SURFCASTING: PREPARAZIONE E PIANIFICAZIONE DI UNA SESSIONE DI PESCA

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    Dino

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    Il file lo trovi qui: https://drive.google.com/drive/folders/1IE...HJH?usp=sharing


    01_18





    PIANIFICAZIONE E ORGANIZZAZIONE DI UNA SESSIONE DI PESCA
    PICCOLA GUIDA PER NEOFITI



    Premessa.

    L’esigenza di scrivere questa guida è nata dopo aver letto molte discussioni di utenti che hanno posto svariate domande riguardo alcuni aspetti di una sessione di pesca.
    Questa guida vuole essere un aiuto per tutti quelli che intendono avvicinarsi gradatamente al surfcasting, suggerendo il corretto approccio che un scer dovrebbe avere quando decide di pianificare e organizzare una uscita a pesca.
    La guida prenderà in esame alcuni aspetti che spesso sono sottovalutati da chi è alle prime armi, ad iniziare dalla pianificazione a casa, l’organizzazione, la sessione di pesca vera e propria sino alla raccolta dei dati della battuta, sia che questa abbia avuto esito positivo (e ve lo auguro), che negativo.
    Invece per chi ha qualche anno di salsedine sulle spalle, spero sia una piacevole e rinfrescante lettura.


    Allora, Iniziamo subito e buona lettura.


    L’organizzazione di una sessione di pesca, secondo me, è suddivisa in alcune fasi che ho identificato in:

    1) PIANIFICAZIONE;
    2) ORGANIZZAZIONE;
    3) SESSIONE DI PESCA;
    4) ANALISI POST USCITA.


    1) PIANIFICAZIONE.

    Una corretta pianificazione è indispensabile per una battuta di pesca, impensabile andarci pensando semplicemente che basta lanciare la lenza e poi aspettare la fatidica abboccata.
    Inizia diversi giorni prima con la consultazione dei vari siti meteo, al fine di individuare il luogo più adatto alle condizioni meteo marine del giorno prescelto.
    Molti di voi sono alle prime armi, in questa fase non è necessario caricarsi di lavoro eccessivo, per cui andremo a valutare principalmente la direzione del vento, le condizioni climatiche, le fasi lunari e le maree. Se per le ultime due basta una sola consultazione (il motivo è semplice: non sono fenomeni che subiscono variazioni considerevoli), il vento e il meteo andranno monitorati ogni giorno, questo perché le previsioni non sono sempre infallibili (piccolo consiglio: consultate sempre diversi siti e/o app meteo).


    2) ORGANIZZAZIONE.

    L’organizzazione ritengo che sia una delle fasi più importanti di una battuta di pesca, una sua errata impostazione può decidere le sorti dell’uscita stessa.
    Entrando nel dettaglio, di cosa abbiamo bisogno per organizzarci al meglio?
    Per fortuna non sono tante le cose di cui avremo bisogno, ma nondimeno sono da sottovalutare. Diciamo che le cose importanti da tenere in considerazione sono:
    - attrezzatura;
    - vestiario;
    - cibo e bevande;
    - parco esche.

