l'ABC del novizio: Strategie e analisi degli errori più comuni

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    Dino

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    Benvenuti al sesto appuntamento della serie ABC dedicati ai novizi, composta dai seguenti Tutorial:

    1). SURFCASTING: preparazione e pianificazione di una sessione di pesca;
    2). l'ABC del novizio: I sistemi pescanti;
    3). l'ABC del novizio: Gli ami;
    4). l'ABC del novizio: I pesci del surfcasting;
    5). l'ABC del novizio: Le esche;
    6). l'ABC del novizio: Strategie e analisi degli errori più comuni.

    Questo Tutorial, così come tutti i precedenti, è stato pensato per i novizi ed in generale a tutti quelli che si approcciano per le prime volte a questa fantastica disciplina.
    È dedicato all’analisi delle strategie e agli errori che si commettono più frequentemente durante una sessione di pesca. Prenderemo in esame le fasi precedenti la sessione di pesca, a partire dall’analisi delle previsioni meteo fino all’organizzazione della postazione di pesca.

    Anche questo Tutorial è aperto ai suggerimenti di tutti coloro che avranno il piacere di condividere le proprie esperienze.

    Iniziamo subito.

    Se devo stabilire una scala di importanza di alcuni aspetti che riguardano l’impostazione di una sessione di pesca, quelli che per me hanno maggiore importanza sono:

    1) PREVISIONI METEO;
    2) CONOSCENZA DELLA SPIAGGIA;
    3) POSTAZIONE DI PESCA.

    Esaminiamole una alla volta.

    Parte prima.
    ANALISI DELLE PREVISIONI: il meteo.


    I fattori che devono essere considerati sono diversi, direi anche troppi per un novizio per cui ci limiteremo alla ricerca di alcuni di questi, che per iniziare forniscono comunque una base ottimale per poter pianificare al meglio una sessione di pesca.

    In sostanza, ciò che è importante sapere sono:

    1) pressione barometrica;
    2) vento;
    3) maree.


    Al giorno d’oggi questi tre elementi sono tutti facilmente verificabili sul web, esistono diversi siti meteo ben strutturati in grado di fornire parecchi dati (non sto ad elencarli perché ognuno ha i suoi preferiti). La consultazione deve iniziare diverso tempo prima della sessione di pesca per poi essere monitorata nei giorni successivi.

    La pressione barometrica.
    Ci fornisce una prima valutazione sulla situazione di alta o bassa pressione in atto, con tendenza nei giorni seguenti. La pressione barometrica comprende l’alta pressione, che è sinonimo di bel tempo e la bassa pressione che è sinonimo di brutto tempo e viene espressa in etto Pascal, brevemente hPa, oppure nell’equivalente millibar, brevemente mb.
    Ai fini della pesca, a noi interessa capire se e come ci sarà una fase di bassa pressione, poiché ad essa è associato l’arrivo di tempo instabile come vento, pioggia, calo delle temperature.
    Indicativamente, valori da 1.010/1020 hPa a salire significano bel tempo, valori inferiori significano l’arrivo di cattivo tempo.

    Proviamo a simulare una ricerca su diversi siti meteo e con l’ausilio di alcune foto spiegheremo il significato.

    Esempio n. 1:
    analizzando questa foto le cose che si notano subito sono le diverse tonalità di colore, alcune lettere, dei cerchi e linee bianche intervallati da numeri.
    Le diverse tonalità di colore stanno ad indicare le diverse temperature e sono associate alla pressione, quindi il rosso e il giallo-arancio per alta pressione (lettera A in foto) indicano bel tempo e temperature alte, il blu scuro (lettera B) per la bassa pressione e indica l’arrivo del brutto tempo, in questo caso accompagnato da temperature in netto calo. Il verde segna lo spartiacque, con temperature medie.
    La differenza di pressione tra l’alta e la bassa ci fa capire l’intensità della perturbazione in arrivo. Differenze come quella mostrata in foto, 1033 hPa per l’alta pressione e 940 hPa per la bassa pressione, indicano l’arrivo di cattivo tempo accompagnato da venti molto forti. Le linee bianche, dette isobare, ci aiutano a capire ulteriormente questo dato, infatti tanto più sono ravvicinate tra loro tanto più è importante la perturbazione.

    meteo-_1


    Esempio n. 2:
    altro esempio che si può trovare durante una consultazione. Abbastanza simile alla foto precedente, manca solo l’indicazione in lettere dell’alta e della bassa pressione. I valori minimi e massimi, in questo caso 1035 per l’alta e 995 per la minima, sono comunque facilmente individuabili (la bassa pressione è cerchiata di colore blu).

    aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


    Ora facciamo un esempio più concreto. Ipotizziamo una prossima uscita a pesca e proviamo a simulare una consultazione.

