muovendo la sabbia i pesci si avvicinavano incuriositi? Quante volte andavamo alla ricerca delle mormorette nel sottoriva? Se non erano presenti subito iniziavamo la loro ricerca, dapprima con lo sguardo osservando l’ambiente circostante, dopo con l’intuito ricercandole nei paraggi.

    Il nostro “Senso del Mare” è nato proprio così, inconsciamente.
    Osservazione, intuito, ricerca …. queste sensazioni hanno avuto origine in questo modo, sin dai primi timidi approcci.

    Con il passare degli anni oggi è un qualcosa di più, un insieme di emozioni che vanno dalla preparazione della prossima uscita sin dall’inizio della settimana, prosegue quando arriviamo e ci troviamo di fronte alla mareggiata, il viso sferzato dal vento, dalla salsedine e magari dalla pioggia gelida, raggiunge il culmine con la cattura della preda, il premio del Mare come riconoscimento per la nostra dedizione.

    Ma come nelle belle favole, non tutto è oro che luccica, prima di donarsi completamente il Mare chiede rispetto, pretende impegno, a questo traguardo ci si arriva dopo un lungo lavoro fatto di dedizione e tanti sacrifici.

    Molti di voi che siete agli inizi vi sarete chiesti il perché dei risultati che non arrivano subito.
    Eppure siete super convinti di essere nel posto giusto, magari negli stessi luoghi dove nei giorni precedenti sono state fatte delle belle catture, credete di avere le esche migliori perché lo avete letto da qualche parte, oppure vi è stato consigliato, magari con l’esca miracolosa che agli altri ha permesso la cattura di tanti pesci.
    Peccato che quando andate voi di quei pesci non c’è proprio traccia.

    Vi domandate mai il perché?

    Perché in mare, e soprattutto in spiaggia, tutto ha una spiegazione logica, ivi compreso lo spostamento dei pesci alla ricerca del cibo.
    Si spostano seguendo una logica alimentare che si tramandano da secoli, l’hanno impressa nel DNA e se siete arrivati fin qui dovreste saperlo bene in quanto avete seguito tutto il discorso teorico della serie ABC e poi messo in pratica quanto avete appreso ma, perché c’è sempre un ma, come succede spesso nella vita di tutti i giorni allo studio c’è chi preferisce le scorciatoie, ed il dare ascolto ai cattivi consigli è una di queste vie brevi.
    È già in questa primissima fase che c’è la prima selezione naturale, chi opta per queste scelte “comode”, e sono tanti, sarà destinato a delusioni cocenti sin dalle primissime uscite.
    Ma il Mare è un giudice spietato, non fa sconti e non guarda in faccia a nessuno, mette a nudo le nostre fragilità, soprattutto mentali, che in questo contesto si manifestano da subito con i risultati che non arrivano, si passa allo scoraggiamento e poi alle delusioni crescenti, il passo successivo è il ricorso ai mercatini dell’usato, che da queste situazioni hanno di che vivere quotidianamente.
    Le scorciatoie quindi, non danno alcun vantaggio, è lo studio che ci fa crescere e che ci fa andare avanti con le proprie forze. Copiare dagli altri non ci aiuta a crescere nella vita quotidiana e a maggior ragione in questa disciplina specifica che, contrariamente a quando si potrebbe pensare, è un hobby individuale.
    Colui con il quale dobbiamo confrontarci non è il compagno o il vicino di pesca, il nostro confronto è con il Mare. È con lui che dobbiamo misurarci, con le nostre capacità ed i nostri limiti, e sottolineo limiti perché le nostre debolezze dovremo superarle da soli, si cade ma soprattutto ci si rialza.
    Riuscire a prendere un pesce dal suo elemento e sapere quando e in quale condizione prenderlo, è questa la vera sfida.

    Sentirsi dentro il “senso del mare” significa quindi avere capacità individuali proprie e l’osservazione, l’atteggiamento mentale, l’intuito, l’istinto sono le principali qualità che compongono queste capacità.

    Vediamole insieme.

