l'ABC del novizio: I pesci del surfcasting.

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    Il surfcasting non è un modo di pescare ma una filosofia di vita
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    Continua la pubblicazione dei Tutorial ABC che dedichiamo ai novizi e a tutti coloro che si avvicinano a questa disciplina.

    Questa puntata che è dedicata ai pesci del surfcasting, è stata realizzata grazie al prezioso contributo di Lello Scirocco, che si è dedicato interamente alla completa stesura di questo articolo.

    Come sempre cercando di utilizzare un linguaggio semplice e non troppo complicato.




    SARAGO
    Il sarago si può definire la preda per eccellenza del surfcasting il vero re delle onde è quel pesce che lo possiamo pescare in tutte le fasi di una mareggiata , dalla montata alla scaduta e quando il mare si trasforma in una "lavatrice" lui sarà presente .
    Predilige quelle spiagge a ridosso di agglomerati di roccia e scoglio dove si rintana in attesa di spostarsi e nutrirsi , è un grufolatore e viene insidiato con ami Beak della numerazione dal 5 al 3/0, le esche che predilige sono quelle classiche del surfcasting : Seppia, Calamaro, Bibi, Gambero, Sarda, Murice, Americano, ecc...

    Il sarago si divide in varie specie , noi andremo a conosce soltanto quelle che potremmo incontrare più frequentemente durante le nostre battute di pesca

    Sarago Maggiore (diplodus sargus)

    colacino-sargus

    La colorazione è argentea con sfumature gialline e 7-9 fasce verticali bruno-nerastre.
    Presente una macchia nera sul peduncolo caudale, che non arriva mai alla parte inferiore. L'opercolo è bordato di nero. Una macchia nera si trova all'ascella delle pettorali. La parte anteriore della testa è più scura.
    Gli esemplari molto grossi sono più scuri dei giovani, che hanno le macchie poco evidenti.
    E' specie costiera che vive, da qualche decimetro a 50 m, su fondi scogliosi, nelle secche e tra i frangiflutti; di notte si intana anche a basse profondità. Può entrare nelle lagune salmastre. E' gregario da giovane, ma da adulto diviene solitario. La riproduzione avviene tra aprile e giugno e le uova sono galleggianti. Si nutre di molluschi, crostacei ed echinodermi. Vive in profondità variabili da pochi decimetri ad oltre 50 m.. Da adulto supera anche i 2 kg di peso e la taglia di 40 cm. (fonte I Pesci dei Mari d'Italia )


    Il peso medio di questo sarago si aggira tra i 500 e gli 800 gr anche se può raggiungere il peso di 2 kg e il periodo migliore per insidiarlo e tra settembre ed aprile cioè nel periodo per eccellenza per praticare il surfcasting , la sua cattura avviene solitamente con il buio dato che durante una mareggiata si sposta al tramonto dalle tane situate in agglomerati rocciosi verso le rotte di pascolo per fare rientro alle prime luci dell'alba
    L'abboccata sarà violenta con ripetute piegate del cimino punterà il fondo cercando di andarsi a intanare in qualche scoglio oppure venendoci incontro cercando di liberarsi col filo in bando
    Gli ami non saranno mai troppo grossi andranno bene beak dal 5 all'1/0 come esche potremmo usare cannolicchi , bibi , filetti di sardina , gamberi , seppia e calamaro ma non disdegna neanche qualche bell'americano,


    Sarago Pizzuto (Diplodus puntazzo)

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    Il muso è molto appuntito, da cui il nome di pizzuto e una macchia nera sul peduncolo caudale è completa anche nella parte inferiore le strisce verticali sui fianchi sono molto marcate è presente una debole fascia triangolare dietro l'occhio.

    Il peso medio di questo sarago è leggermente inferiore a quello del fratello (Sarago Maggiore) comunque anche lui può raggiungere pesi di tutto rispetto ma solitamente le nostre catture difficilmente supereranno i 700 grammi, a suo pro c'è da dire che è un combattente di tutto rispetto ,la sua abboccata è decisa con fughe verso il largo e cerca di sfruttare la corrente secondaria per l'ultima difesa. Non è un pesce che si fa una tana ma vive a stretto contatto degli scogli su quali si nutre strappando alghe e piccoli molluschi, la sua cattura avviene prevalentemente durante il giorno e raramente di notte, ha una bocca piccola armata di incisivi taglienti.