    meteo-_5


    Osservando questa foto, il primo risultato che ci appare sono due fasi di bassa pressione, una situata sopra l’Inghilterra con un valore intorno ai 990 hPa, l’altra in mezzo all’Oceano Atlantico con un valore di 995 hPa.
    Nelle immagini a seguire vedremo come queste perturbazioni interesseranno anche l’Italia.
    Ricordate che prima abbiamo accennato come la bassa pressione muove in senso antiorario? Nella foto successiva si può vedere come la rotazione antioraria delle due perturbazioni scontrandosi ha generato un vento da NW di forte intensità (i tratti giallo-verde rappresentano la massima intensità del vento), con significazioni molto marcate sulle coste atlantiche, sul canale di Sardegna e sulle coste siciliane.

    meteo-_4


    meteo-_3


    La foto successiva, presa da un altro sito, conferma le previsioni viste in precedenza, in questo caso l’intensità del vento è rappresentata con due colori, il blu indica vento teso ed il viola vento forte fino ad arrivare al rosso (vento fortissimo) nel canale di Sicilia:

    meteo-_4bis

    Come si può notare, in entrambe le previsioni meteo si nota come il vento si dispone a maestrale sulla Sardegna, a ponente sulla Campania, Calabria e Sicilia e in rotazione a est-nord-est in Adriatico.

    Già ora abbiamo una prima indicazione sulle condizioni meteo che potremo trovare a pesca. Vediamo ora il discorso relativo al vento.

    Il vento.
    Dopo che abbiamo visto come nasce una perturbazione ed il vento generato, è fondamentale conoscere i vari tipi di vento che soffiano sulle nostre coste, la loro provenienza e l’influenza che questi hanno sulle spiagge che frequentiamo, perché tutto ciò che dà origine ad un impianto da surf è il vento, è l’elemento primario del surf, senza di esso non c’è onda, quindi non c’è mareggiata.

    Intanto diamo un piccolo ripasso alla rosa dei venti come in foto. È suddivisa in quattro quadranti, ciascun quadrante indica il vento di appartenenza ed i gradi. Nelle previsioni meteo può capitare che la direzione del vento venga espressa in quadrante anziché per il suo nome, ecco perché è importante conoscere la rosa dei venti.


    IMG-20221025-WA0008

    Vediamo quali sono i tipi di vento che soffiano in Italia.

    Il Maestrale.
    Vento freddo in inverno, gradevole d’estate, il maestrale è il vento che proviene da nord-ovest, per la sua forza porta spesso i mari a burrasca o in tempesta. Spesso accompagnato da precipitazioni a carattere di rovescio o temporale.

    La Tramontana.
    Vento freddo e rafficato proveniente dalle regioni del nord Europa, può soffiare tutto l’anno con maggior frequenza in inverno, portando con sé un deciso abbassamento delle temperature.

    Il Grecale.
    Vento dal freddo secco e gelido, dovuto alla discesa di aria artica proveniente dalle regioni del nord-est Europa, il grecale soffia tutto l’anno, a volte rafficato, nella stagione invernale porta con sé ondate di aria polare artica.

    Il Levante.
    Vento fresco e umido proveniente da est. È un vento che soffia tutto l’anno e spesso porta con sé piogge intense, soprattutto in inverno. La sua influenza è sentita sulla costa Adriatica.

    Lo Scirocco.
    Vento caldo e secco di provenienza africana (sud-est), durante il viaggio verso l’Italia si carica di umidità, portando con sé rialzi termici, avvertibili soprattutto d’estate e pioggia sabbiosa proveniente dal Deserto del Sahara. Lo scirocco è un vento che genera correnti fortissime.

    Il Libeccio.
    Vento umido e molto rafficato, a volte violento, proveniente da Sud Ovest, porta con sé piogge e umidità elevate. È un vento molto temuto perché spesso genera delle forti burrasche e grandi mareggiate sulle coste occidentali della Sardegna e quelle tirreniche, accompagnate da piogge molto intense.

    Il Ponente.
    Il ponente è un vento proveniente da ovest, di solito moderato ma a volte capace di generare grosse mareggiate fra le coste occidentali della Sardegna e le coste tirreniche.


    Il Fetch.
    Termine sconosciuto a molti, ben conosciuto agli scer avezzi al vento e alla salsedine, la conoscenza del Fetch è molto importante ai fini dello studio delle previsioni, perché in base ad esso sapremo per esempio quanto può durare un moto ondoso per un determinato tipo di vento.
    Per spiegarlo in modo chiaro ai novizi direi che il Fetch è un tratto della superficie marina dove il vento soffia costante e la sua azione di forza si trasferisce al mare, che da uno stato di calma iniziale inizia a muoversi dapprima con piccole onde per poi crescere sempre di più, fino ad arrivare a onde alte e grandi.
    Se durante il suo percorso non trova ostacoli naturali, ad esempio la terraferma con le sue catene montuose etc., il Fetch avrà una estensione tale che il suo moto ondoso cesserà parecchie ore dopo la calma di vento, addirittura qualche giorno.

    Facciamo alcuni esempi concreti.

