l'ABC del novizio: I Settori del Surf.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Dino

    Group
    Member
    Posts
    1,552
    Location
    Sassari

    Status
    Offline
    Il contenuto di questo Tutorial (foto e video) è stato salvato nello spazio di archiviazione. Qui il link:
    https://drive.google.com/drive/folders/1sF...sTi?usp=sharing



    Benvenuti al settimo Tutorial, penultimo appuntamento della serie ABC dedicati ai novizi, composta da:

    1). SURFCASTING: preparazione e pianificazione di una sessione di pesca;
    2). l'ABC del novizio: I sistemi pescanti;
    3). l'ABC del novizio: Gli ami;
    4). l'ABC del novizio: I pesci del surf casting;
    5). l'ABC del novizio: Le esche;
    6). l'ABC del novizio: Strategie e analisi degli errori più comuni;
    7). l'ABC del novizio: I settori del Surf.

    Quello di cui ci accingiamo a parlare oggi è il proseguimento del precedente Tutorial e riguarda i settori del surf: il rettilineo, la punta, la buca, i canali etc. Aiutandoci con foto e brevi filmati video, vedremo le loro caratteristiche e come affrontare al meglio questi settori.


    I Settori.

    Chi ha seguito il precedente Tutorial avrà notato che abbiamo parlato di come analizzare le previsioni meteo, le perturbazioni, i venti e come applicarli alla nostra disciplina.
    Semplificando, da tutte queste condizioni nasce il vento, che poi dà origine a tutto il sistema surf casting. L’aumento dell’intensità genera un’onda che cresce progressivamente dal largo verso riva. Questo flusso di corrente ha molta forza e quando l’onda arriva su di un fondale più basso della sua altezza dapprima si solleva e poi si rovescia su sé stessa scaricando la sua energia, per poi concludere il suo lungo cammino a riva fino a esaurirsi. Lo spostamento d’acqua vero e proprio inizia dall’ultimo frangente sino alla riva ed è chiamato corrente primaria.
    È quindi a partire dal frangente esterno che inizia il vero e proprio impianto del surf, caratterizzato poi da vari settori, ognuno contraddistinto da caratteristiche proprie che vedremo in seguito.
    Affinché si generi un impianto da surf è importante conoscere l’esposizione dello spot in confronto ai vari venti dominanti, in particolare è molto importante conoscere l’angolazione con cui la corrente arriva in spiaggia.

    Ora osservate questo schema.

    schema_direzione_corrente_ottimale


    È una rappresentazione grafica di “qualche” centinaio di uscite durante le quali ho avuto modo di conoscere sul campo gli effetti della corrente (positive o nefaste) sulle spiagge frequentate. Per mia esperienza affinché la corrente sia accettabile per la pesca non dovrebbe superare i 45° di angolazione, più o meno, (lo Zero rappresenta la direzione frontale del vento) oltre i quali abbiamo solo corrente laterale.
    È uno schema semplice da applicare, che vi può tornare utile quando pianificherete una sessione di pesca, basta conoscere l’esposizione della spiaggia rispetto alla bussola e la previsione meteo.

    Proseguiamo.

    schema_impianto_surf_2


    Anche qui molto semplicemente e senza grandi pretese artistiche, a grandi linee abbiamo schematizzato l’esempio di un impianto del surf, vediamo insieme come è composto.

    1) la rotta di pascolo;
    2) il frangente esterno;
    3) la finestra;
    4) il canale parallelo;
    5) la secca;
    6) la buca;
    7) la punta;
    8) il canale perpendicolare.



    La rotta di pascolo.

    Il punto di partenza inizia dalle tane, a seconda della spiaggia si possono trovare vicino oppure distanti centinaia di metri dalla riva. Per capire il funzionamento dei vari settori è importante però fare prima una doverosa premessa.
    Nella perenne ricerca del cibo i pesci spendono tanta energia. Si muovono dalle tane non appena avvertono che la bassa pressione è in fase di diminuzione e quando questa pressione si attenua i pesci lo avvertono tramite la vescica natatoria (la pressione sull’organo interno diminuisce o aumenta a seconda della pressione), una sorta di campanello d’allarme quindi.
    La rotta di pascolo inizia a favore di corrente, cercano il cibo controcorrente che individuano grazie all’olfatto e alle vibrazioni captate attraverso la linea laterale, ed una volta sazi riprendono la via del ritorno. È facilmente intuibile che la fatica spesa in termini di energie la devono conservare per parecchio tempo dopo, proprio per questo motivo non si metterebbero mai alla ricerca del cibo quando la mareggiata è molto sostenuta considerato che con la corrente così forte il cibo formato da piccole particelle non riesce a depositarsi e viene catapultato in ogni dove.
    È un particolare da tenere sempre presente quando si pianifica una previsione meteo, perché se la mareggiata è troppo forte corriamo il rischio di attendere parecchio prima che il pesce si sposti alla ricerca del cibo. Ricordate che l’analisi della perturbazione va seguita sino alla fine della sessione di pesca.