    L’osservazione.
    È la prima qualità di cui è composta la nostra capacità individuale.
    Osservazione e atteggiamento mentale hanno un ruolo di primissimo piano nella sessione di pesca. Intanto perché sono le prime qualità che in spiaggia devono mettere in pratica tutta la teoria dei vari ABC fin qui recepita, che l’abbiamo memorizzata e ora ci appare mentalmente come tanti flashback (frangente, punte, canali, buche, anse).
    All’osservazione è pertanto demandato l’importante ruolo di recepire tutto quello che notiamo, da quando arriviamo sul luogo di pesca e poi durante l’intera sessione, raccogliere mentalmente questi segnali e metterli in pratica. Una vedetta quindi, la nostra torre di avvistamento di ogni segnale che proviene dal mare e dall’ambiente.
    L’osservazione di tutto l’ambiente che ci circonda è un input, tanti fotogrammi stampati nella mente che poi diventano output e cioè in trasformazione delle decisioni, a partire dalla scelta della giusta postazione in primis, e a seguire tutto quello che avviene durante la battuta.
    Trascurare o ignorare uno di questi segnali può avere effetti che influiranno negativamente durante la battuta.

    L’atteggiamento mentale.
    Dell’atteggiamento mentale ne abbiamo parlato nei precedenti Tutorial ABC ed anche più volte in uno specifico 3D in Area Tecnica (Tecnica del surfcasting: quale strategia adottereste su questo spot?).
    È un componente fondamentale, e tra tutte le qualità io lo reputo sicuramente il più importante insieme all’osservazione, con cui lavora in stretta sinergia.
    Nella pesca l’atteggiamento mentale è un mix di componenti di qualità come l’intelligenza, l’acume, l’essere pazienti, l’essere propositivi.
    Ad esso è demandato il compito di mettere in pratica quanto osserviamo, deve accompagnare lo scer a seguire passo passo l’evoluzione della mareggiata, che è bene ricordare non è mai statica ed è diversa da spiaggia a spiaggia, e adattarsi ad ogni minimo segnale che il mare manda.
    Ascoltare il mare e il suo respiro, imparare ad ascoltarlo e percepirlo. Attraverso di esso, il suo rumore bianco, il mare ci comunica il suo stato e c’è un determinato momento della mareggiata, quando le correnti sono perfettamente bilanciate, in cui il mare appunto, respira. È in quel momento che il mare ci sta dando un grande segnale.
    L’atteggiamento mentale è la componente che più delle altre è soggetta a fenomeni di disturbo da altri fattori.
    Questi sono lo stress fisico e mentale, la svogliatezza e la monotonia soprattutto agli inizi, che sono in parte mitigati dall’entusiasmo, e poi successivamente, quando i risultati tardano ad arrivare e subentrano le delusioni e poi lo scoramento, sempre lì pronti a prendere il sopravento dei più deboli.
    Bisogna essere consapevoli che le difficoltà saranno parte integrante di ogni sessione di pesca, soprattutto all’inizio, e l’atteggiamento mentale è di fondamentale importanza per affrontare i problemi che si incontreranno, lasciarsi sopraffare da questi eventi diventa cattiva abitudine dalla quale è poi risulterà difficile staccarsi.
    Altresì dobbiamo focalizzarci sulle buone abitudini; esse saranno parte del nostro bagaglio di esperienza. Si creeranno meccanismi ed azioni proattive che ci faranno compiere le azioni giuste nel momento giusto.
    È importante quindi mantenere sempre un atteggiamento positivo, spesso accade che la sessione di pesca si risolve in dieci minuti, magari dopo 10-12 o più ore passate senza vedere una toccata.
    Bisogna crederci ed essere costanti. Senza la costanza di andare a pesca, quel senso del mare acquisito, possiamo correre il rischio di fare qualche passo indietro. Quella sintonia con il mare che si è creata dalla frequenza, deve essere mantenuta e bisogna perseverare quando capita di non ottenere un risultato.
    Saper affrontare e risolvere le problematiche quindi aiuta a mantenere un giusto equilibrio e aiuta ad accrescere il proprio bagaglio di esperienza.
    Il risultato prima o poi arriverà. E arriverà quando abbiamo stabilito una comunicazione con il mare e abbiamo preso parte a questo fenomeno che si ripete da millenni. Partire dal risultato vuol dire focalizzarsi su quanto di buono si è intuito o è stato fatto. Bisogna fermarsi e ragionare, chiudere per un attimo gli occhi.
    Se non si riesce a vedere le cose nella propria mente, non si possono creare azioni per renderle realtà. L’insieme di azioni fatte bene, portano alla tanto attesa ricompensa. Al tanto atteso premio.