    Prendiamo due venti differenti come il grecale e libeccio. Se ci troviamo in pesca su una spiaggia della Corsica il grecale avrà un Fetch breve, perché durante il suo cammino da nord-est incontrerà il tratto appenninico che smorzerà la sua forza con un moto ondoso breve generato dal passaggio nel Tirreno, dalla Toscana verso la Corsica, per cui in queste spiagge si avrà una scaduta breve perché è breve la sua intensità. Ma lo stesso discorso non vale se a pesca fossimo sulle spiagge della Spagna perché in questo caso il Fetch ha un bel tratto di mare aperto tra la Sardegna e la Spagna per generare un moto ondoso più lungo e duraturo.
    Altro esempio con il libeccio, che a differenza del grecale è un vento molto più rafficato. Se ci trovassimo a pesca nella costa ovest della Corsica avremo un moto ondoso che può durare fino a un paio di giorni dopo che il vento si è calmato, perché nel suo lungo cammino non ha ostacoli naturali e giunge sulle coste dopo un viaggio di qualche migliaio di km durante il quale le onde sono arrivate a svariati metri di altezza. Lo stesso discorso invece non vale per le coste della Toscana, per cui anche se è sempre un vento violento, arriverà smorzato per la presenza di ostacoli naturali come la Corsica e la Sardegna.
    Ogni vento quindi ha una sua forza e una sua durata, una caratteristica e fisionomia ben precise, è quindi molto importante conoscere le spiagge che frequentiamo ed in base alla loro conformazione capire quale influenza può avere, perché le spiagge non sono tutte uguali e non tutte si comportano alla stessa maniera.

    La classificazione Douglas e Beaufort.
    La condizione dello stato del mare, determinata in base all'altezza media delle onde (rilevate in mare aperto) viene classificata secondo la Scala Douglas viene espressa attraverso una scala da 0 a 9, dove il valore 0 corrisponde al mare calmo e il valore 9 corrisponde alla massima espressione della potenza del mare, cioè tempestoso.
    La forza del vento (velocità) viene classificata attraverso la scala Beaufort, inventata dall’ammiraglio britannico a cui si deve il nome. Viene espressa attraverso una scala da 0 a 12, dove il valore 0 corrisponde alla calma di vento e il valore 12 corrisponde alla massima espressione della potenza del vento, cioè uragano.

    Poiché ci capiterà spesso di sentir parlare della forza del mare o della forza del vento, vediamo le due classificazioni.

    Scala Douglas > forza del mare:

    0 corrisponde a: calmo
    1 corrisponde a: quasi calmo
    2 corrisponde a: poco mosso
    3 corrisponde a: mosso
    4 corrisponde a: molto mosso
    5 corrisponde a: agitato
    6 corrisponde a: molto agitato
    7 corrisponde a: grosso
    8 corrisponde a: molto grosso
    9 corrisponde a: tempestoso


    Scala Beaufort > forza del vento:

    0 corrisponde a: calma di vento
    1 corrisponde a: bava di vento
    2 corrisponde a: brezza leggera
    3 corrisponde a: brezza
    4 corrisponde a: brezza vivace
    5 corrisponde a: brezza tesa
    6 corrisponde a: vento fresco
    7 corrisponde a: vento forte
    8 corrisponde a: burrasca moderata
    9 corrisponde a: burrasca forte
    10 corrisponde a: tempesta
    11 corrisponde a: fortunale
    12 corrisponde a: uragano

    Riassumendo, le spiagge poco profonde, dette anche a bassa energia, sono adatte a sopportare il vento nelle fasi iniziali, se questo diventa troppo forte “saltano”, cioè non sono più affrontabili se non dopo, nella fase finale della mareggiata. Le spiagge di media profondità subentrano alle spiagge a bassa energia e sono adatte a sopportare venti più forti, oltre un certo limite mostrano i loro limiti ed entrano in gioco le spiagge profonde.


    Maree.
    Qui entriamo in un discorso un po' spinoso dove i pareri personali degli scer, concordi o discordanti, si sprecano. Da una parte ci sono quelli favorevoli riguardo l’influenza positiva dell’alta marea (me compreso), dall’altra quelli che non hanno trovato grosse differenze in pesca tra una bassa marea e l’alta, secondo argomentazioni più o meno valide, tutte rispettabili, per cui tratteremo l’argomento sinteticamente, tralasciando a malincuore le spiegazioni dettagliate e affascinanti sull’influenza della luna e sulle forze gravitazionali, troppo lunghe per poter essere trattate.
    Intanto diciamo che le maree sono movimenti di acqua che si alzano (flusso) o si abbassano (riflusso) ogni 6 ore, quindi in una giornata abbiamo due fasi di alta e due di bassa marea.
    È opinione condivisa da molti che la marea influisce sull’umore dei pesci, condizionando la loro attività, in particolar modo la fase di alta marea. A noi il dato che interessa maggiormente è conoscere le varie fasi di marea previste per il giorno della nostra sessione, in particolar modo l’alta marea. Sono da prendere in considerazione all’incirca le due ore prima e le due ore dopo il culmine di alta, orari in cui i pesci si sono dimostrati particolarmente attivi.