    Chiarita questa doverosa e importante premessa, andiamo ad analizzare il primo dei settori.


    Il frangente esterno.

    Chiamato anche “ultimo frangente” o “rettilineo”, è il primo settore della mareggiata, il più evidente ed il più facile da individuare, anche di notte. L’incontro tra il moto ondoso e il banco di sabbia genera un’onda che scarica la sua violenza in modo uniforme, rettilinea. È qui che avviene la prima importante opera di scavo, per effetto dell’innalzamento del fondale l’onda si solleva e poi si rovescia su sé stessa con tutta l’energia accumulata durante il suo lungo viaggio. Tutto quello che dapprima era sotterrato ora è esposto alla corrente.
    A seconda della conformazione della spiaggia può essere un punto lontano ed irraggiungibile, soprattutto nelle spiagge basse, quelle composte da granulometria fine, oppure fin sotto il gradino di risacca, tipico delle spiagge a profondità elevata.
    Ai fini della pesca è un settore interessante da inserire nella nostra strategia, anche se non sempre di facile attuazione.
    Vediamo il perché.
    Il nostro punto di partenza è sempre l’arrivo in spiaggia con l’attenta osservazione di tutto ciò che ci circonda. Il frangente che interessa a noi è quello che già conosciamo, quello che abbiamo individuato a casa attraverso la ricerca su Google Earth (ricordate il precedente Tutorial ABC “Strategie e analisi degli errori più comuni”?), ed in particolare è quel banco di sabbia (il mio consiglio è averne sempre almeno due/tre in previsione di battuta) che ora si presenta come una riga di schiuma bianca. Noi sappiamo bene che è lì sotto di fronte a noi, dobbiamo capire se è affrontabile o se dobbiamo attendere. Diamo uno sguardo al profilo della battigia alla ricerca di indizi, in particolare la formazione di anse e punte, indice che davanti a noi il settore si sta aprendo. Se invece notiamo che ha frangenza uniforme, è senza interruzioni, è fuori portata con il lancio, ha un’eccessiva corrente verso riva, significa che il mare è ancora troppo forte per quel momento, vuoi perché c’è ancora troppo vento oppure perché è calato ma il frangente si tiene ancora distante. In questo caso conviene aspettare fintanto che il settore non si è ancora delineato bene.
    Per comprendere ancora meglio il concetto, ci aiuteremo con degli esempi, non prima di una doverosa precisazione.
    È palese che a molti di noi che hanno tanti anni di salsedine accumulata nelle giunture ossee una foto non rappresenta al meglio un momento dinamico come è appunto la mareggiata, così com’è chiaro che questi che seguono sono esempi che servono per dare un’idea, una base di partenza per chi come i novizi si sono trovati poche volte in queste condizioni, qualcuno per nulla.
    Al contrario, dobbiamo immedesimarci nelle loro condizioni per capire i mille dubbi, le tante difficoltà e gli interrogativi che si pongono, capiremo che le loro domande non sono poi così banali come paiono.

    frangente_esterno_01

    frangente_esterno_02

    frangente_esterno_06_mare_montante

    frangente_esterno_04

    Come si può notare da questo fermo immagine estrapolato dal video che segue, quella riga di schiuma bianca che si vede in lontananza è proprio il frangente esterno, rettilineo o ultimo frangente come si vuole chiamare.



    In gergo, in questo momento è un settore chiuso, ossia il frangente esterno non ha interruzioni che possono dar luogo a ingressi e uscite della corrente, le cosiddette finestre.
    È evidente che in questo tratto c’è un eccesso di corrente primaria, come si può notare nel video a partire da 0.47 dove si possono notare altri tre frangenti in successione.
    Tutta questa corrente che viene verso riva deve trovare un naturale deflusso verso l’esterno (corrente secondaria) attraverso dei canali che portano fuori (le cosiddette finestre, ma poiché la primaria è ancora troppo forte, questa corrente non trovando uscite verso l’esterno sfoga ai lati del bagnasciuga).