    Attrezzatura:
    Comprende tutto l’occorrente per l’uscita, quindi canne da pesca, mulinelli, picchetti, serbidora, un riparo per proteggersi dalle intemperie (che può essere un ombrello da campagna da mettere su un picchetto o una tenda a conchiglia oppure una barracca modello base (un telo in plastica e un bastone), pila etc. Qualcuno dirà che non è una novità, la stragrande maggioranza delle volte si fa in automatico e quindi è tutto già scontato. La stragrande maggioranza di volte, appunto, perché in realtà non è sempre così. A tutti è capitato almeno una volta di avere le batterie della pila scariche, ci siamo scordati di portare un poggiacanna in più, la tenda è rimasta nel garage, il filo elastico finito, la forbice dimenticata sul tavolo e via dicendo. Se per alcune cose si può farne a meno, per altre la mancanza spesso si traduce in una sessione di pesca finita prematuramente. E se ci si è fatti qualche centinaio di km la cosa non è proprio piacevole.
    Ecco quindi che una buona organizzazione prevede almeno un pacco di batterie di scorta se usiamo una sola pila, il mio consiglio è averne almeno due (la seconda può essere di costo non necessariamente elevato, visto che sarà utilizzata come pila di riserva), i motivi sono facilmente immaginabili: lampadina fulminata, dover aiutare qualche compagno di pesca in difficoltà e poi il suo peso non incide tanto sul complessivo.
    E a proposito di peso, la vera nota dolente di uno scer, cerchiamo di limitare al minimo il peso da trasportare, camminare sulla sabbia per centinaia di metri può diventare una tortura. Quando scarichiamo l’attrezzatura dalla macchina facciamo una cernita di cosa portarci, tutto il resto lo lasciamo nel bagagliaio, in caso di necessità possiamo sempre rimediare.
    Per la minuteria, il suggerimento è avere almeno un ricambio degli oggetti che utilizziamo spesso, quindi filo elastico, aghi, starlight (batterie di scorta se usiamo quelli a led).
    Cassone o zaino?
    Questa è l’eterna diatriba che divide gli scer, a tutt’oggi non ha ancora trovato una risposta unanime viste le tante discussioni presenti nel forum. Vanno bene entrambi, come tutte le cose hanno pregi e difetti. Io personalmente li utilizzo entrambi, il cassone per le lunghe sedute invernali, lo zaino per le uscite brevi ma anche in primavera ed estate. Il consiglio che mi sento di dare è di non appesantirli troppo.
    Altro aspetto su cui consiglio di soffermarsi a ragionare è che spesso le nostre uscite avvengono nel buio della notte, in condizioni meteo marine difficili quali vento, pioggia, salsedine, e sovente ci mette lo zampino anche la corrente, creando dei grovigli ai terminali che neanche noi ci riusciremmo con lo stesso impegno. Ovviamente, il primo istinto è quello di districare la matassa e spesso si perde del tempo prezioso.
    Avete mai provato a quantificare il tempo che si perde?
    Bene, se non l’avete ancora fatto vi faccio un esempio. Ipotizziamo che per sbrogliare un terminale possiamo impiegare circa 5 minuti (credetemi, è una stima per difetto perché a volte ci si impiega anche di più, tanto si è testardi). Se in un ora la cosa si ripetesse 3 volte (nella fase costante della mareggiata spesso molto di più), la nostra insidia è stata fuori per circa 15 minuti, e facile intuire quale opportunità mancata ci siamo lasciati alle spalle.
    Quindi, prepariamoci con calma (a casa) un buon numero di calamenti e qualche trave di scorta in funzione delle esche che sono a mare, in modo che ogni canna ha la sua scorta già pronta.

    Vestiario.
    Argomento delicato, uno dei più importanti che può decidere la fine prematura della sessione di pesca.
    Freddo e umidità non perdonano, o si va con il vestiario adeguato oppure si torna a casa, il mare bastona senza pietà.
    Per fortuna oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante in questo settore, quindi privilegiate capi tecnici studiati appositamente, calzature comprese, in commercio si trovano tanti articoli, e volendo anche a prezzi modesti si riesce a fare un buon investimento.
    Prestate molta attenzione alla qualità del giaccone riguardo l’impermeabilità, una scelta errata significa un bagno fuori stagione. L’alternativa può essere una cerata in pvc, da indossare in caso di necessità.
    Consiglio di prenderla di una taglia più grande, visto che dovremo indossarla sopra giaccone, salopette etc.
    Il mio abbigliamento ideale è composto da intimo termico, jeans, maglia di cotone e sopra un pile, salopette e giaccone termico, stivale in gomma termico.
    In macchina porto sempre con me un paio di calze e un pile di scorta, chi non ha avuto (ancora) la fortuna di avere lo stivale inzuppato d’acqua non può capire, chi è già stato battezzato sa benissimo di che parlo.