    L’istinto e l’intuito.
    Tra tutte, queste sono le due qualità che hanno meno bisogno di presentazioni.
    Il perché è presto detto: fanno parte del nostro DNA che ci è stato tramandato sin dall’alba dei tempi dai nostri antenati.
    La necessità di sopravvivenza ha imposto all’Uomo di procacciarsi il cibo, l’abilità, l’istinto e l’intuito hanno avuto la massima espressione con la caccia prima e con la pesca dopo.
    Fortunatamente oggi i tempi sono cambiati, istinto e intuito sono qualità sempre presenti in ognuno di noi ma è diverso il contesto in cui vengono utilizzati, che può essere una competizione o una sessione di pesca con gli amici oppure ancora in solitario.
    Oggi l’istinto a pesca è rappresentato da impulsi che ci spingono a mettere in pratica comportamenti dettati da stimoli e sensazioni, per esempio se ad un momento di mangianza frenetico segue un momento di calma totale, improvvisa, l’intuito ci suggerisce la presenza di un predatore in caccia, l’istinto la ricerca del predatore con una canna dedicata, oppure ancora delle bollate, il passaggio di grufolatori etc.
    Istinto ed intuito sono parte integrante del nostro codice genetico, è importante che ciascuno di noi impari a sfruttare al meglio queste qualità, e per farlo occorrerà metterci la faccia sempre, usare la propria testa anche a costo di sbagliare.

    Fin qui abbiamo illustrato le principali qualità che dovrebbe avere un valido scer.
    Ma perché uno scer deve essere considerato tale non basta avere le qualità di cui abbiamo appena discusso, ci sono altre caratteristiche non meno importanti che meritano di essere esaminate, lo sono senz’altro per quanto riguarda il completamento della propria persona.

    Il rispetto.
    Ogni bravo pescatore non può prescindere da qualsiasi forma di rispetto.
    Rispetto per il mare, rispetto per le prede, rispetto per l’ambiente, rispetto per i suoi simili.
    È strano che ancora oggi si parli di queste cose, il rispetto è una componente della nostra educazione e ci aspettiamo che tutti lo mettessero in pratica senza tanti richiami, ma purtroppo sappiamo bene che le cose non stanno propriamente così. Gli incivili sono indifferenti a qualsiasi forma di sensibilizzazione, i loro bisogni vengono prima di qualsiasi cosa. Sempre più frequentemente assistiamo a fenomeni di bracconaggio, inquinamento, prelievo di specie sottomisura, foto di stragi immotivate e senza senso che nulla hanno a che vedere con l’etica di questa disciplina.

    Il bagaglio tecnico.
    Ricordate che abbiamo accennato al fatto che il surf è una disciplina individuale? Ecco, questo è uno degli altri motivi per il quale va considerato tale.
    Il bagaglio tecnico è composto dalle nostre capacità, nel caso specifico comprende lo studio dei fenomeni atmosferici, la conoscenza della spiaggia e dei suoi fenomeni, la conoscenza e abitudini dei pesci, la conoscenza comprende anche l’attrezzatura, i materiali di costruzione e le tecniche di lancio ma non solo. Tanta, tanta roba quindi che si acquisisce soltanto nel tempo.
    È il valore aggiunto delle nostre sensazioni di cui sopra, un componente importante con cui lavora a stretto contatto con esse. Se le nostre sensazioni sono la mente, il bagaglio tecnico è il nostro braccio, colui che grazie alle conoscenze trasforma in pratica le nostre sensazioni.
    Tutti coloro che si approcciano a questa disciplina senza le giuste capacità saranno destinati a risultati scadenti, frutto di pura casualità. Lanciare un piombo ed un’esca in mezzo a quella grande distesa d’acqua che abbiamo davanti senza sapere come, dove e perché porterà a risultati deludenti che poi avranno influenza nefasta sull’atteggiamento mentale.
    Il bagaglio tecnico è solo ed esclusivamente farina del vostro sacco.