    Per comprendere meglio il discorso sul corretto equilibrio delle correnti, vediamo queste foto:

    foto_1


    foto_2


    foto_3

    Nelle prime due foto è schematizzato il corretto rapporto tra la corrente primaria, che giungendo verso riva opera lo scavo e la corrente secondaria che fuoriuscendo verso il largo trasporta il cibo e lo deposita all’esterno. Per un corretto impianto da surf è fondamentale che le due correnti si annullino tra loro, ci sia il giusto bilanciamento dove si ha la deposizione del cibo veicolato attraverso i canali.
    Nella terza foto è rappresentata la situazione inversa, con la corrente primaria che ha ancora molta energia e non trovando varchi aperti verso l’esterno sfoga lungo la riva, creando i canali di battigia.
    In questo caso bisogna solo aspettare che le condizioni del mare si attenuano, insistere nel voler pescare produce il solo risultato di vedere i piombi spiaggiati in brevissimo tempo, a cui va sommata la stanchezza dovuta ai ripetuti e frequenti lanci, che poi si ripercuoterà la notte, al momento di dare il meglio.
    Ai fini della pesca è un settore da sondare nella prima fase della montante, quando il frangente non si è ancora chiuso del tutto ed è possibile che ci siano ancora possibili prede in pascolo, e subito dopo che cessa il vento (con l’attenuazione del meteo le onde non sono più schiacciate dal vento e tendono ad alzarsi, allontanandosi dal frangente esterno, è da questo momento in poi che la primaria inizia lentamente a bilanciarsi con la secondaria).
    Nelle prime due ipotesi, con una serie di lanci proveremo ad arrivare dietro di esso, vento e doti balistiche permettendo, al fine di sondare quel tratto sia alla ricerca di prede sia per capire l’intensità della corrente.
    Due gli indizi che ci fanno capire se abbiamo lanciato nel posto sbagliato (tre se parliamo di pesca diurna o comunque in condizioni di luce): il fondo morbido che inghiotte il piombo ed il terminale ridotto a grovigli inestricabili significano che siamo in mezzo alla corrente, con molta probabilità davanti al frangente, il terzo è quello di seguire visivamente la traiettoria del piombo durante il lancio per renderci conto dove cade.
    Nelle spiagge profonde il discorso cambia completamente. A causa dell’elevata profondità si viene a creare un unico frangente dove praticamente l’onda rompe fragorosamente a riva. Qui la pesca va impostata dietro il gradino di risacca, in pratica dietro l’unico frangente, tipicamente a 10-20 di metri di distanza.
    Le difficoltà sono legate alla forte corrente soprattutto laterale, al fondale che a seconda della violenza della corrente scopre ciottolame, detriti etc. che danneggiano la lenza madre, terminali e esche.
    Per quest’ultima tipologia di spiagge spendo volentieri del tempo per soffermarmi sull’aspetto sicurezza. Chi non ha mai pescato su questo tipo di spiagge deve sapere che hanno un alto rischio di pericolosità e spesso si sottovaluta l’altezza delle onde, anzi dell’onda, l’unica, che frange sul gradino. Arriva a superare tranquillamente i 3 metri di altezza e sale lungo la spiaggia per qualche decina di metri mettendo a rischio attrezzature e soprattutto l’incolumità delle persone, stare vicino al gradino di risacca è fortemente sconsigliato. Ricordate, la sicurezza prima di tutto, sempre. Un pesce non vale una vita.

    frangente_spiaggia_profonda_01

    frangente_spiaggia_profonda_02

    frangente_spiaggia_profonda_03



    In conclusione il frangente, sia esso esterno che quello sottoriva tipico delle spiagge profonde, è un settore interessante dove può capitare di tutto ma difficile e tecnico che presenta diverse difficoltà.


    La finestra.