    Gli ami saranno leggermente più piccoli di quelli usati per il sarago maggiore e il filo del terminale non dovrebbe superare lo 0,30 per il fatto che un filo maggiore sarebbe facilmente tagliato dagli incisivi mentre un filo più sottile può passare tra un dente e l'altro.

    Anche con lui avremmo un'abboccata violenta con ripetute piegate del vettino, le sue fughe saranno velocissime e avremo davanti un gran combattente abituato a lottare tra la schiuma e la corrente di una mareggiata , sicuramente vista la mole non enorme dei pizzuti ci troveremo davanti a un degno avversario che ci farà tremare fino alla fine le vene dei polsi ; le esche che gradisce sono le stesse del fratello maggiore.

    Altre specie di saraghi

    Sarago fasciato
    scalfo


    Sarago Faraone

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    Sarago Sparaglione

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    SPIGOLA

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    Il corpo è oblungo, fianchi lievemente compressi, peduncolo caudale sviluppato, scaglie piccole ctenoidi (cicloidi nello spazio infraorbitale), che lungo la linea laterale sono 62-80. La testa è lunga con profilo lievemente discendente. Gli occhi sono rotondi e relativamente piccoli.
    La bocca è ampia e terminale, con mandibola appena prominente. I denti, piccoli e sottili, sono disposti sulle mascelle, sul vomere, sui palatini e sulla lingua. Due spine volte all'indietro sono nettamente visibili sull'opercolo, mentre il preopercolo ha il bordo posteriore dentellato e delle spinette sul bordo inferiore.
    Ha due pinne dorsali vicine, ma nettamente separate. La prima è spinosa (8-10 raggi) e triangolare. La seconda ha 1 raggio spinoso corto e 12-13 molli inizialmente alti. L'anale (3 raggi spinosi e 10-13 molli) ha forma simile alla seconda dorsale, m è più bassa e inserita parecchio indietro. La pinna caudale ha 17 raggi; è robusta e incavata al centro, (senza essere forcuta). Le pettorali (15-16 raggi), come le ventrali (1 raggio spinoso e 5 molli), non sono molto grandi (fonte Colapisci)


    La spigola è il pesce che tutti sognano nel surfcasting è un predatore che in caso di bisogno si trasforma in grufolatore , non ama il mare eccessivamente mosso ma predilige la fase costante di una mareggiata ,cioè quando le onde si stabilizzano ma non disdegna neanche le scadute ; il suo territorio di caccia è il sottoriva , canaloni , risacca , misto o le foci , dove attende le prede ai margini delle schiumate mettendo in atto i suoi agguati micidiali .
    Gli esemplari catturati di solito si aggirano tra il 1 e 2 kg ma è un pesce che può superare i 10 kg di peso agevolmente , gli esemplari più grandi amano particolarmente la fase da costante a moderata e sono molto territoriali .

    Le esche per tentarne la cattura sono quelle canoniche del surfcasting ; bibi , sardine e cefali sia a filetti che interi , seppie , calamari , grossi americani e con l'aggiunta di cefaletti vivi o anguille
    Gli ami visto l'apparato boccale enorme dovranno essere per forza di cose di grandi dimensioni la forma è poco influente l' importante che si adatti alla perfezione all'esca Aberdeen , O'Shaughnessy o Beak che siano sempre e comunque ami dall' 1 al 5/0.

    Il periodo migliore per insidiarla va da settembre a marzo , in dicembre c'è la possibilità di fare grossi incontri in prossimità delle foci con le mamme ma visto che sono piene di uova sarebbe opportuno il rilascio.

    L'abboccata sarà evidenziata con due o tre piegate lunghe e continue del cimino per poi mettere il filo in bando , in questa fase la spigola si dirige verso riva per accumulare le forze per il combattimento finale che avverrà nel sottoriva dove andrà a sfruttare la laterale.