    I luoghi comuni.
    Qui ci addentriamo in un tema spinoso, un terreno sempre fertile alimentato da informazioni e notizie spesso fantasiose, che poi danno origine a convinzioni che nel tempo si assumono come dati di fatto.
    Come in altre discipline, anche nel surfcasting la casistica è piuttosto ampia, si va dall’esca miracolosa alla canna dalle proprietà magiche capace di regalare i 150 metri con il semplice sguardo, dal luogo segreto al presunto colpo di fortuna etc etc..
    Ogni esca ha una sua efficacia più o meno accentuata a seconda del luogo, così come ci sono esche generiche che hanno una resa più o meno costante dappertutto.
    La canna dalle proprietà magiche esiste solo nella mente di chi ci crede e contrariamente a quanto si pensa, purtroppo sempre più spesso, non è l’attrezzatura che fa grande un pescatore.
    I posti segreti e miracolosi albergano nelle convinzioni dei creduloni. Chi in spiaggia ci va per davvero sa che ci sono sicuramente esche e attrezzature che se opportunamente sfruttate sono capaci di regalare belle soddisfazioni, come sa che alla base di tutto non ci sono i luoghi comuni ma c’è lo studio e la sua fase di apprendimento, teoria e pratica della disciplina, quindi impegno e dedizione.
    Anche per il famoso colpo di fortuna, il fattore C, è importante porsi sempre delle domande, solo dopo che non avremo risposte alle nostre domande possiamo veramente dire che è stata davvero una cattura dovuta alla fortuna.
    Se il vostro vicino di pesca appena arrivato prende un pesce e magari voi siete lì da tante ore senza aver preso nulla, prima di attribuire al suo fondoschiena doti magiche e miracolose bisogna porsi delle domande e chiedersi il perché di quella cattura.
    Ad esempio: si trovava nel posto giusto al momento giusto? magari ha avuto una lettura della spiaggia corretta associandola ad una determinata esca e calamento,
    E voi, eravate veramente consapevoli di fare le cose giuste in quel momento? Vi siete chiesti se fuori pesca eravate voi anziché lui?

    Voglio raccontare un aneddoto che tra l’altro è capitato non molto tempo fa.
    Insieme ad un amico del forum siamo usciti per una sessione di pesca invernale. Un sabato di dicembre con una bella mareggiata in corso, e che secondo le previsioni sarebbe diventata scaduta nel corso della notte.
    Arrivati sul luogo di pesca abbiamo notato una nutrita presenza di pescatori, dovuta ad una manifestazione agonistica importante, con lunghi tratti di spiaggia occupati.
    Abbiamo perciò deciso di cercarci un punto poco battuto e la scelta è capitata giocoforza su uno dei pochi tratti liberi, non semplice da affrontare per la presenza massiccia di alghe in movimento e in riva. Contemporaneamente a noi sono arrivati alcuni partecipanti di questa manifestazione e di comune accordo con il mio amico abbiamo deciso di far andare avanti loro, per permettergli di poter pescare al meglio.
    Giunti in spiaggia ci ha sorpreso non poco la scelta di questo gruppo, che hanno optato per un tratto alla destra dove la corrente portava le alghe dentro un canale perpendicolare accumulandole in grandi quantità sino a riva, e fino a quel momento senza alcuna uscita mentre davanti a noi si presentava un settore pulito con settori ben delineati, per poi sporcarsi di nuovo dalle alghe alla sinistra, dove c’era in pesca un ragazzo.
    Per farla breve, trascorsa una mezz’ora io ed il mio amico abbiamo tirato fuori due orate, nel mentre il ragazzo alla mia sinistra avendo notato la situazione si è avvicinato e dopo le presentazioni di rito ci ha fatto notare che secondo lui queste due catture ravvicinate erano tutto merito della dea bendata, visto che era in pesca dalla mattina senza aver visto nemmeno una toccata.
    Gli ho chiesto se era proprio sicuro che fosse un colpo di fortuna e soprattutto cosa glielo facesse pensare.
    A causa della sua inesperienza non è stato in grado di argomentare a sufficienza il suo ragionamento.
    L’ho portato a ragionare facendogli notare le differenze tra le varie postazioni: la sua, la nostra e quella dei concorrenti alla nostra destra ed è stato solo allora che ha capito i suoi errori. Senza di questo, sarebbe ancora convinto che le nostre catture erano da attribuire al fattore C.