    Strettamente collegata al frangente esterno, quando notiamo una interruzione della linea di frangenza siamo in presenza di una finestra.
    Come è intuibile dal suo nome, la finestra è uno spazio che si crea nel frangente, dapprima di piccole dimensioni per poi aumentare man mano che la corrente scava sotto, fino a renderla un passaggio stretto e profondo per tutta la sua altezza.
    È una componente fondamentale nella dinamica di una mareggiata, attraverso la finestra si stabilisce il corretto rapporto tra la corrente primaria e la corrente secondaria permettendo le rotte di pascolo.
    Facilmente riconoscibile di giorno per l’interruzione del frangente stesso e per l’assenza di frangenza tutt’intorno, con un po' di pratica è visibile anche di notte.

    finestra_01

    finestra_02

    finestra_03



    Ai fini della pesca è uno dei settori chiave che se ben interpretato è capace di regalare belle soddisfazioni.
    Una volta accertata la sua presenza dobbiamo cercare l’altra finestra, che a seconda di come muove la corrente può essere di uscita oppure di entrata. Queste finestre andranno sempre presidiate con una canna cercando il lato del frangente dove si interrompe la schiuma, oppure una canna sulla corrente di uscita (ingresso dei pesci), sempre al lato del frangente e l’altra nel canale. Questo è il settore sentinella per eccellenza, le catture ci daranno indicazione della rotta di pascolo.


    Il canale parallelo.

    Il canale parallelo è un settore profondo che segue l’andamento parallelo alla spiaggia appunto, si sviluppa tra la depressione di una o più barre di sabbia. Lo troviamo subito dopo il frangente esterno, tra due frangenti e anche a riva dove viene chiamato anche canale di battigia, dovuto all’eccesso di corrente primaria che defluisce lungo la riva. È riconoscibile perché l’onda lo attraversa senza frangere dando l’impressione di una zona relativamente calma. Ai fini della pesca il canale parallelo dà il meglio di sé quando lavora in sinergia con gli altri settori, in particolare le finestre e il canale perpendicolare, senza di questi è un settore chiuso dove l’unica speranza è intercettare qualche preda che è rimasta dentro prima che il frangente esterno si chiudesse dopo la fase montante.

    canale_parallelo_01

    canale_parallelo_02

    canale_parallelo_03

    canale_parallelo_05

    canale_parallelo_e_di_battigia

    canale_parallelo_07




    La secca.

    Con questo termine si è soliti indicare un settore tra la riva ed il frangente esterno formato da uno o più banchi di sabbia accumulata, contraddistinto dalla scarsa profondità, a volte di pochi centimetri. A volte si trova isolato oppure caratterizzato da una striscia di luna certa lunghezza. È facilmente individuabile (anche di notte) perché presenta delle chiazze più chiare rispetto alle zone circostanti, qui le onde frangono in successione.
    Questo è un settore difficile, da affrontare solo in casi particolari come ad esempio dopo una scaduta in fase avanzata, da sondare lungo i bordi della schiuma dove conserva un pochino di corrente rispetto agli altri settori oppure se si trova nei primi metri ed è dietro a un canale di battigia, ancora meglio se nelle vicinanze c’è un canale in uscita come questo mostrato in foto, per esempio.

    banco_sabbia_01

    banco_sabbia_02

    banco_sabbia_03

    banco_sabbia_06




    La buca.

    Altro settore del surf, la buca è un avvallamento del fondale, un fosso, dove tutto intorno si ha meno profondità. È un settore interessato dall'azione di reflusso dell'acqua che ritorna verso il largo, la cosiddetta corrente secondaria, molto pericolosa d’estate per gli incauti bagnanti.
    Per individuarla basta osservare le onde, se si rovesciano su sé stesse significa che sono su un banco di sabbia, se invece notate che in un determinato punto non rompono, appare come zona più calma rispetto al resto che la circonda sicuramente stanno attraversando un fondale più profondo. Con una serie di lanci dentro avremo la conferma (o la smentita) che è proprio una buca quando recuperando il piombo si sente la resistenza aumentare, indice di fondo morbido.
    A seconda della morfologia della spiaggia, la buca si può trovare in prossimità del frangente esterno (infatti viene confusa spesso con la finestra), tra il frangente e la riva e nel gradino di risacca. Soprattutto in quest’ultimo è individuabile quando l’onda rovesciandosi sul gradino di risacca produce un forte boato, diverso dal resto. Altro indizio è quando intorno alla buca si crea un effetto “vortice”, causato da un eccesso di corrente primaria che sfoga lateralmente lungo la battigia. Spesso è dalla buca che poi nascono i canali perpendicolari (i cosiddetti canaloni) che mettono in comunicazione la riva con l’esterno.