    L'OMBRINA (Umbrina cirrosa)

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    Corpo compresso lateralmente, allungato, a profilo incurvato sul dorso e quasi rettilineo sul lato ventrale. E' coperto da squame grandi ed evidenti, che sulla linea laterale sono tra 50 e 60. La testa è robusta e con l'estremità del muso arrotondata e l'occhio è piccolo e rotondo. Il preopercolo negli adulti è liscio, l'opercolo ha due spine appiattite e non molto robuste nel margine posteriore.
    La bocca è tagliata orizzontalmente e non è molto grande; la mascella superiore è un poco prominente e copre quella inferiore. La mandibola porta al disotto della sua estremità anteriore un barbiglio carnoso molto corto, con due pori a ciascun lato. I denti sono minuti e disposti in fasce su entrambe le mascelle e sulle ossa faringee, ma non sul palato e sulla lingua.
    Le dorsali sono due. La prima, formata da 10 raggi spinosi, è corta e di forma triangolare; la seconda (1 raggio spinoso e 21-25 molli) segue immediatamente la prima ed è più lunga e più bassa. L'anale (2 raggi spinosi e 7-8 molli) è corta e di forma quasi triangolare. La pinna caudale (17-18 raggi) ha il margine posteriore un po' concavo nella metà superiore e leggermente convesso in quella inferiore. Negli adulti l'estremità del lobo superiore forma una punta prominente. Le pettorali (17 raggi) sono brevi e poco più corte delle pelviche (1 raggio spinoso e 5 molli), che sono inserite in posizione ventrale. (fonte Colapesci)


    L'ombrina pesce affascinante e allo stesso tempo misterioso è un pesce che fa sognare tutti i pescatori di surfcasting le strategie, le esche e le montature sono le stesse della spigola che come lei frequenta gli stessi luoghi di caccia , ama sia le spiagge estese sia le foci , è prevalentemente un grufolatore ma gli esemplari più grandi non disdegnano un piccolo pesce o un'anguillina; si riproduce nel mese di giugno e gli esemplari più piccoli sono molto gregari e si spostano in branchi numerosi : con la crescita l'ombrina diventa solitaria o si sposta in piccoli branchi formati da esemplari dalle medesimi dimensioni .
    Non ama le mareggiate violente ma piuttosto sfrutta la fine di una mareggiata per mettersi in caccia sulle distese di sabbia fino a pochi metri dalla riva : per lei non vale il connubio esca grossa pesce grosso mangia di tutto senza badare alle dimensioni , un esemplare di 5/6 kg può abboccare a un piccolo verme o bibi che sia .

    Si pesca quasi esclusivamente col buio la sua abboccata sarà delicata quasi impercettibile per poi vedere il cimino piegarsi in modo continuo e costante la sua resistenza sarà continua e progressiva che ci impegnerà in un vero tiro alla fune
    Per gli ami andremmo a usare delle misure medio/grandi l'importante che abbiano un filo grosso andranno bene gli O'Shaughnessy oppure i Beak per dargli modo di ingoiare , per le esche visto che è prevalentemente un grufolatore e difficilmente la nostra battuta di pesca sarà mirata esclusivamente all'ombrina andremmo a usare esche generiche come cannolicchi , grossi vermi , bibi , tentacoli di calamaro o strisce di seppia ecc...


    Gli esemplari che di solito andiamo ad incontrare pesano in media dai 500 g. ai 2 kg. me è un pesce che arriva a superare i 10 kg di peso



    L'ORATA (Sparus Auratus)