    Vediamo un esempio concreto di una consultazione:

    tabella_marea

    il colore blu indica il culmine dell’alta marea, alle 4:10 e la successiva alle 16:41; il colore rosso indica la fase di bassa marea, alle ore 10:27 e alle 23:15; i valori numerici in basso si riferiscono alle 24 ore; i valori del lato sinistro si riferiscono all’altezza della marea espressa in cm. (nell’esempio in foto sono previsti circa 20 cm. di escursione) e nella parte alta è rappresentato il sorgere ed il tramonto del sole.


    Suggerimento: affidarsi sempre ad almeno due/tre siti meteo, in modo tale da poter confrontare i dati, aumentando le percentuali di affidabilità delle previsioni.

    Suggerimento: I dati relativi alle maree vengono rilevati nei principali porti della nostra regione. Se il nostro luogo di pesca è distante dal porto più vicino rilevato, quel dato dovrà essere considerato con una certa tolleranza. Questo dato sarà ancor più preciso se lo confrontiamo con i due porti più vicini al luogo di pesca.



    Parte seconda.
    CONOSCENZA DELLA SPIAGGIA.


    Bene, detto delle previsioni meteo, ora analizziamo brevemente la morfologia di una spiaggia. Se la spiaggia è esposta a diverse tipologie di vento, e tutti i venti non si comportano alla stessa maniera, anche la spiaggia avrà un comportamento diverso a seconda del tipo di vento poiché deve adattarsi a sopportare l’intensità prevista.

    Abbiamo tre tipi di spiagge:

    1) spiagge di bassa profondità;
    2) spiagge di media profondità;
    3) spiagge profonde.


    - Le spiagge con bassa profondità, aventi granulometria fine, sono da preferire nelle fasi iniziali e finali della mareggiata;
    - Le spiagge di media profondità, aventi granulometria media, sono adatte a tutte le fasi della mareggiata (ovviamente parliamo di condisurf, non di maremoto);
    - Le spiagge profonde, avente granulometria composta di solito da ciottoli o sabbia molto grossa, per la loro elevata profondità sono particolarmente adatte a condizioni di surf impegnativo, non più affrontabile nelle condizioni precedenti.

    Giusto per farvi comprendere meglio il discorso della granulometria, vediamo un paio di foto:

    Granulometria fine (spiaggia a bassa profondità);

    granulometria_fine_01


    Granulometria media (spiaggia a media profondità).

    aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa_1

    La diversa granulometria aiuterà a capire il tipo di fondale che avremo davanti a noi e le possibili prede da insidiare.
    Con l’aiuto delle più moderne tecnologie che ci vengono messe a disposizione, oggi è possibile studiare già da casa la morfologia della spiaggia prescelta, sia mare calmo che a mare mosso, per esempio aiutandoci con applicativi (Google Earth e similari), che ci mostreranno situazioni come quelle che stiamo per mostrare.

    Nella fase che stiamo per esaminare vedremo come individuare i tratti caratteristici di una spiaggia, che se ben individuati ci permetteranno di comprendere come funziona una mareggiata e di conseguenza di adottare le strategie migliori per conseguire buoni risultati.

    Partiamo da una foto presa a mare calmo.

    esempio_1

    Prendetevi qualche minuto e osservate bene questa foto. E’ una foto fatta d’estate, quindi tralasciamo barche, sdraio e fortunati bagnanti e concentriamoci su altri aspetti.
    Iniziamo a descrivere cosa notiamo.
    Possiamo vedere tre barriere di protezione artificiali posizionate di fronte alla spiaggia, tra una barriera e l’altra si vedono dei tratti più scuri, sono alghe che arrivano sino a riva, per finire la riva stessa che ha delle rientranze rispetto a tutta la spiaggia e per finire una punta di sabbia pronunciata alla destra.
    Volendo riassumere quanto abbiamo visto, possiamo dire che quando la corrente giunge verso riva e trova diversi ostacoli il suo percorso viene fermato, se invece trova dei varchi si incanala e giunge a riva con più forza.
    Ebbene, sappiate che anche sotto la superficie succede la stessa cosa.
    Anche sotto la superficie del mare ci sono delle barriere che ostacolano la corrente, sono barriere naturali, in questo caso banchi di sabbia che sono stati depositati verso il largo dalla corrente durante le mareggiate nel corso del tempo. Tra un banco e l’altro si creano sono degli spazi, i famosi canali, che permettono alla corrente di incanalarsi tra un banco e l’altro sino ad arrivare a riva, favorendo così quello che è l’impianto da surf.

    Sempre con l’aiuto delle foto spieghiamo meglio il concetto.

    esempio_2

    Questa foto ha le stesse caratteristiche della prima, anche in questa ci sono i banchi di sabbia, ci sono i canali, le anse e le punte. Riuscite a distinguerle?