    Ai fini della pesca è un settore da interpretare con cura e attenzione pena sonore bastonate. Una volta accertata la sua presenza è importante osservare bene tutto il resto che la circonda, quindi andremo a verificare se è in comunicazione con un canale perpendicolare oppure con un canale parallelo ma non solo, occorre verificare se lavora con la corrente giusta (diversi lanci con solo piombo per saggiare la tenuta), infatti essendo più profonda si deposita il cibo, viceversa con troppa corrente o con il settore ancora tutto chiuso meglio guardare altrove.

    buca_n_0

    buca_n_1

    buca_n

    buca_n_4

    buca_n_2




    La punta.

    Questo settore è uno spartiacque, non accetta le mezze misure, o si accetta o si odia.
    Intanto diciamo che la punta è un tratto di spiaggia che si prolunga verso il mare aperto, un settore caratterizzato dalla bassa profondità.
    La sua funzione naturale è quella di proteggere la spiaggia dalla forza del mare che altrimenti la spazzerebbe via in un amen, riducendola a pietraia. Una sorta di barriera naturale, quindi, e come facilmente immaginabile è battuta con violenza dalla corrente per tutta la durata della mareggiata, generando tanta turbolenza.
    Osservando di profilo la battigia la possiamo trovare al fianco di un canale perpendicolare segnandone il confine, ma non sempre.
    Ai fini della pesca è un settore difficile, la scarsa profondità è proprio il suo limite maggiore per la sua facilità a “saltare” subito appena la forza del mare si fa più sostenuta. Da affrontare quando ovunque la mareggiata è bella che andata e qui il moto ondoso si fa sentire ancora. I tentativi mireranno ai due lati del frangente, vicino alla schiuma.
    Con la scaduta ormai andata, nella punta si può ancora sperare nella possibilità di fare qualche cattura.
    Se invece fa parte di un settore caratterizzato dallo schema punta-canale-punta, la strategia di pesca va impostata presidiando entrambi i lati delle due punte, vicino alla schiuma.

    punta_01

    punta_03

    punta_06

    punta_05




    Il canale perpendicolare.

    È il settore della spiaggia che presenta la zona più calma, caratterizzato dalla maggiore profondità. Questo canale svolge l’importante funzione di far defluire l'acqua in eccesso portata dalla corrente primaria, che scavando sul gradino di battigia disseppellisce il cibo e grazie alla corrente in uscita viene depositato verso il largo. Se osserviamo la battigia di profilo, la sua presenza è riscontrabile come una rientranza, una vera e propria ansa.
    Ai fini della pesca è uno dei settori migliori, tra i più ambiti ma anche quello che quando male interpretato è capace di regalare cocenti delusioni. Non va inteso come unica scelta, quindi, al contrario bisogna considerarlo quando le condimeteo gli permettono un ruolo di primo piano, in quanto strettamente collegato all’evoluzione della mareggiata.
    Nella prima fase, quando la primaria è ancora prevalente avremo parecchia corrente che arriva verso riva e se non ci sono sbocchi (finestre) verso l’esterno il più delle volte risulta un settore sterile e con molta turbolenza. È nella seconda fase che questo settore dà il meglio di sé, quando la primaria diminuisce di intensità e trova il giusto equilibrio con la secondaria. La corrente sarà più lenta, le sostanze organiche e inorganiche verranno veicolate verso il largo pronte per essere intercettate dai pesci. In questa condizione si può prendere di tutto, dal sarago all’orata, dalla spigola all’ombrina.

    canalone_01

    canalone_02

    canalone_03




    Bene, abbiamo terminato la parte dedicata all’analisi dei settori che compongono l’impianto da surf, condizione che ritroviamo in tante spiagge d’Italia ma non su tutte.
    Ci sono spiagge che per la loro conformazione ed esposizione ai venti dominanti non hanno una caratterizzazione tipo come quella che abbiamo descritto, pensiamo ad esempio alle spiagge dalla Campania a salire, Lazio e Toscana. In molte di queste spiagge si creano più canali paralleli alla riva, veri e propri corridoi attraversati da correnti molto sostenute, generati negli anni dai venti dominanti come lo scirocco, che in questi tratti arriva dopo essersi formato in qualche migliaio di km, con un moto ondoso laterale che può durare diversi giorni dopo la scaduta.
    In queste spiagge la ricerca del settore buono diventa più difficile ma non impossibile. Anche qui occorre trovare l’interruzione di queste lunghe barre, una finestra che permette il passaggio della corrente sino a riva, individuabile seguendo il profilo della battigia alla ricerca delle anse pronunciate.


    La mareggiata.

    Dopo aver analizzato i settori, analizziamo brevemente le fasi della mareggiata.