    L’aneddoto è servito per farvi ragionare che nel surfcasting ci sono fenomeni che hanno un loro perché. Buche, canali, frangenti, anse, punte, distanze di lancio, esche etc. fanno parte di questi fenomeni che vanno esaminati a fondo, e soltanto dopo che reputiamo di non avere spiegazioni valide possiamo attribuire quel fenomeno al colpo di fortuna, che per inciso è sempre meno frequente di quel che si pensa, e chi a pesca ci va per davvero questo lo sa.

    Condivisione.
    Essere considerati bravi pescatori significa avere umiltà e mettersi in gioco sempre.
    Condividere con gli altri il nostro modo di essere è essenziale per accrescere ulteriormente le nostre conoscenze, considerato che non si finisce mai di imparare, e per accrescere le nostre capacità.
    È importante metterle a disposizione di chi si sta affacciando a questa disciplina, e la condivisione è lo strumento migliore per dare i giusti consigli a chi si sta approcciando a questa disciplina.
    Chi è agli inizi dovrebbe affidarsi alle competenze dei più esperti, ma soprattutto osservare tanto da loro.
    Condividere le uscite a pesca con qualcuno più esperto aiuta molto a capire il fenomeno surfcasting nel suo complesso, soprattutto se visto dalla parte di questi ultimi.


    Siamo giunti al termine di questo 3D e alla conclusione di tutta la serie, iniziata diversi anni fa dopo aver letto le difficoltà che incontrano tutti coloro che sono agli inizi della disciplina, poi trasformata in diverse idee che si sono concretizzate nel tempo con questa serie ABC, grazie al prezioso contributo dei tanti amici del forum.

    Come ho premesso in apertura, questo 3D potrà sembrare severo a molti, e probabilmente lo è. Vuole farvi riflettere per capire se dopo tutti questi 3D e (mi auguro) tanta, tanta pratica in spiaggia, si ha davvero la stoffa per intraprendere una strada, quella del surfcasting, difficile e irta di ostacoli ma capace di regalare belle soddisfazioni.
    Siete a un bivio, uno spartiacque, queste qualità o si hanno oppure è inutile girarci attorno. Dipenderà soltanto da voi.
    Io spero e mi auguro che quanto sopra venga inteso come stimolo per decidere di andare avanti, un incoraggiamento a tenere duro nelle difficoltà ed un augurio per i risultati.
    In questo percorso sappiate che non sarete soli, se lo vorrete il forum è qui, sempre pronto ad aiutarvi.

    “Il surf, quello vero, a prescindere dai risultati, è proprio meraviglioso e io me lo sento esplodere dentro”

    Questa bellissima frase del mai dimenticato Oreste, ripresa dalla stupenda foto che appare nella homepage del forum ed in apertura di questo 3D, racchiude in poche parole tutto quanto abbiamo detto.

    Il senso del Mare è un percorso di vita, il traguardo di un percorso iniziato inconsciamente fin da piccoli, portato avanti nella vita di tutti i giorni e tramandato alla pesca, come uomini e come pescatori.
    Perché avere il senso del mare vuol dire anche questo, sentirselo dentro appunto.


    Ringraziamenti finali.
    Come di consueto, anche per la stesura di questo 3D ho chiesto la collaborazione a due amici che stimo tanto. Un doveroso ringraziamento a Paoletto (Pakoff) e Alessio (Volpin0), la riuscita di questo 3D è anche merito vostro.