    Osservate la stessa identica foto ed entriamo nel dettaglio.

    esempio_3

    Evidenziati in giallo si possono notare i banchi di sabbia di cui abbiamo accennato nella foto precedente, distanziati tra loro ad intervalli più o meno regolari. Tra un banco e l’altro si possono notare dei tratti a forma di V evidenziati dalle frecce bianche, ebbene questi sono i canali di entrata ed uscita del pesce.

    Continuiamo con l’osservazione.
    Osservate il profilo della battigia, come potete vedere non ha un andamento regolare. Partendo dalla sinistra il primo tratto di battigia è rettilineo, subito dopo abbiamo una punta, un’ansa, un’altra punta e a seguire un’altra ansa e così via. Se notate bene le anse si trovano in concomitanza con i canali di cui abbiamo parlato in precedenza. I tratti scuri presenti su quasi tutta la riva sono alghe, e non è un caso che si trovano in concentrazioni maggiori proprio nelle anse, infatti anche loro seguono la corrente. Capita spesso che tendono ad uscire verso il largo, questa è la corrente in uscita, cioè da riva verso l’esterno, che è anche la corrente di ingresso per le prede.

    Ma come si presenta lo stesso tratto, ma in condizioni da surf? Vediamo la foto che segue.

    esempio_4

    Come si può notare, nello stesso identico tratto di spiaggia si sono create le condizioni favorevoli per un interessante impianto da surf. Vediamolo nel dettaglio.
    I canali di cui abbiamo parlato in precedenza (frecce gialle) hanno favorito la creazione di ampie finestre in entrata e uscita (punti 1, 2 e poi prosegue al punto 4 in una sorta di continuità) che danno origine a due canali paralleli (punti 3, 5 e 6), mentre nei tratti più profondi si stanno creando le condizioni per la nascita di alcuni canaloni perpendicolari (foto 7 e 8), come si può notare dalla formazione delle anse lungo la battigia, evidenziate dalle frecce rosse.

    Tutte le queste condizioni che abbiamo esaminato sono di grande aiuto nello studio della spiaggia, ci permettono di arrivare sul luogo di pesca con maggiore conoscenza e consapevolezza e sono facilmente verificabili utilizzando una delle tante applicazioni presenti sul web. In questo caso abbiamo utilizzato la funzione “mostra immagini storiche” dell’app Google Earth, e con l’aiuto del cursore tornando indietro nel tempo ci verranno mostrate le foto scattate in un determinato momento (ai fini della pescata a noi interesseranno gli ultimi anni).

    Ci sarebbero tanti altri dati da considerare che mi sarebbe piaciuto approfondire, ma il discorso diventerebbe più complesso e lungo per poter essere analizzato nella sua interezza e non è il caso di aggiungere troppa carne al fuoco. Per chi è alle prime armi queste prime nozioni se utilizzate correttamente vi daranno un grande aiuto.


    Suggerimento: durante la ricerca su Google Earth e similari dei tratti più interessanti della spiaggia, al fine di arrivare il più vicino possibile al punto di interesse che avete individuato, cercate di memorizzare dei punti di riferimento a terra, per esempio vie stradali di accesso, oppure percorsi pedonali, eventuali case, piazzole, radure e comunque qualsiasi cosa che vi sia utile come riferimento.


    Parte terza.
    POSTAZIONE DI PESCA. Scelta della postazione.


    È arrivato il fatidico giorno, il momento tanto atteso, siamo finalmente arrivati sul luogo di pesca.
    Davanti a noi il mare ci accoglie fragorosamente, una distesa d’acqua intervallata da onde che si rovesciano su sé stesse a cadenze più o meno regolari, schiuma e salsedine trasportate dal vento, come a ricordarci chi comanda.
    Immagino già la faccia di molti, tra lo stupore e l’incredulo nel trovarsi davanti il mare e faticare a mettere in pratica quanto appreso dopo tanta teoria. Non è facile, lo sappiamo tutti, ma non è neanche difficile, diciamo che come in tutte le cose è richiesto un certo periodo di apprendistato.
    Iniziamo con il dire che per una buona riuscita è importante che abbiate colto per bene il suggerimento di prendervi dei punti di riferimento a terra, al fine di posizionarvi davanti al/ai canale/i che avete individuato a casa, in tal caso siete a buon punto perché il canale è lì davanti a voi, non si è trasferito da nessuna parte.
    Quello che non riusciamo a vederlo sotto la superficie, il mare c’è lo indica lo stesso, basta saper riconoscere i segnali. Per esempio, la schiuma bianca indica un tratto poco profondo e quindi un rialzo del fondale, al contrario un tratto profondo non presenta schiuma. Prendetevi del tempo e osservate l’evoluzione della mareggiata, in particolare dal primo frangente sino a riva. Tutto quello che non si vede da sopra si può verificare con canna e piombo, in questo caso andremo a sondare la direzione della corrente effettuando diversi lanci con un piombo sottodimensionato.
    Se non cogliete nessuno di questi segnali, può essere che la mareggiata sia ancora forte e i settori non si sono ancora delineati. In questo caso è facilmente verificabile dal numero di frangenti, uno o più che rompono a distanza da riva indicano che la mareggiata ha ancora molta energia.