    Cibo e bevande.
    Questa è una scelta molto soggettiva, dipende dai gusti personali.
    Del resto con le condizioni meteo che affrontiamo è impensabile allestire un pranzo con primi, secondi e dolce.
    L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di portarsi appresso un thermos di the caldo e uno di caffè.

    Parco esche.
    Uno degli argomenti più importanti di tutta la fase organizzativa. La scelta delle esche deve essere dettata in funzione dei luoghi dove abbiamo deciso di recarci a pescare. E’ importante conoscere bene gli spot di pesca perché alcune esche rendono meglio di altre.
    Chi non ha altre possibilità, può chiedere informazioni nel forum, intanto utilizzando la funzione cerca, oppure navigando tra le varie sezioni, oppure ancora presso il proprio negoziante di fiducia.
    Diciamo subito che un parco esche per affrontare una sessione di pesca a surf deve comprendere calamari e seppie, gamberi, cannolicchi, sardine, muggine per filetti, granchio, bibi, il tutto freschissimo ove possibile, in alternativa va bene anche il congelato. Altre esche valide che non dovrebbero mancare sono l’anguilla viva ed il mugginetto (nel rispetto delle misure minime di legge), per insidiare i predatori.
    Per finire, ci sono altre esche che a seconda della mareggiata potrebbero tornarci utili, come gli anellidi per esempio, americano su tutti, o che variano a seconda del luoghi, come il fasolare etc.
    Con questo parco esche si può insidiare qualsiasi specie, dal grufolatore al predatore, sta a noi decidere.


    3) SESSIONE DI PESCA.

    La tanto agognata sessione di pesca si è finalmente materializzata, siamo sullo spot prescelto.
    Sarebbe preferibile arrivarci di giorno, o comunque in condizioni di visibilità, ma in concreto, che cosa dobbiamo guardare? Cosa si deve valutare?
    I fattori da prendere in esame sono diversi, sopra e sotto l’acqua, dobbiamo sfruttare al massimo i sensi che Madre natura ci ha dato.
    Analizziamoli uno per uno.

    Iniziamo a descrivere brevemente la morfologia di una spiaggia e successivamente descriveremo il mare e l’andamento della mareggiata.

    Morfologia.
    Spesso, anzi, quasi sempre si arriva in spiaggia di notte, e al buio le cose si complicano non poco, i settori non si scorgono per via dell'oscurità. Oltre alla conformazione della battigia ciò che ci può essere di aiuto nella lettura e quindi nell'impostazione della battuta è la granulometria della spiaggia.
    Il nostro amico vento, che per creare il giusto impianto soffierà dal mare verso riva nelle varie angolazioni, lo incresperà donandogli direzione ed energia, e questa energia si comporterà diversamente da arenile ad arenile.
    In base alla consistenza di ciò che stiamo calpestando potremmo stabilire in che tipo di spiaggia stiamo pescando, ovvero bassa, media o profonda.
    In questa sede non ci addentreremo volutamente in discorsi complessi per non confondere troppo le idee, per il momento parleremo brevemente dei vari tipi di spiaggia, suddividendole in tre tipologie, che chiameremo bassa, media e alta energia.

    Bassa energia.
    E’ definita tale quella la spiaggia che presenta un fondale poco profondo. E’ proprio la bassa profondità che determina la bassa energia, cioè non è in grado di sopportare mareggiate oltre una certa intensità.
    La granulometria è molto sottile, soffice. Di fronte a noi avremo un fondale che per molti metri avrà poca profondità.
    Può essere la più complessa da affrontare in quanto l’azione del vento rende l’azione di pesca più travagliata, mettendo da subito in crisi sia la spiaggia che il pescatore a causa dell’eccessiva turbolenza. Braccioli corti e “Pater Noster” le possibili soluzioni.