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    Il corpo è ovale, compresso lateralmente; il profilo è tondeggiante con muso ottuso. La testa è corta e massiccia, con occhio circolare e relativamente piccolo. E' coperto da squame forti anche sulle gote: lungo la linea laterale se ne contano 73-85.
    La bocca è terminale inferiore e con labbra spesse. La mascella superiore è lievemente più avanti della mandibola e porta anteriormente due o tre paia di denti conici, seguiti da quattro a cinque file di denti molariformi tondeggianti. Nella mandibola vi è lo stesso numero di denti conici e robusti, seguiti soltanto da tre o quattro serie di molari.
    Ha un sola pinna dorsale. La prima parte è formata da 11 raggi spinosi che possono essere reclinati in un solco nel dorso; il primo raggio è molto più corto degli altri, La seconda parte è formata da 13-14 raggi molli leggermente decrescente verso il peduncolo caudale. L'anale ha 3 raggi spinosi e 11-12 raggi molli di lunghezza pressoché uguale; è opposta alla parte molle della dorsale, ma inizia leggermente più indietro. La pinna caudale (17 raggi) è grande, forte e biforcuta, con lobi appuntiti. Le pettorali (16 raggi) sono falciformi e allungate all'indietro superano l'apertura anale. Le ventrali sono ampie ed hanno 1 raggio spinoso e 5 molli.

    La colorazione risente dell'età e dell'ambiente. Normalmente è grigio azzurrognola, con riflessi dorati dorsalmente e argentei lungo i fianchi e ventralmente. Numerose strisce grigie attraversano il corpo longitudinalmente. Una fascia dorata caratteristica si trova sul muso ed unisce i due occhi. Nello spazio interorbitale si trova anche una fascia nera. Una macchia nera si posiziona all'origine della linea laterale. Un'altra macchia scarlatta è al margine dell'opercolo. Nella pinna dorsale, che è azzurrastra, può esserci una fascia longitudinale scura.
    E' un pesce costiero che frequenta le praterie vicino costa e fino ad una profondità di circa 30 metri. In primavera entra negli stagni costieri salmastri, in cui resta per tutta l'estate. In autunno ritorna in mare per riprodursi. Ha abitudini gregarie e l'individuo più grosso guida i branchi, formati da esemplari di taglie differenti. E' specie ermafrodita e si riproduce da ottobre a dicembre. Può raggiungere i 70 cm e un peso oltre i sei chili.
    Comune in tutto il Mediterraneo (Fonte Colapisci)


    Pesce stupendo la sua cattura riempie di gioia qualsiasi pescatore , è un pesce che non ama il mare troppo mosso in caso di mareggiata si tiene lontano dai frangenti più potenti e si rifugia in buche profonde . Gli esemplari giovani di circa 400/500 gr (circa due anni di età) vagano nei fondali di misto insieme a salpe e altri pesci di scogliera e non hanno una vera e propria tana ,dovrà passare circa un altro anno nel quale raggiunge la maturità sessuale arrivando ha raddoppiare il peso e allora arriva il momento che si costruisce una tana di solito al largo in un anfratto profondo della roccia da dove si sposterà nei mesi invernali prevalentemente al tramonto per dirigersi nel sottoriva dove andrà a nutrirsi di tutto quello che gli arriva a tiro di muso ,mentre per il resto dell'anno soprattutto nei mesi caldi la potremmo insidiare anche nelle ore del giorno ; per lei qualsiasi spot è valido per mangiare che sia un porto o una scogliera , oppure nella vicinanza d'impianti di miticoltura.

    Per cercare di pescare l'orata non dovremmo mai usare ami troppo grossi ,vanno bene le misurazioni dal 3 al 5 rigorosamente robusti e beak, questi ami non troppo grossi permettono di allamare il pesce tra le placche ossee della bocca e di avere un certo margine di successo . Un amo più grande non avrebbe lunga vita in bocca ad un'orata , basta pensare che si nutre di cozze , cannolicchi , murici , paguri ecc. che frantuma con un morso e anche un amo zerato c'è lo restituirebbe "ciancicato".
    L'esche principali da usare a surfcasting sono bibi , cannolicchi , seppia , granchi e grossi americani , gamberi .
    Abbiamo detto che non ama la mareggiata piena ma preferisce le scadute di conseguenza la andremo a cercare al limite dei canaloni dove la corrente non sarà mai troppo forte oppure un altro settore che paga quando il mare sta per mollare è la punta dove anche se non avremmo una forte corrente ma ci sarà ancora qualche ricciolo di schiuma che scava .
    L'abboccata soprattutto negli esemplari più grossi non è mai violenta , vedremo un leggero inclinarsi del cimino per poi andare in bando , in questo momento l'orata sentitasi allamata ci starà venendo incontro ma non crediamo di avere vita facile per vincerla , quando sentirà che la profondità dell'acqua cala sprigionerà tutta la sua forza con fughe laterali , si appunterà sul fondo sfruttando qualsiasi appiglio dando testate sul fondo per liberarsi in poche parole avemmo un treno che tira come un forsennato dall'altra parte