    Aiutiamoci con qualche esempio, osservate queste foto.

    esempio_5

    Questa è la foto di una spiaggia media della costa ovest battuta qualche anno fa. Al nostro arrivo il mare era ancora forte, si notano diversi frangenti uniformi, alcuni molto lontani. In questo caso il mare si dice che è ancora “chiuso”, cioè la forza della mareggiata genera un eccesso di corrente primaria tale da impedire la formazione di quella secondaria, cioè quella corrente che da riva va verso l’esterno.
    In questa condizione c’è poco da fare, bisogna solo aspettare. Ci siamo posizionati davanti al banco di sabbia e abbiamo pazientato alcune ore, dopodiché il mare ha iniziato pian piano la sua parabola discendente, fino a creare questa situazione:

    esempio_6

    Avendo perso gran parte della sua energia, il frangente esterno (punto 1), coincidente con il banco di sabbia, si è avvicinato a riva aprendosi ai lati (punti 2 e 3), favorendo l’ingresso e l’uscita della corrente tramite un canale parallelo subito davanti. Poiché era l’unica situazione affrontabile al momento, si è deciso di presidiare le due finestre con una canna a testa e altre due dentro il canale parallelo, scelta che ci ha regalato 8 saraghi in meno di due ore. Durante la notte la corrente è diminuita ulteriormente sino a creare due canali che arrivavano a riva per poi proseguire verso il largo, creando un impianto del surf da manuale.
    L’esempio di cui sopra è giusto per dimostrare che se si è operato con criterio e con la dovuta pazienza, i risultati arriveranno. Quindi se al vostro arrivo la situazione non è quella sperata, non è chiara, non abbattetevi e abbiate fiducia.

    Suggerimenti:
    - sempre preferibile arrivare in condizioni di luce, in modo che si può verificare lo stato del mare e la presenza massiccia di alghe;

    - evitate di farvi prendere dalla fretta di lanciare le esche a mare senza neanche aver fatto un analisi preliminare dello spot e senza aver considerato l'evoluzione della mareggiata;

    - studiate bene l’evoluzione del meteo e pianificate al meglio la scelta del momento/fase di mareggiata e l'evoluzione della stessa, capita spesso di arrivare in spiaggia e ritrovarsi una situazione che non è ottimale.



    L’ARRIVO IN SPIAGGIA: l’organizzazione della postazione.

    Argomento delicato, soprattutto in ottica di stanchezza.
    Una volta scelta la postazione, l’organizzazione della propria postazione va effettuata tenendo conto di tutta una serie di fattori, come il numero di canne da mettere in acqua, lo spazio che abbiamo a disposizione, la distanza dai compagni di pesca etc…
    Di solito si va in pesca con due/tre canne, qualcuno anche di più, quindi occorre considerare una distanza di sicurezza dai compagni di pesca e una distanza ragionevole tra una canna e l’altra, per evitare che si accavallino tra loro a causa della corrente. Non avete idea della distanza che si percorre durante ogni sessione di pesca: si va a controllare le canne perché abbiamo visto una toccata, oppure perché la corrente ha fatto scarrocciare il piombo, oppure per i controlli di routine, ma ci si sposta per stare con i compagni di pesca, spostamenti fatti sulla sabbia. E’ facile ritrovarsi con la stanchezza addosso già a metà battuta, stanchezza che ha conseguenze immediate sul fisico e poi sullo stato mentale, se a tutto questo aggiungiamo il numero di lanci effettuati fino a quel momento….
    In conclusione, l’organizzazione della postazione va pianificata sin da casa, decidendo a priori cosa portare e cosa lasciare a casa, spesso ci portiamo appresso tanta di quella attrezzatura che useremo poco o nulla. Focalizzate l’attenzione sugli oggetti che usate di più in spiaggia, per esempio forbice, filo elastico, aghi innesco, pila frontale etc ed eventualmente prevedere una dotazione di scorta di questi, curate l’abbigliamento perché con la spiaggia non si scherza, non emulate i fenomeni del golfino leggero e delle scarpe da passeggio, dopo la prima “vera” serata passata in spiaggia saranno loro a chiedervi se avete qualche capo in più da prestare.