    La suddividiamo in tre momenti:
    1 – fase montante;
    2 – fase centrale;
    3 – fase finale.



    La fase montante.

    L’inizio di un rito che si tramanda da millenni: l’arrivo di una perturbazione, il crollo barometrico, il vento, le onde, la schiuma, il rumore….
    Un campanello dall’allarme per i pesci quindi, grazie soprattutto alla loro sensibilità di percepire le variazioni di pressione atmosferiche già qualche giorno prima, il soddisfacimento di un bisogno primordiale quale la fame e la necessità di fare scorte alimentari prima della tempesta. In questa fase brevissima scatta la frenesia alimentare, perdono la loro proverbiale diffidenza e si buttano a capofitto su tutto ciò che trovano.
    La fase montante inizia con il cambiamento del mare, che da uno stato di calma prende ad animarsi lentamente. Il vento soffia sulla superficie marina, si formano le prime ondicine e via via quelle più formate, il fondo marino inizia ad animarsi, tutto quanto depositato sulla sabbia inizia a muoversi in sospensione, la visibilità inizia a diventare sempre più scarsa…… Il fenomeno che dà origine alla catena del surf casting si è messo in moto, tra poco arriveranno i pesci richiamati da un istinto che si tramandano da migliaia di anni. Purtroppo è una fase dalla durata molto breve, un paio d’ore al massimo durante i quali può succedere di tutto.
    Ai fini della pesca è una fase molto redditizia, sarà importante quindi farsi trovare pronti perché è un ciclo che ha vita breve. Due, tre canne max e esche in rotazione, con preferenza per quelle da grufolatore. La terza canna può essere dedicata al predatore laddove c’è schiuma o comunque dove c’è corrente.
    Una tecnica che ha pagato spesso con ottimi risultati è stata quella di seguire la perturbazione, cioè spostarsi lungo costa da una spiaggia all’altra subito dopo che è terminata la prima fase. A volte bisogna mettere in conto spostamenti anche di qualche centinaio di km per anticipare il meteo. Se pensiamo ad un vento che viaggia a 50 km/orari, in due ore ci consentirà di raggiungere una spiaggia nel raggio di qualche centinaio di km. dove la perturbazione non è ancora arrivata. È una tecnica che richiede sacrifici (atteggiamento mentale, spostamenti, tempo a disposizione etc.) ma che è capace di regalare molte soddisfazioni.
    Dopo che si chiuderà il frangente esterno i giochi saranno già fatti e a parte qualche eccezione, i pesci saranno già sulla via del rientro, pronti per affrontare un’altra eterna battaglia: la scaduta.

    Alba e mare montante: un binomio perfetto.

    mare_montante


    La fase centrale.

    È la parte centrale della mareggiata, quella dove la natura si prende prepotentemente il suo spazio e i suoi tempi, dove l’Uomo si trova impotente di fronte ad essa, una goccia in mezzo alla distesa di schiuma bianca, consapevole ancora una volta di come la Natura gli ricorda prepotentemente i ruoli in campo.
    Ai fini della pesca è il settore che presenta le maggiori difficoltà, la perturbazione ha raggiunto la sua massima espressione con vento, pioggia e salsedine che sferzano il viso. Il frangente esterno ha chiuso tutti i varchi, la corrente primaria è molto sostenuta rendendo i tentativi di pesca spesso impossibili.
    La mareggiata va monitorata attentamente di concerto con le previsioni meteo perché è possibile che dopo una prima fase di forza si può stabilizzare con condimeteo accettabili per la pesca che ci permettono di affrontarla oltre il frangente esterno.


    La fase finale.