    Il Grongo (Conger conger)


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    Ha corpo cilindrico e compresso lateralmente nella parte codale.
    La testa è depressa dorso-ventralmente. La pelle è ricoperta di muco ed è senza squame. Presenti pori sensoriali lungo la line laterale e sulla testa.
    La bocca è ampia e l'occhio ovale e abbastanza grande. I denti, compressi e a margini taglienti, sono disposti in file su mascellari.
    Le labbra sono carnose e quella superiore porta sull'estremo le due narici anteriori a forma di tubicino. Le narici posteriori si aprono prima dell'orbita.
    La pinna dorsale si estende fino alla coda, dove si salda con l'anale.
    Le pettorali sono ben sviluppate e le ventrali non esistono


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    Il colore del dorso normalmente è grigio ardesia e quello del ventre biancastro. I pori della linea laterale sono bianchi e le pinne impari bordate di nero.
    Vive da 10 m ad oltre 1000 m di profondità in zone rocciose, riparandosi di giorno in buchi o cavità. Si trova pure intanato in scogli isolati o relitti nelle zone sabbiose. La riproduzione è nei mesi estivi e la vita larvale forse raggiunge i due anni.
    E' carnivoro e vorace.
    Può arrivare a superare i due metri di lunghezza e una settantina di chili in peso.
    Comune lungo tutte le coste. (fonte Colapisci)


    Il Grongo è un pesce spesso bistrattato e poco valutato nel surfcasting ma è un vero predatore e un implacabile cacciatore , si muove lentamente e con pigrizia arriva alla fine delle mareggiate quando il moto ondoso si stabilizza aspetta le prede a ridosso dei cavi dell'onda e non ama la corrente sostenuta , è lento fino che non decide di attaccare , ma quando lo fa è velocissimo e con la sua dentatura non da scampo alla preda di turno . Non è molto amato dai surfcaster perché spesso quando vediamo la sua mangiata potente e decisa sul cimino ci immaginiamo che sia la cattura della vita e un po' tutti rimaniamo delusi alla sua vista ; ma dobbiamo dire che è la preda che spesso ci ha fatto divertire e sognare e ci ha riempito le nottate altrimenti sterili . Possiamo considerarlo un pesce scuola nel surfcasting facile da catturare e un ottimo combattente . E' presente in tutte le coste della penisola ; si sposta dalla tana situata in qualche anfratto di roccia o relitto verso la riva al tramonto e preda di notte ma prima che faccia giorno rientra nella tana , per questo la tana non si trova mai a grandi distanze dai luoghi di caccia . Mangia di tutto ma predilige i tranci di cefalo o sardina meglio se presentati su un Ciao-Ciao o altre varianti semi flottanti , per resistere alla sua dentatura si usano cavetti d'acciaio e gli ami andranno bene di qualsiasi forma Beak o Aberdeen l'importante che siano dal 1/0 a salire in questo modo faremo anche una sorta di selezioni con gli esemplari più piccoli.


    LE RAZZE

    Di razze c'è né sono una gran varietà noi andremmo a vederne due specie la Pastinaca e L'Aquila di Mare.