    Edited by sandro rau - 31/3/2022, 09:23
     
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    Dino, sei la mia bagascia preferita. Siete forti ragazzi.
     
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    Mezzo chilo è da innesco!

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    Dino è impressionate la passione che ci metti nei tuoi post....ti stimo! ;)
     
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    Affrettati a spegnere le passioni prima che ti brucino. Il mare e la pesca sono la mia passione

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    Dino sei un esempio per tutti, bravi ragazzi un ammirabile lavoro :b:
     
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    Bellissimo...con "i luoghi comuni" diventa superlativo!
    Purtroppo per quel che mi riguarda, c'è anche il risvolto della medaglia. Sentirsi il mare, il surfcasting quello vero, e non poterlo praticare nei momenti e nei luoghi che si vorrebbe...si va a mare quando si può, e si cerca di dare il massimo nelle condizioni che si trovano....ma è pur sempre una favola :]
     
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    Bella disamina per chi comincia, Dino...tutto vero...

    Ci tengo a sottolineare soprattutto la parte del RISPETTO, verso il mare, la natura e gli altri pescatori e non, perchè purtroppo troppe volte si trovano ancora in spiaggia i "resti" di chi ci ha preceduto.....ma è così difficile predisporre un sacchetto dove gettare i nostri rifiuti e poi conferirlo negli appositi cassonetti??????

    Purtroppo c'è ancora gente che il mare non lo so sa vivere...purtroppo...
     
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    E' pericoloso avere ragione quando le autorità costituite hanno torto

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    Ribadisco ilmconcetto:
    Sei un MITO :b: :b:
    Leggere queste cose mi fa sentire come un pupo a Natale.
    Grazie :woot: :woot:
     
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    È un piacere leggerti Dino. Bellissima conclusione a un lungo percorso, denso tra l'altro di grande passione e amore per il surf.
    Grazie a te e a tutti quelli che hanno collaborato.
     
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    Dino

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    Nota di servizio 1:
    in apertura del 3D ho inserito i link di riferimento ai singoli ABC di riferimento (grazie del suggerimento);

    Nota di servizio 2:
    CITAZIONE (Nobrake @ 30/3/2022, 12:22) 
    Dino, sei la mia bagascia preferita. Siete forti ragazzi.

    l’amico cui ho fatto riferimento nell’aneddoto sei proprio tu cucciolo, rimembri quel giorno adesso? :D

    Danilo, nel paragrafo dedicato ai luoghi comuni ho voluto mettere in guardia chi ci legge che non è tutto così facile come fanno capire.
    Quando si postano a più riprese foto di stragi di pescate si sta facendo passare un messaggio sbagliato, anzi più di uno a dire il vero. Ora, chi ha qualche anno di sabbia e salsedine accumulata nelle ossa riesce a capire il senso sbagliato di questi messaggi, ma chi è agli inizi vede tutto questo in altra ottica, intesa come facile raggiungimento di determinati risultati ma purtroppo non è così.
    Il surfcasting è una disciplina abbastanza difficile di suo, che ha intrinseche difficoltà e tra queste la cattura frequente delle prede, sicuramente meno di quel che si pensa.
    Ovvio che in molti, dopo che hanno visto (e continuano a vedere) foto su foto di stragi inutili e vanno a pesca e non prendono nulla, abbandonano la disciplina magari dopo aver speso parecchi soldi in attrezzature costosissime che non sanno usare, perché i luoghi comuni hanno fatto credere anche a questo, alla facilità con si può “sparare” un’esca a centocinquanta metri, magari abbinata a monofili così sottili da far concorrenza alla pesca con la bolognese.
    La percentuale di abbandono più alta in questa disciplina avviene proprio in questa fase, e se da una parte è un abbandono fisiologico, dall’altra ho cercato di aiutare tutti coloro che un minimo di “senso del mare” lo hanno per davvero.