    Suggerimenti:
    - organizzate una postazione raccolta dove avete tutto a portata di mano nel raggio di qualche metro (serbidora, zaino o cassone, sedia, esche, contenitore con acqua di mare, busta per i rifiuti;

    - limitate quanto possibile gli spostamenti a vuoto verso le canne. Evitate di andare a controllare le canne a mani vuote e andateci con un trave già innescato e pronto all’uso, vi eviterete un viaggio inutile, in questo caso l’unico tempo perso si limita alla sostituzione, quindi qualche minuto, viceversa dalla postazione dovete tornare alla postazione, innescare e poi ritornare alla postazione e lanciare. Se vi prenderete la briga di conteggiare il tempo che si perde ogni singola volta, vi renderete conto di quanto tempo la canna è stata fuori pesca, se moltiplicate quel dato per tutta la notte vengono fuori dati da far riflettere, soprattutto se un uscita non ha dato i risultati sperati.



    S & D, OVVEROSIA SICUREZZA E DINTORNI.

    Spendiamo volentieri qualche buona parola per la sicurezza, che non è mai troppa neppure in spiaggia. Anche se ad una prima analisi si è portati a pensare che non esistono pericoli, in realtà ci sono, alcuni anche severi che possono determinare la fine prematura di una sessione di pesca.
    Spesso sono pericoli derivanti da errori di valutazione, di distrazione e da eccessiva confidenza.

    Vediamone alcuni.

    Pesci velenosi.
    Nel surf abbiamo a che fare con alcune specie velenose, per esempio la tracina, che se maneggiate incautamente causano dolori indimenticabili. Evitate di maneggiarli con la mano, sempre preferibile aiutarsi con un boga grip, in mancanza con una pinza e poi rilasciarli. Ricordate che il veleno è attivo anche dopo la morte.

    Trascinamento a mare.
    Purtroppo succede anche questo anche se sembra assurdo, al giorno d’oggi c’è ancora gente che finisce trascinata a mare per imprudenza ed eccesso di sicurezza. Evitate di addentrarvi troppo vicini al gradino di risacca, si sprofonda in men che non si dica, se poi consideriamo che con l’abbigliamento invernale addosso e gli stivali inzuppati d’acqua si accumulano qualche decina di kg di peso in più, è facilmente intuibile la gravità della situazione, soprattutto se non ci sono compagni di pesca nelle vicinanze a darci aiuto immediato.

    Ami, coltelli e company.
    Questa è una casistica tutta dettata dall’imprudenza, gli ami lasciati in giro dappertutto finiscono sempre e soltanto in un posto solo: le nostre dita. Evitate di lasciarli sparpagliati, preferibile raccoglierli dentro una scatoletta oppure appuntarli al sughero della serbidora, eviteremo di farci del male e di disperderli incautamente nella sabbia, con il rischio che altri potrebbero farsi del male. Maneggiate con attenzione il coltello, sembra incredibile ma c’è gente che si ferisce durante lo sfilettamento di un pesce o durante l’uso di questi attrezzi.
    Le conseguenze di queste disattenzioni portano spesso all’interruzione della sessione di pesca. Consiglio vivamente a tutti di portarsi appresso una piccola cassetta di pronto soccorso per le situazioni di emergenza, giusto il necessario per una prima medicazione d’urgenza, quindi guanti sterili, bende o garze, acqua ossigenata, cerotto. Occupa pochissimo spazio nello zaino, eventualmente si può lasciare in macchina.

    Esecuzione di lanci aeralizzati.
    Anche questa fattispecie rientra tra tutta quella casistica dettata dall’imprudenza. Evitate assolutamente di eseguire lanci tipo pendulum o ground cast se avete persone vicine a voi, siano esse i vostri compagni di pesca o altri. Le conseguenze di questi lanci sono molto serie, questi piombi viaggiano a velocità impressionanti e se una persona dovesse essere colpita avrebbe traumi severi, Pensateci sempre attentamente.


    Siamo arrivati alla conclusione di questo 3D che ha avuto una gestazione abbastanza lunga, iniziato qualche anno fa, quando facevo parte dello staff dell’amministrazione, messo da parte per mancanza di tempo dovuto a motivi lavorativi e finalmente portato a termine grazie alla preziosa collaborazione di Andrea (Brask@), Alessio (Volpin0), Pietro (Pitio74) e Juri (Juri79).

    A voi tutti il mio sentito ringraziamento, non prima di prenotare la vostra collaborazione per il prossimo 3D della serie ABC dedicata ai novizi che riguarda il senso del mare, anch’esso iniziato qualche anno fa e non ancora completato.

    Edited by Volpin0 - 25/10/2022, 12:45
     
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    timore del pabulum

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    GRAZIE GRAZIE E GRAZIE ANCORA....
     
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  3. SurFFili
     
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    Da leggere e rileggere! Piuttosto che perdere troppo tempo... su quale canna miracolosa acquistare.
    Complimenti Rau&soci
     
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    paffarolo

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    Sandro Rau - Brask@ -Volpino - Pitio74 - Juri79

    grazie ragazzi.
    grazie per questa cosi dettagliata spiegazione.
    grazie per il tempo che ci avete dedicato.
    io mi sono "convertito" al surfcasting" proprio quando ho capito che non si trattava di lanciare semplicemente un'esca in acqua ma che dietro a una battuta di surfcasting c'era tutto uno studio sulle condimeteo sulle spiagge sulle correnti ecc. ecc.
     