    La Pastinaca (Dasyatis pastinaca)

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    Disco romboidale, con i margini anteriori rettilinei e quelli posteriori leggermente convessi. La pelle è liscia, ma a volte sono presenti dei tubercoletti spinosi lungo la carena dorsale del disco e della coda. La testa è un po' sporgente dal piano del disco, il muso è ottuso e non molto avanzato. Gli occhi sono subito davanti agli spiracoli, che sono ampi e di diametro maggiore degli occhi stessi. E' carenata lungo il lato dorsale.
    Nel pavimento della bocca vi sono 5 papille bulbose.
    Non esistono pinne dorsali. Le pettorali sono ampie con gli apici arrotondati E che si congiungono al vertice avanti al muso. La larghezza del disco arriva a 60cm, ma comunemente è intorno ai 35 cm. Le ventrali sono piccole. La coda, a frusta, è lunga all'incirca una volta e mezza la lunghezza del disco, negli esemplari giovani, mentre negli adulti è uguale o minore. A metà un terzo della coda vi è una spina robusta a margini seghettati e collegata a ghiandole velenifere.

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    La colorazione è verde oliva o verde grigio, a volte tendente al rossastro. Il lato ventrale è bianco con un margine irregolare bruno nerastro o bruno rossastro abbastanza ampio. La parte superiore della coda, per tutta la sua lunghezza, è di colore molto scuro.
    E' una specie costiera che frequenta fondali fangosi, vicino a fiumi, abitualmente tra 20 e 35 m di profondità, ma può trovarsi anche a profondità maggiori (200 m) o minori (5 m), tanto che entra nelle lagune e negli stagni costieri. La riproduzione è ovovivipara e, dopo una gestazione di 4 mesi anche per due volte l'anno, partorisce in prossimità della costa da 4 a 7 (9) piccoli di circa 20 cm. Le femmine maturano a 38 cm di lunghezza e i maschi a 32 cm. Si ciba di molluschi, crostacei e vermi che ricerca nel fango e che scava con l'aiuto delle pinne pettorali. Disturbata colpisce l'oggetto o l'animale con il suo aculeo. Arriva a un massimo di 250 cm. di lunghezza, coda compresa e ad una larghezza di 140 cm. La puntura può produrre gravi conseguenze nell'uomo.
    E' presente in tutto il Mediterraneo; lungo le coste italiane è comune più o meno ovunque. (fonte colapisci)

    L'AQUILA di MARE (Myliobatis aquila)

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    La forma del disco è rombica col diametro orizzontale più largo di quello verticale. La testa, rialzata sul piano del dorso, sporge col muso, il quale ha il bordo anteriore semicircolare. Gli occhi sono in posizione laterale e sono seguiti dagli spiracoli. La coda, lunga più del doppio del disco, è a frustino e ha una spina nel suo lato dorsale. La pelle è liscia e ricoperta di muco scivoloso. Le aperture nasali sono in posizione ventrale e collegate alla bocca da due solchi laterali. Nelle mascelle esistono delle piastre dentarie formate da denti poligonali appiattiti e disposti in 7 serie.
    Le pinne cefalo-pettorali formano un disco largo quasi il doppio dell'altezza ed hanno gli apici appuntiti; i margini anteriori sono convessi e quelli posteriori sono concavi, tanto da fare assumere alle pinne un aspetto di ali falcate. Le pinne pelviche sono quadrangolari col margine posteriore rettilineo. Esiste una sola pinna dorsale che è arrotondata e inserita sulla coda, dietro agli apici delle ventrali e poco prima dell'aculeo, che è robusto e coi margini seghettati. Le pinne anale e caudale sono assenti.

    Diavuluni

    La colorazione è bruno cenere scuro, con riflessi verdastri o bronzo sporco. Il ventre è biancastro, col margine esterno delle pettorali e delle pelviche più scuro o bruno rossastro. La coda è nera.
    E' una specie costiera e a volte oceanica delle acque tropicali e temperate, che vive da pochi metri a 300 m di profondità, nuotando spesso a mezz'acqua o in prossimità della superficie, preferibilmente su fondi sabbiosi delle baie e degli estuari. E' ovovivipara e, dopo una gestazione da 6 a 8 mesi, partorisce, nel periodo autunno-invernale, da tre a sette embrioni per volta. Gli embrioni quando nascono hanno l'aspetto degli adulti. Si nutre di gasteropodi e lamellibranchi e anche grossi crostacei, granchi e paguri; spesso si aiuta con lo sbattimento delle pettorali per catturare le prede. La sua carne è molle e viscosa e viene commercializzata e consumata fresca solo localmente. Può superare 1.5 m di larghezza e raggiungere 2.6 m di lunghezza. L'aculeo caudale è dotato di un liquido tossico contenuto in una apposita ghiandola velenifera.
    Nei mari italiani è ovunque, più comune in Adriatico che nel Tirreno. (fonte colapisci)