    Media energia.
    E’ la spiaggia che presente un fondale medio, di natura prettamente sabbiosa mista a ciottoli, non esageratamente fine, la granulometria è variabile comunque molto contenuta.
    In base all’azione del vento è quella che può essere “letta” meglio. Il vento increspando il mare andrà a smuovere il fondale dando origine, una volta bilanciate le correnti, al deposito dei detriti prima sollevati insieme al pabulum. Si creeranno quindi dei serpentoni detritici individuabili appunto osservando le onde. Sarà lo Scer, una volta che ha imparato a “leggere” quella conformazione e l’evoluzione della mareggiata, a scegliere i punti esatti (settori) dove lanciare le proprie insidie. La scelta dei terminali è strettamente legata al settore nel quale si intende pescare e allo stato del mare del momento, spazio quindi agli short (alto e basso), pater noster, long arm se ricorrono le condizioni.

    Alta energia.
    E’ la spiaggia più facilmente individuabile delle altre, infatti è caratterizzata da sabbia mista a ciottoli e pietre, delle volte la sabbia è totalmente assente. Presenta da subito un fondale profondo sin dal gradino di risacca, per poi sprofondare già dopo pochi metri.
    A causa di queste caratteristiche, non ci saranno dei veri e propri settori, la pescata sarà impostata principalmente nell’unico frangente, quello dietro il gradino.
    All’apparenza di facile approccio, in realtà le sue insidie sono nascoste dietro la conformazione stessa del fondale e l’alta possibilità di incaglio.
    Nella scelta dei terminali, il “Pulley” potrebbe esserci di grande aiuto.

    Andamento della mareggiata.
    Cerchiamo un punto di osservazione il più alto possibile, prendiamoci qualche minuto e osserviamo con attenzione, non bisogna avere fretta. Dobbiamo individuare bene la direzione della corrente, il frangente ed eventuali interruzioni, buche, canaloni.
    L’osservazione non è ancora finita, spostiamoci sul bagnasciuga e diamo uno sguardo intorno a noi, cercheremo gusci di telline, arselle etc, la loro presenza è sintomo di pascolo fertile davanti a noi. Ora volgiamo lo sguardo prima alla nostra destra e dopo alla nostra sinistra e analizziamo il profilo della spiaggia. Cercheremo di individuare rientranze e punte di sabbia, due settori interessanti per la pesca.
    Non è ancora finita, manca un ultimo step. Prima abbiamo utilizzato uno dei nostri sensi, la vista, ora entra in gioco un altro dei sensi: la sensibilità. Armiamo una canna con solo piombo, lanciamo ed iniziamo a richiamare il piombo lentamente. Lo scopo è quello di “leggere” lo stato del fondale, quanti più segnali recepiremo più scelte avremo.
    Quali informazioni di rientro si possono avere? Con un pochino di pratica tante, ad esempio un piombo che saltella indica una durezza del fondo, cioè la mareggiata non ha ancora scavato, mentre un fondo che inghiotte il piombo si dice aperto ed è più produttivo, oppure la presenza di alghe, oppure ancora la direzione della corrente etc. Fate diversi lanci e prendetevi il tempo necessario per decidere, se la corrente è troppo forte può essere utile spostarsi a valle fino al punto dove il piombo smette di correre.