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    paffarolo

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    Davvero un bel lavoro, molto interessante. Grazie!

    Non vedo l'ora di gustarmelo con calma per benino :)
     
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    paffarolo

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    Bellissimi thread, avrei fatto giusto un approfondimento rispetto all'esposizione, cosa da non dare per scontato.
     
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    Lo uso solo io, pesa ma frulla e non molla, quindi lo tengo

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    Roma-EUR

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    Porca zozza che bel lavoro.
    Grazie
     
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    paffarolo ardito

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    Molto interessante!
     
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    Alessandro Nardi

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    CITAZIONE (RikyE @ 25/4/2021, 22:09) 
    Bellissimi thread, avrei fatto giusto un approfondimento rispetto all'esposizione, cosa da non dare per scontato.

    Lo puoi fare e aggiungere il forum è condivisione e confronto!
     
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    Dino

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    CITAZIONE (RikyE @ 25/4/2021, 22:09) 
    Bellissimi thread, avrei fatto giusto un approfondimento rispetto all'esposizione, cosa da non dare per scontato.

    Come ti ha giustamente suggerito Alessandro, puoi, anzi potete intervenire quando volete. Il 3D è stato lasciato aperto proprio per avere spunti di condivisione con gli utenti.
    I suggerimenti e le osservazioni sono sempre ben accetti.
    Siamo qui per aiutarvi apposta.
     
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    Poco ma bono!

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    CITAZIONE (RikyE @ 25/4/2021, 22:09) 
    Bellissimi thread, avrei fatto giusto un approfondimento rispetto all'esposizione, cosa da non dare per scontato.

    Certi aspetti sono stati volutamente omessi o trattati in modo semplificato, sia per dare stimolo e spunto ai novizi sia per non mettere troppa carne sul fuoco!
    La possibilità di crescita del post è ben voluta, anzi auspicata!
    Chiedete e/o date pure per gli eventuali spunti del caso!
    Dino è e sarà persona disponibilissima per qualsiasi intervento!
     
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    Affrettati a spegnere le passioni prima che ti brucino. Il mare e la pesca sono la mia passione

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    Ma infatti, il tutto è stato pensato in primis per i novizi, scrivere una sorta guida che fosse di facile apprendimento e facilmente consultabile è stata la prerogativa di questo lavoro, certamente può essere utile a tutti e ampliabile con i vostri interventi
     
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    paffarolo

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    STUPENDO lavoro complimenti ragazzi
     
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    paffarolo

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    Visto che si può fare provo ad aggiungere qualcosa, anche se ci son sicuramente persone moooolto più preparate e più brave a spiegare rispetto a me. Si potrebbe inanzitutto dire come riconoscere l'esposizione di una spiaggia, per molti data per scontata, ma basti pensare che molti pescatori non sanno manco cos'è l'esposizione di una spiaggia, sanno semplicemente le condizioni esatte con cui andare in una determinata spiaggia (tra questi pescatori c'ero anche io fino a poco tempo fa, ma dopo che me l'hanno spiegato mi è risultato tutto più facile) . Il metodo più facile (oltre che preciso) consiste nell'andare in una spiaggia con una bussola e puntarla verso il mare, la posizione dell'ago rappresentarà non altro che l'esposizione della spiaggia in questione.
    Il secondo metodo consiste nel prendere una cartina qualunque o semplicemente aprire google maps e vedere verso dove è rivolta la spiaggia,contando ostacoli come barriere frangiflutti dei porti, promontori e isole.
    Provo a fare un'esempio:Screenshot_20210426_171110Screenshot_20210426_171305
    La parte di costa in questione si trova tra Basaura(Tortolì) e Isula Manna (Lotzorai), spiagge che si trovano in Ogliastra (Sardegna). Come si vede dalle foto ci sono due grandi "ostacoli" :Capo Bellavista e il porto di Arbatax. La porzione di costa evidenziata in nero è esposta a ESE/SE, mentre quella in bianco è esposta a NE/ENE. Quindi diciamo che nel caso di una montata da grecale andrei a preferire la parte di costa più a nord compresa tra La capannina (spiaggia poco più a sud di Isula manna) e Santa Maria Navarrese(spiaggia che non compare nell'immagine ma che
    è comunque pochi chilometri più a Nord ;poi nel caso di mare che arriva a burrasca non si potrà sicuramente andare a cercare di svolgere la pescata in una spiaggia esposta al vento che genera la mareggiata (spero di essermi spiegato il meglio possibile 😅), ma questa è un altra storia.
    Queste son cose che mi hanno insegnato e siccome mi son trovato nella situazione di non sapere come muovermi nel caso di una mareggiata lontano dai miei soliti spot penso sia utile tramandarle ad altre persone.
    Spero di essere utile e di non creare confusioni ad altri neofiti 😂😅
     
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    Roberto-

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    Dino sei un pazzo. 😘
     
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