    Sono de veri pesci da surf si nutrono prevalentemente di notte ; in giovane età sono grufolatori ma con la crescita diventano dei predatori con i fiocchi , non hanno problemi di mare troppo grosso o di correnti troppo sostenute , quando gli altri pesci si allontanano dalla riva loro pascolano tranquille e paciose come se stessero facendo il bagno in una tinozza . Si nutrono dii tutto quello che si può trovare sotto un palmo di sabbia ma non disdegnano seppie, calamari e piccoli pesci come cefaletti , sogliole ecc.. Durante il giorno stazionano a una certa distanza dalla riva tra i 300 e i 500 mt , in età giovanile gli esemplari di media grandezza (2/3 kg) si radunano in gruppi numerosi mentre gli esemplari grandi anche e oltre i 10kg si muovono in coppia , è con l'arrivo del buio che si avvicinano alla riva per grufolare e cacciare . Gli ami che useremo saranno ami zerati le esche varieranno da grossi bibi a tranci di sarda o cefalo oppure seppie e calamaretti interi o a strisce ; i terminali saranno robusti diciamo da uno 0,40 a salire in modo da poter contrastare le fughe che avverranno subito dopo l'abboccata che ci verrà segnalata con una grossa e continua piega del cimino , gli esemplari medi una volta resisi conto di essere allamati faranno 1o2 fughe verso il largo per poi venirci incontro e contrastare il recupero sotto riva arando il fondo con le ali , mentre gli esemplari grandi oltre i 10kg partiranno verso il largo mettendo alla frusta le nostre braccia e la nostra attrezzatura.


    LA MARMORA (Lithognathus mormyrus)

    marmora-colacino

    Corpo allungato e ellittico, molto compresso lateralmente, con testa grande e profilo quasi rettilineo, con muso a punta. E' coperto da squame grandi, che lungo la linea laterale sono 59-65. L'occhio è relativamente piccolo e posto nella parte superiore della testa.
    La bocca è situata inferiormente, è abbastanza ampia e leggermente protrattile; le labbra sono spesse. Le mascelle sono munite anteriormente di denti sottili su diverse file. Superiormente vi sono tre o quattro file di molari e due o tre file inferiormente.
    Ha una sola dorsale bassa con 11/12 raggi spinosi (il primo è più corto degli altri) e 12 molli di altezza decrescente. L'anale (3 raggi spinosi e 10-11 molli) è più bassa e della parte molle della dorsale, a cui è opposta. La pinna caudale è forcuta e con lobi appuntiti. Le pettorali (15-16 raggi) sono lanceolate, ma non molto lunghe. Le ventrali (1 raggio spinoso e 5 molli) sono piccole.


    Lithognathusmormyrus-guerrieri

    <i>La colorazione del corpo è grigio argentea, più scura dorsalmente (con qualche riflesso marrone) e chiara, quasi bianca, ventralmente. Più o meno marcatamente, sono presenti 10-14 strisce verticali bruno-nerastre di grandezza variabile; a volte queste strisce si presentano come sottili righe verticali grigie.
    Vive quasi sempre a stretto contatto di fondi sabbiosi o misti di sabbia e fango, al massimo a 20 m di profondità. A volte è solitario o in piccoli gruppi. Può risalire le imboccature dei fiumi o entrare nelle lagune salmastre, ma resiste bene anche ad acque molto salate. Di notte si insabbia parzialmente.
    Si riproduce a giugno e luglio e le uova sono galleggianti.
    L'alimentazione è formata dagli organismi viventi nella sabbia e nel fango del fondo. . Ha carni bianche, sode e gustose. Raggiunge al massimo i 30 cm di lunghezza.
    E' diffuso in tutto il Mediterraneo
    (fonte colapisci)