    Sono ben altre le motivazioni con cui portare avanti questa disciplina, e scrivendole mi è venuto in mente spesso anche Frank con i suoi report, da dove traspare tanta determinazione, istinto e bagaglio tecnico, riuscire ad ottenere risultati in tecniche diverse non è pura casualità (o botta di culo come molti credono), c'è tanta roba dentro.

    Questo è il vero messaggio che deve passare.
     
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    CITAZIONE (sandro rau @ 31/3/2022, 09:28) 
    Nota di servizio 1:
    in apertura del 3D ho inserito i link di riferimento ai singoli ABC di riferimento (grazie del suggerimento);

    Nota di servizio 2:
    CITAZIONE (Nobrake @ 30/3/2022, 12:22) 
    Dino, sei la mia bagascia preferita. Siete forti ragazzi.

    l’amico cui ho fatto riferimento nell’aneddoto sei proprio tu cucciolo, rimembri quel giorno adesso? :D

    Danilo, nel paragrafo dedicato ai luoghi comuni ho voluto mettere in guardia chi ci legge che non è tutto così facile come fanno capire.
    Quando si postano a più riprese foto di stragi di pescate si sta facendo passare un messaggio sbagliato, anzi più di uno a dire il vero. Ora, chi ha qualche anno di sabbia e salsedine accumulata nelle ossa riesce a capire il senso sbagliato di questi messaggi, ma chi è agli inizi vede tutto questo in altra ottica, intesa come facile raggiungimento di determinati risultati ma purtroppo non è così.
    Il surfcasting è una disciplina abbastanza difficile di suo, che ha intrinseche difficoltà e tra queste la cattura frequente delle prede, sicuramente meno di quel che si pensa.
    Ovvio che in molti, dopo che hanno visto (e continuano a vedere) foto su foto di stragi inutili e vanno a pesca e non prendono nulla, abbandonano la disciplina magari dopo aver speso parecchi soldi in attrezzature costosissime che non sanno usare, perché i luoghi comuni hanno fatto credere anche a questo, alla facilità con si può “sparare” un’esca a centocinquanta metri, magari abbinata a monofili così sottili da far concorrenza alla pesca con la bolognese.
    La percentuale di abbandono più alta in questa disciplina avviene proprio in questa fase, e se da una parte è un abbandono fisiologico, dall’altra ho cercato di aiutare tutti coloro che un minimo di “senso del mare” lo hanno per davvero.

    Sono ben altre le motivazioni con cui portare avanti questa disciplina, e scrivendole mi è venuto in mente spesso anche Frank con i suoi report, da dove traspare tanta determinazione, istinto e bagaglio tecnico, riuscire ad ottenere risultati in tecniche diverse non è pura casualità (o botta di culo come molti credono), c'è tanta roba dentro.

    Questo è il vero messaggio che deve passare.

    Condivido pienamente tutto 👍🎣
     
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    paffarolo

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    Oltre che condividere apprezzare e ringraziare per ogni parola scritta altro non si puo fare.
    Il senso del mare è una cosa astratta.....ma quando ce l'hai è più vivo di una reale.
     
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    Testa Moro Sangue2

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    Di termini, di aggettivi per descrivere le tue opere io non ne trovo più. Ogni volta che leggo un tuo scritto, penso “stavolta si è superato, ha raggiunto davvero l’apice”, poi, puntualmente, vengo smentito al tuo successivo trattato. Sempre più in alto, sempre più coinvolgente. Sei ormai un riferimento assoluto per tutti noi, amanti del Surfcasting, vuoi novizi, vuoi esperti. Nel tempo ho avuto modo di conoscere scers che hanno contribuito a fare la storia di questa splendida disciplina, oggi, personalmente, ti reputo uno tra i pochissimi che continuano a farla. Grande Dino, chapeau!

    Fratellanza è Amicizia à tutti
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    Nel dubbio ferra

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    Riuscire a mettere per iscritto una passione individuale al tempo dei social, gran bel lavoro ragazzi complimenti.
    è proprio questo lo spirito con cui andrebbe affrontata questa disciplina.
     
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19 replies since 29/3/2022, 11:35   4062 views
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