    Ma in concreto, cosa è la buca, il frangente, il canalone, la punta? Come si individuano e quando sceglierli?
    Stante la sua complessità, l'argomento merita una trattazione specifica, in questa sede mi limiterò a brevi accenni usando termini semplici e non troppo tecnici, spetta a voi con la vostra curiosità entrare nella pratica.
    Dunque, sono dei settori della spiaggia che si formano durante la mareggiata. Iniziamo con il primo.
    Il frangente.
    E' il tratto di mare dove l'onda si rovescia su se stessa a causa dell'innalzamento del fondale. La violenza è talmente forte che crea una azione di scavo, disseppellendo cibo. E' facilmente individuabile da riva, è un tratto di mare uniforme dove l'onda rompe, nel buio della notte staglia il colore bianco, è l'onda più lontana da riva, arrivarci sempre non è facile.
    Il canalone.
    E' un tratto di mare profondo, insieme alla buca, dove l'onda non riesce a rovesciarsi su se stessa. Di giorno è più facile individuarlo, è un tratto dalla calma apparente rispetto al contesto, parte dal largo fino a riva come una sorta di autostrada.
    Di notte è un po' difficile, ma non tutto è perduto.
    Ricordate quando vi siete messi sul bagnasciuga per studiare il profilo della battigia? Ricordate le rientranze?
    Se pensate di averne individuato uno, avvicinatevi. Capirete di essere sul punto giusto quando noterete che qui l'onda ha molta più energia del resto della spiaggia, salendo diversi metri in più rispetto ad altri tratti e quando noterete che ai lati del canalone si sono formate due lingue di sabbia che protendono verso il mare.
    La punta.
    La punta è un tratto di mare caratterizzato da poca profondità. E' una componente del canalone (le lingue di sabbia appena citate) ma questo non avviene sempre, dipende dalla conformazione del fondale. A causa della scarsa profondità va subito in crisi, le onde si susseguono una dietro l'altra.
    La buca.
    E' un tratto di mare profondo, così come il canalone, ma a differenza di quest'ultimo dalle dimensioni più contenute. A volte è presente nel bagnasciuga ma anche oltre. Per individuarlo occorre osservare il tratto di mare per alcuni minuti, deve presentarsi di color scuro, assenza di schiuma in superficie. Nel gradino di risacca un altro indizio è l'onda; se rovesciandosi produce un boato, davanti a noi abbiamo un tratto profondo.

    Per aiutarvi allego una foto postata da Lucante in una delle tanti discussioni in merito presenti nel forum (questo il link https://surfcasting.forumfree.it/?t=44112070).

    E' abbastanza rappresentativa di tutte le situazioni che abbiamo appena descritto.

    2nqcmrk


    Ma quando sceglierli?
    Data la sua complessità, la domanda merita una trattazione adeguata, e almeno per ora vi consiglio di non mettere troppa carne al fuoco. Sinteticamente, una ipotetica battuta andrebbe affrontata con tutte le situazioni che abbiamo appena trattato, durante le varie fasi della mareggiata tenendo presente che i tratti profondi come il canalone e la buca sono quelli che durante la fase iniziale e costante della mareggiata generano molta corrente, a volte insostenibile, mentre la punta può essere affrontata durante la fase finale.

    Bene, finita la fase di osservazione e scelto il settore che secondo noi è il più interessante, inizia la fase di preparazione dell’attrezzatura.
    Qui non entro troppo nel dettaglio, lascio a voi l’organizzazione della sessione di pesca. Se posso permettere un suggerimento, organizzate una postazione raccolta con il necessario a portata di braccio, dopo tante ore la fatica si fa sentire.
    Ricordate il discorso dei terminali aggrovigliati? Ne abbiamo parlato nella fase di organizzazione. E’ arrivato il momento di utilizzarli per ridurre i tempi di innesco. Prepariamoci diversi travi innescati, magari uno per canna e appoggiamoli alla serbidora o allo stenditrave. Recuperato il trave non dobbiamo fare altro che agganciare quello già preparato e rilanciare. Con calma prepareremo l’altro.

    4) ANALISI POST USCITA.