    Venghino siori, venghino.
    Se devo immaginare cosa rappresenta la parte conclusiva della mareggiata, ovverosia la scaduta, penso all’oste che sulla porta del locale invita i clienti ad entrare a mangiare. Una grande tavola apparecchiata, quindi.
    La mareggiata ha lavorato per bene il fondo marino, ha messo sul tavolo gli alimenti e la catena alimentare è già partita. Le prime avvisaglie iniziano quando diamo una controllata al meteo (ricordatevi sempre che va verificato spesso durante la battuta, pena amare sorprese come le false scadute etc.), se notiamo che da stabile la pressione è tendente al rialzo è indice di bel tempo, ma non solo, c’è un momento dove noterete che il frangente sembra più lontano, noterete anche che adesso le onde risalgono parecchio lungo la battigia, i settori si sono delineati. Bene, questo è il momento giusto per unirci alla tavolata anche se non saremo proprio graditi, ma è uno sporco lavoro e dobbiamo pur farlo.
    Via quindi all’artiglieria pesante alla ricerca dei saraghi, i primi che incontreremo nella primissima fase, quando la corrente è così sostenuta tanto da farvi venire più di un dubbio sull’effettivo inizio della fase, mentre quando il moto ondoso rallenta arrivano altri grufolatori come orate, gli stessi saraghi, ombrine, mormore. La spigola è onnipresente, nella scaduta diventa opportunista, si può catturare con esche da predatore che con esche da grufolatore.
    Quello che viene sottovalutato spesso nella scaduta è il fenomeno delle correnti, che sono più importanti di altri aspetti.
    Fate attenzione quindi al corretto equilibrio delle due correnti e al barometro, perché è facile trovarvi davanti a quella che voi credevate la scaduta perfetta ma in realtà era una falsa scaduta, con una perturbazione a seguire.


    S&C, ovverosia Surfcasting e Contorni.

    A volte può capitare che siamo costretti ad abbandonare la spiaggia, per esempio a causa di una improvvisa variazione meteo oppure un moto ondoso abbastanza sostenuto etc., e dover cercare soluzioni alternative.
    Capita quindi di rispolverare la famosa opzione B e ripiegare verso altre spiagge, magari meglio protette dalle condizioni meteo.
    Ecco quindi che la scelta potrà ricadere su insenature e baie ma anche spiagge con settore misto oppure foci.

    Vediamo brevemente di cosa si trattano.

    La baia.

    Le spiagge incastonate all’interno di una baia o di una insenatura ci danno la possibilità di praticare il surfcasting, a volte in prima battuta oppure come seconda scelta se costretti dal meteo. In molte di queste spiagge il vento spesso arriva obliquo, smorzato dal promontorio che protegge la baia, permettendo di trovare la postazione adatta.
    A volte hanno ridotte dimensioni, ospitano pochi pescatori e non sempre hanno il fondale caratterizzato come lo cerchiamo noi.
    Qui la rotta di pascolo viene dagli scogli adiacenti e di solito segue un andamento ben preciso a seconda della corrente: può venire da destra verso sinistra oppure viceversa. Aggiungo che per mia esperienza, il pascolo non è costante come avviene su spiagge aperte per cui è importante la conoscenza del posto prescelto.
    Le prede sono le stesse, saraghi, orate, spigole e mormore con qualche eccezione come capita spesso: barracuda, serra, razze etc.
    Le note stonate sono la facilità con cui si riempiono di alghe, che per la mancanza di vere e proprie correnti tendono a depositarsi stabilmente su tutta la spiaggia.

    baia

    Baia01

    Stessa località in condizioni da surf con vista su un’ansa e un bel canale perpendicolare:

    Baia02

    Baia03


    Il settore misto.

    Altra alternativa, da menzionare come soluzione di emergenza. Il misto è un settore caratterizzato dalla presenza di sabbia e rocce, che delle volte sono massi isolati oppure agglomerati di roccia. E’ un settore dove è possibile fare catture anche in diurna grazie alla presenza degli scogli, le prede catturabili sono le stesse con la possibilità di catturare i pesci tipici della scogliera, sparlotte, labridi, murene, gronghi, polpi etc.
    La riva si presenta ciottolosa oppure sabbiosa. Le note dolenti del misto sono le concrete possibilità di incaglio e l’onnipresente presenza delle alghe. Come abbiamo detto, è una soluzione di ripiego temporanea per chi non vuole sacrificare una pessima uscita a vuoto.

    misto_01

    misto_02

    misto_03


    La foce.