    La marmora non si può considerare un pesce strettamente legato al surfcasting come lo intendiamo noi , ma va menzionato perché è sicuramente quella preda che ha aperto uno spiraglio al surfcasting a tanti neofiti ; è un ottima nave scuola per imparare e prendere confidenza con la pesca e spesso ci salva da cappotti clamorosi , si pesca sia a mare calmo che a mare mosso .
    Si sposta in piccoli branchi delle medesime dimensioni e principalmente nelle ore notturne che si avvicina a tiro di canna anche se non disdegna la luce del giorno , succede spesso che se si incoccia il branco si avranno catture multiple . Come esca si usano vermi o cannolicchi anche se non disdegna il granchio di sabbia , il gambero sgusciato o un piccolo bibi , è preferibile usare ami Aberdeen per la loro leggerezza in maniera di presentare l'esca nel modo più naturale possibile almeno dello 0/4 non perché ami più piccoli non vadano bene ma per cercare di fare una certa selezione ed evitare una strage di medagliette .
    La mangiata si avverte con un tremolio del cimino e gli esemplari più grandi spesso mettono il filo in bando avvicinando alla riva , riguardo al recupero c'è poco da dire visto che si parla di pesci che difficilmente superano i 500/600 gr e spesso sono pescati con attrezzi sovradimensionati.

    Edited by sandro rau - 29/5/2019, 23:48
     
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    Dino

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    Grande Lello bel lavoro davvero e molto belle sono anche le immagini.
     
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    paffarolo

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    grazie Lello ottimo lavoro
     
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    ottimo lavoro Lello ma manca una preda tipica del Surfcasting: il gabbiano su esca sgallata :P :P
     
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    Daje Lello ;)
    Un applauso all'amministrazione ed alla moderazione globale per il lavoro che sta facendo :wub:
     
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    speargun sitter

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    Bel lavoro, bravo

    Se posso contribuire, ricordo che ai bei tempi (non so adesso) un'altra preda che si beccava spesso in talune spiagge sarde in condizioni di scaduta avanzata era il rombo, un pesce piatto dalle carni prelibate che si tuffava voracemente sul filetto di sardina o sul tentacolo di seppia ;)
     
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    ___Pesce&Love___
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    CITAZIONE (Raph69 @ 30/5/2019, 18:10) 
    Bel lavoro, bravo

    Se posso contribuire, ricordo che ai bei tempi (non so adesso) un'altra preda che si beccava spesso in talune spiagge sarde in condizioni di scaduta avanzata era il rombo, un pesce piatto dalle carni prelibate che si tuffava voracemente sul filetto di sardina o sul tentacolo di seppia ;)

    nel nord Sardegna è diventato raro. sono anni che non lo incrocio. mentre una presenza frequente in primavera estate sono diventate torpedini e razze
     
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    paffarolo

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    Veramente un bel lavoro
     
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    Il surfcasting non è un modo di pescare ma una filosofia di vita
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    Avevo pensato anche al rombo ma dato che è piu' altro rivolto ha chi si avvicina al surfcasting non ho voluto mettere troppa carne al fuoco e sono andato ha cercare di spiegare nel mio piccolo i pesci piu' comuni del surf mediterraneo
    Ps Da noi il rombo lo prendevamo con l'alice intera

    Quando avro un po'di tempo mi piacerebbe fare un'altra serie di schede dove si parlera' dei predatori del mediterraneo che sono all'apice della catena alimentare
     
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    Abbuscati u pani...

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    Bella guida ragazzi bravissimi
     
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    Dino

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    Il contenuto di questa Guida è disponibile anche in pdf. E' scaricabile liberamente cliccando sul link Google che trovate in apertura del 3D.
     
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    terrore del pabulum

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    Hai fatto proprio un bel lavoro ;)
    Ciao Stefano :)
     
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    biccerello

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    benissimo.
    Per me che sono un novellino, questo è oro colato!
    Grazie
     
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