    Siamo finalmente a casa, è arrivato il momento del meritato riposo. Inevitabilmente la mente ritorna alla battuta e all’esito dell’analisi, positivo e negativo.
    Il fattore positivo ha confermato la bontà delle nostre scelte (fattore C a parte), quello negativo fa scaturire tutta una serie di considerazioni, i se ed i ma si sprecheranno….. Tranquilli, fa parte del gioco.
    Però vi dico subito che un buon surfcastman non può prescindere dall’analizzare le uscite di pesca. Una disamina può trasformarsi in una miniera di preziose informazioni, che saranno tanto più precise e dettagliate nel tempo quante sono le uscite di pesca. E credetemi, non sono teorie così campate per aria.
    Si tratta semplicemente di trasferire tutte le nostre informazioni su carta, o meglio su PC, visto che la tecnologia oggi ci da un grande aiuto.
    Basta un semplice file suddiviso in colonne, dove annoteremo i dati più importanti della sessione di pesca. I contenuti sono a vostra libera scelta, per chi volesse uno spunto allego il file che utilizzo io, potete utilizzarlo e personalizzarlo liberamente.
    Dalla raccolta di queste informazioni possono scaturire dati interessanti, trasformabili in grafici di facile lettura.
    Le potenzialità di simili strumenti sono di grande aiuto per noi, immaginate che con tutti questi dati abbiamo a disposizione per esempio le esche che sono state gradite di più in quel determinato spot, gli orari in cui sono avvenute le catture più frequenti e tanto altro ancora. Per farvi comprendere meglio, posto un paio di grafici delle mie analisi, il periodo preso in esame riguarda gli ultimi 7 anni e rappresenta il numero delle catture avvenute in base alle fasi di marea e il numero di catture avvenute in rapporto alle fasi lunari.


    Modello di una tabella per la raccolta dati.

    report



    esempio di grafico riportante la percentuale delle catture avvenute nelle varie fasi lunari.

    02_0


    esempio di grafico riportante la percentuale delle catture avvenute nelle due fasi di marea.

    03_0




    Spero che questa lettura sia motivo di sprono e vi invogli ad andare a pesca con lo stesso spirito con cui vado io, ininterrottamente da 35 anni. L’augurio è di potervi leggere presto in qualche report di pesca, magari corredato da video e foto.

    Per finire, vi invito a due riflessioni che ho volutamente lasciato per ultime:
    Il forum promuove da molto tempo il rispetto per le prede e per l’ambiente. Evitiamo le catture di prede sottomisura e le stragi assurde, inutili e dannose. Rispettiamo l’ambiente, portiamo sempre con noi una busta di mondezza e lasciamo pulito il luogo di pesca, alle future generazioni lasceremo un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato noi.


    Ringrazio tutto lo Staff degli Amministratori e Moderatori e mio “fratello” Volpin0 per i preziosi suggerimenti, e Simone Sea Miner per la bellissima foto che lo rappresenta in copertina.

    Edited by sandro rau - 2/5/2019, 10:15
     
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  2. giacus
     
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    Ottimo Sandro. E complimenti per la dedizione con la quale appunti ogni dettaglio, effettuare un'analisi a distanza di tempo è sempre interessante per la pesca.


    Forse c'è un ulteriore dato in quella tabella che secondo me si potrebbe aggiungere, la temperatura dell'acqua.

    Credo che la temperatura dell'acqua influenzi in qualche modo l'attività dei pesci e possa variare da settimana a settimana, se non di giorno a giorno. Rilevarla localmente con un qualsiasi termometro di acquario o cucina che sia, forse potrebbe anche avere un suo senso.

    Saluti.
     
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    Bravissimo Dino!
    aggiungerei 5nta fase: "Apertura Armadio!" :) sempre per quel discorso di chi ha giá un po di salsedine sulle spalle...
    a parte le battute, un ottimo "punto su punto" da spuntare a ogni uscita...
    Grazie.
     
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    Che altro aggiungere a questa pratica e piacevole guida ;)

    Posso solo farti i miei complimenti, fratello mio, per aver avuto quest’idea che aiuterà sicuramente chi è agli inizi o chi non è capace di organizzarsi al meglio o semplicemente chi non ha questa capacità organizzativa e per la foga di andare tralascia vari aspetti che potrebbero trasformare un “cappotto” in una “bella pescata” :)

    D’altra parte vengono da chi toccato con mano ed ha vissuto i momenti d’oro del Surfcasting cavalcando quell’onda e arrivando ad oggi con la stessa passione di quel tempo sfruttando, oggi, nel migliore dei modi la tecnologia che allora non c’era, vedi pc siti meteo ecc..ecco questa è una sana abitudine che tutti dovremmo avere, fare proprio come hai suggerito :wub:
    Analizzare il post uscita con gli strumenti che tutti abbiamo.
    Suggerimenti da dare io proprio ne avrei pochi visto che prendo spunto dalle tante chiacchierate che ci facciamo e dai racconti e analisi che ne escono.