    Ultimo spot da menzionare è la foce, un ambiente a sé stante dove acqua dolce e acqua salata si incontrano.
    In spiaggia la foce si può presentare di ridotte dimensioni, rappresentata da un fiumiciattolo o rigagnoli, oppure di ampie dimensioni generata da fiumi importanti.
    Spesso caratterizzata dalla presenza di ciottoli e sabbia su basso fondale, ha la pessima fama (non a torto) di essere il contenitore indifferenziato del fiume. Quando questo si ingrossa scarica in mare tutto quanto trova lungo il suo cammino, dai rami alle canne, dall’alga filamentosa ai veri e propri “souvenir” lasciati in dono eterno dall’uomo. Durante una piena l’acqua in foce diventa marrone torbida per parecchie centinaia di metri tutto intorno, rendendola di fatto inutilizzabile ai fini della pesca.
    La foce è un ottimo spot per insidiare con successo spigole, orate, muggini, mormore, rombi e tutte quelle specie che sono in grado di sopportare le variazioni di salinità e spesso risalgono all’interno del fiume, ma anche predatori di tutto rispetto come le lecce amia, che in foce fanno scorpacciate di muggini.
    La condizione ottimale si ha quando la foce esce in mare con flusso d’acqua costante, anche leggermente velato e non è necessario che ci sia mare formato, questo è un habitat tutto particolare che esula dal contesto surf casting, la catena alimentare viene dal nutrimento presente, microrganismi, gamberetti, anguilline, pesciolini.
    Molto sensibile al fenomeno maree, la foce dà il meglio in pieno inverno quando le anguille scendono in mare per deporre, e anche per la spigola il periodo di riproduzione è coincidente quindi non è un caso che le più belle catture del serranide avvengono in questi periodi.
    Abbiate un occhio di riguardo nel caso di catture di spigole ovate e se potete rilasciatele sempre in questo periodo.

    foce


    Siamo giunti alla fine di questo settimo e penultimo Tutorial ABC, al cui completamento della Serie manca solo il Tutorial dedicato al senso del mare, una sorta di ripasso di tutti i Tutorial che abbiamo pubblicato.

    È arrivato il momento di tirare le somme, quindi, tracciare un bilancio di questo lungo cammino durato diversi anni.

    Attraverso la serie ABC vi abbiamo preso per mano, abbiamo voluto accompagnarvi attraverso un percorso di crescita umana e sportiva che speriamo sia stato proficuo per molti di voi. Noi ci auguriamo di esser riusciti a trasmettervi le stesse sensazioni ed emozioni che ritroviamo ogni volta che andiamo in spiaggia e che in voi stia nascendo lo spirito e il desiderio di sentirsi surfcaster.
    Il surfcasting è una disciplina che richiede impegno e sacrificio, seguendo i Tutorial vi sarete resi conto di quante sono le variabili che bisogna considerare per ottenere i risultati.
    È lo studio che ci permette di evolvere, di migliorare la nostra posizione e il surfcasting non fa eccezione, se lo paragoniamo alla scuola e agli studenti, chi studia va avanti, chi sceglie la via più breve, cioè copiare dal proprio compagno di banco, avrà risolto (momentaneamente) il compito, ma sicuramente resterà un dato di fondo: non ha capito come è arrivato a quel risultato. In pesca è la stessa cosa, copiare dagli altri non vi aiuterà a capire i propri errori e neppure i vostri limiti, quando ve ne accorgerete sarà troppo tardi.
    Quindi non date retta a chi vi propone soluzioni veloci e improbabili scorciatoie, perché semplicemente i miracoli non esistono.

    Dovrà essere tutta farina del vostro sacco.


    Ai miei compagni di viaggio Andrea (Brask@), Alessio (Volpin0), Pietro (Pitio74) e Juri (Juri79), giovani con tanta passione e con il surf casting dentro, un affettuoso ringraziamento per questo bellissimo percorso fatto di continui scambi di opinioni da cui non si finisce mai di imparare.
    Per me è sempre un piacevole ritorno alle origini, condito da ricordi, aneddoti e curiosità di un lungo viaggio iniziato anni fa e, per mia fortuna, non ancora concluso.

    Con rinnovata stima a tutti voi.

    Edited by sandro rau - 1/10/2021, 09:18
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Poco ma bono!

    Group
    Member
    Posts
    2,843
    Location
    Chianti

    Status
    Anonymous
    Questo post resterà disponibile solo in lettura.
    Per chiunque volesse approfondire in qualsiasi modo, potrà aprire una nuova discussione.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Dino

    Group
    Member
    Posts
    1,552
    Location
    Sassari

    Status
    Offline
    Nota di servizio:
    tutto il contenuto di questo Tutorial, files e video, è stato salvato sullo spazio di archiviazione di S&D ed è disponibile cliccando il link in alto al 3D. Data la complessità dell'argomento trattato, foto e video sono stati archiviati per tematiche trattate. Per chi fosse interessato, all'interno di alcune di queste cartelle c'è qualche foto che non è stata inserita nel 3D per non appesantirlo troppo.
    In foto lo spazio di archiviazione così come lo troverete nel web:
    01_30
     
    Top
    .
2 replies since 4/6/2021, 10:42   6591 views
  Share  
.