    Magari si potrebbero arricchire man mano i punti che riguardano le quattro fasi da te descritte in base agli interventi che tu o lo staff tutto ritenete opportuni. Ad esempio mi viene in mente il discorso granulometria della sabbia che ci fa capire “l’energia” della spiaggia, utile sempre alla lettura o interpretazione.

    Stai pur certo che se mi si accende la lampadina e ne esce qualcosa di utile, prontamente aggiungerò.

    Approfitto dello spazio per aggiungere nell’approccio, l’umiltà.

    Non rechiamoci di fronte al Mare “con il petto all’infuori” siamo come un granello di sabbia di fronte ad Esso. Non ci sono regole fisse o certezza di risultato, il conoscere le spiagge che si frequentano, l’approccio mentale nel leggere o ascoltare i segnali che il Mare ci detta e soprattutto la costanza, ci porteranno al tanto ambito risultato.
     
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    ottimo . una domanda sul grafico (che trovo ben fatto ed esaustivo) la percentuale di catture sulle varie fasi lunari tiene presente proporzionalmente anche quante volte sei andato in quelle condizioni? mi spiego meglio , io tendenzialmente tendo ad andare più con la luna nuova e la luna piene ( soprattutto ho trovato quest'ultima dalle mie parti più produttiva per le mormore) e chiaro quindi che sarò portato a catturare più in queste fasi
     
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    Dino

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    CITAZIONE (furbara @ 5/4/2019, 16:02) 
    ottimo . una domanda sul grafico (che trovo ben fatto ed esaustivo) la percentuale di catture sulle varie fasi lunari tiene presente proporzionalmente anche quante volte sei andato in quelle condizioni? mi spiego meglio , io tendenzialmente tendo ad andare più con la luna nuova e la luna piene ( soprattutto ho trovato quest'ultima dalle mie parti più produttiva per le mormore) e chiaro quindi che sarò portato a catturare più in queste fasi

    Dunque, questi dati sono il risultato di anni di sessioni di pesca effettuate in tutte le condizioni. I grafici riportano tutte le catture in percentuale che sono avvenute durante le fasi lunari. La lettura di questi dati può dare indicazioni utili sullo spot che frequentiamo e come si può notare dall'alta percentuale, anche sfatare dei luoghi comuni, come quello riguardante la scarsa pescosità con la luna piena. Oppure
    Ovviamente questi dati non hanno valenza nazionale, sono riferiti al mio contesto, però servono per fare capire quanto sia importante la raccolta dati e la sua analisi. Per avere un'alta percentuale di affidabilità è necessario che le uscite a pesca siano tante.
    Ritornando al mio grafico, ti posso dire che oggi, quando la fase lunare è il 1° quarto, a pesca ci vado spesso e volentieri, il pesce dimostra più attività.
    Colgo l'occasione e ti faccio una domanda io, invece.
    Hai scritto che preferisci andare di più a pesca con la luna nuova e la luna piena, rispetto ad altre fasi lunari. E' una considerazione dettata a memoria, oppure frutto di dati statistici?
     
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    paffarolo

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    per quel che riguarda le mormore ,parlo sempre della mia zona, provincia di Roma e alto lazio,è dettatta dall'esperienza: statisticamente le migliori pescate le ho fatte nelle notti di luna piena , e ti diro di più, sistematicamente mangiano quando comincia a girare il vento . mi spiego meglio , specie nelle nottate estive ed in tarda primavera , il vento fa il giro del sole la mattina presto è di se poi gira rinforza il primo pomeriggio da sw e cade da w, generalmente vero le 23 , mezzanotte mette una leggera brezza da terra e le mormore iniziano a mangiare.
     
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    bellissima guida, complimenti
     
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    Comunque i dati statistici sono un elemento aggiunto da Dino dato dalla sua annuale esperienza che ha valore per le sue spiagge e per gli anni passati , quindi la sostanza di questa guida è andare a pesca sempre con dei suggerimenti che ogniuno adatterà alla propria zona e alle proprie esperienze .
    Un chiarimento sulla statistica , come detto prima si riferisce a dati passati e comunque per avere un valore reale di previsione deve comprendere un numero di pescate frequenti ravvicinate almeno settimanali e comprendere cappotti e catture , nel senso che se si va solo in una condizione non può essere considerato rilevante
     
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    Quando ero bimbo e non avevo ancora il pc avevo un diario di pesca, ci annotavo data, condizioni meteo marine, catture, esche calamenti e tutte le info rilevanti.
    Poi ho abbandonato.
    Recentemente avevo iniziato anche io a fare un excel nello stile del tuo ma poi mi dimentico sempre di aggiornarlo.

    Dai dati che mostri sembra che nessuno dei fattori che hai esaminato (fasi lunari e marea) abbia una influenza significativa. Risultato abbastanza frequente quando ci sono tanti fattori a influire.
    I dati della marea sembrano concordare con quelli che avevo trovato mettendo insieme i report sulle spigole.

    Per fare un po' il rompiballe ti dico che fare grafici per capire l'influenza di un fattore senza però fare una analisi statistica è in realtà quasi inutile perché non puoi sapere se quelle variazioni che vedi sono dovute al caso o al fattore di cui stai cercando di capire l effetto.
    Quello che però si può razionalmente concludere è che finché si vedono variazioni piccole (pochi punti %) possiamo allegramente fregarcene di dare importanza a quel fattore perché anche fosse un effetto signicativo nella pratica non ci cambierebbe nulla...
     
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    Dino

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    Ragazzi, mi fa piacere il vostro interessamento ma stiamo andando leggermente OT da quello che è l'intento primario.
    I grafici sono stati messi a titolo di esempio per far capire ai novizi quanti dati è possibile estrapolare da una raccolta di informazioni di un certo periodo.
    Per essere più chiaro in merito, preciso che i dati dei grafici si riferiscono agli ultimi sette anni, gennaio 2019 compreso, a pesca ci vado mediamente una volta la settimana, spesso e sovente anche due, ovvio che la raccolta di questi dati ha generato una mole di pagine che ho volutamente evitato di postare, perchè non attinente al 3D.
     
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    i dati incrociati dicono che ci son condizioni migliori di altre.
    primo quarto+alta marea =83
    luna nuova + bassa marea =66

    hai un 25%-30% di probabilità in piu. se devi pianificare un uscita potresti anche tenerne conto.

    comunque il vento e l'andamento delle onde rimangono i fattori dominanti sempre. le altre le vedo come sfumature
     
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    leggo,ri leggo,stra leggo e la noia non c'e mai.apprezzo tantissimo questo modo d'intendere la condivisione della nostra passione.le riflessioni finali sono dei capisaldi fondamentali ;)
     
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    Fabrizio

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    CITAZIONE (Ale7x8 @ 5/4/2019, 19:51) 
    i dati incrociati dicono che ci son condizioni migliori di altre.
    primo quarto+alta marea =83
    luna nuova + bassa marea =66

    hai un 25%-30% di probabilità in piu. se devi pianificare un uscita potresti anche tenerne conto.

    comunque il vento e l'andamento delle onde rimangono i fattori dominanti sempre. le altre le vedo come sfumature

    No, non è così.
    Non puoi sommare quelle percentuali.
    Giusto per farti capire l'errore, se c'era un terzo fattore ininfluente (quindi al 50%), se sommavi pure quello superavi il 100 %.
     
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    Poco ma bono!

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    Gran bel lavoro!
    Figlio della passione verso questa nostra disciplina!
    Chicca partorita nel forum per il forum!
    Credetemi ragazzi sono poche ore che sono passato nel loro team, ma vi assicuro che sono delle bombe e lavorano sodo per questo bellissimo forum che condividiamo!
    Grazie :wub:
     
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