l'ABC del novizio: i sistemi pescanti.

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    Dino

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    Il file lo trovi qui: https://drive.google.com/drive/folders/1fe...Ms9?usp=sharing

    Premessa.
    Come potrete notare, in alto c’è un link che rimanda ad uno spazio di archiviazione, tutte le immagini presenti in questo 3D ora si trovano conservate nel Cloud creato dall’Amministrazione, a disposizione di tutti. Da diverso tempo siamo impegnati in un lungo ed impegnativo lavoro di backup, tutte le migliaia di discussioni presenti sul forum sono (e saranno) controllate una per una alla ricerca delle immagini da salvare. Una parte di queste sezioni sono già state archiviate, altre lo saranno nel tempo. E proprio durante questa ricerca è nata l’idea di riproporre alcuni post di vecchia data dove si parlava di travi e calamenti e dove purtroppo le foto sono andate perdute, certo non per volontà nostra (i siti di hosting delle immagini cui la piattaforma ForumFree si affida dopo due anni resettano i loro server, cancellando di fatto tutte le immagini presenti, comprese quelle del nostro forum).


    Dopo questa premessa, da oggi iniziamo una serie di tutorial dedicati a tutti coloro che si stanno avvicinando a questa fantastica disciplina. Nei vari tutorial parleremo di maree, venti, fasi lunari, travi e calamenti, esche ed inneschi ed altro ancora.
    E con il pensiero rivolto ai novizi, negli argomenti che di volta in volta approfondiremo cercherò di utilizzare un linguaggio semplice e non troppo complicato, corredando il tutto con foto e disegni.
    Anche questo tutorial, come i precedenti ed anche i successivi, lo intendo come un laboratorio didattico aperto a tutti coloro che con domande e suggerimenti avranno il piacere di interagire.


    I sistemi pescanti del Surf.

    Esistono vari tipi di sistemi pescanti che sono impiegati nel surfcasting, e per essi intendiamo travi e calamenti.
    Quelli che qui analizzeremo principalmente sono essenzialmente:

    - il Pater Noster;
    - lo Short;
    - lo Short rovesciato;
    - il Doppio short;
    - il Long Arm.


    Questi elencati coprono tutte le situazioni di pesca affrontabili da un novizio, dal mare molto mosso alla scaduta avanzata.
    Esistono anche altri sistemi che non ho inserito volutamente, come il Doppio Long Arm, il Pig, il Pulley, il ciao ciao, lo zatterino, i minitravi, il monorip (di cui farò una breve carrellata dopo), non perché sono meno importanti ma perché in questo contesto a voi dedicato non sono necessari. Lo saranno dopo che avrete acquisito padronanza e dimestichezza.


    Il Pater Noster.

    Iniziamo la carrellata con il Pater Noster, detto anche brevemente PN. Viene impiegato in condizioni di mare da alta turbolenza. Può essere realizzato direttamente sullo shock leader come trave solidale oppure con trave da realizzare a parte. Entrambi i sistemi hanno pregi e difetti, dalla semplicità di esecuzione alla pulizia dell’intero sistema (pulizia intesa nel senso di creare meno appigli alle alghe), quindi la loro scelta è soggettiva. Da tenere ben presente che qualora si decide di realizzarlo direttamente sullo shock leader, le girelle dovranno essere di sezione adeguata per poter passare agevolmente tra gli anelli, quindi girelle piccole ma di ottima qualità.
    Il trave sarà realizzato dello stesso diametro dello SL (shock leader), per cui può andare bene un ottimo 0,60, oppure un buon 0,70, la lunghezza può variare da 100 a 120 cm.
    I braccioli, di solito due ma a volte anche tre, hanno un diametro variabile dallo 0,35 allo 0,45 (e a volte anche oltre), con lunghezza max 20-25 cm, a seconda dello stato del mare.
    Teniamo presente che devono lavorare nella centrifuga assoluta, le nostre mire sono principalmente i saraghi e qualche predatore come la spigola, per cui meglio non lesinare troppo al risparmio sulla qualità pena brutte sorprese dietro l’angolo, pardon dietro il gradino.
    Le misure rappresentate nel disegno sono il giusto compromesso consigliato tra affidabilità e sicurezza per chi è alle prime armi, con il passare del tempo e con l’esperienza acquisita potrete decidere di sperimentare nuove soluzioni.


    PN_2


    Lo Short.

    Lo short, detto anche short arm (braccio corto) è un sistema pescante monoamo da utilizzare in tutte le condizioni di mare, dall’alta turbolenza fino alla fase finale della scaduta. E’ un terminale adatto a tutti i tipi di esche ed è rivolto a tutte le prede del surfcasting mediterraneo, dalla spigola al sarago, ma anche orata, mormora ed altre specie non disdegnano l’esca che viene presentata con naturalezza e mobilità.
    Dello short esistono due varianti monoamo ed una variante con doppio amo. Le versioni monoamo si differenziano per l’attacco del bracciolo che nella versione short basso l’attacco è posizionato a 10 cm. dal piombo mentre nella versione short alto, chiamata in gergo short rovesciato (SR), l’attacco è posizionato a 10 cm. dalla girella e/o asola (per chi preferisce quest’ultimo sistema di collegamento).
    La versione con doppio amo è chiamata Doppio Short (DS). E’ un sistema di concezione simile al Pater Noster, ma con braccioli più lunghi, di solito 80 cm.
    In tutte le sue varianti, lo short si fa apprezzare per le buone doti di mobilità e tenuta ai grovigli, ed è uno dei sistemi più impiegati nel surf grazie alla sua eccletticità.


    sh_2




    sh_rov_0




    DS_0




    Long Arm.

    Detto brevemente LA, Il long arm (lungo braccio) è un sistema pescante monoamo. Come si può intuire dal suo nome, il “lungo braccio” è adatto a tutte quelle situazioni di mare che permettono di utilizzarlo senza eccessivi ingarbugliamenti, parliamo quindi di corrente laterale, mare mosso o in scaduta e comunque in condizioni di bassa turbolenza.
    E’ idoneo a tutti i tipi di esca e a tutte le specie di pesci insidiabili. La mobilità e la presentazione naturale dell’esca i suoi pregi migliori, la propensione ai garbugli il suo neo. Per cercare di limitare questo fastidioso problema ricordate prima di ogni lancio di distendere bene il terminale, inoltre può essere d’aiuto bloccare la bobina qualche attimo prima che il piombo tocca l’acqua, il contraccolpo favorirà la spinta in avanti del terminale permettendogli di distendersi meglio.
    La realizzazione può essere effettuata direttamente sullo shock leader (trave solidale) oppure con trave da realizzare a parte. Entrambi i sistemi hanno pregi e difetti, che abbiamo già esaminato con il Pater Noster.
    Il trave sarà realizzato dello stesso diametro dello SL (shock leader), quindi utilizzeremo un ottimo 0,60, oppure uno 0,70 la cui lunghezza può variare da 150 a 200 cm.
    Il bracciolo sarà realizzato di diametro variabile dallo 0,35 allo 0,45 (e a volte anche oltre), con lunghezza max 250 cm, a seconda delle condizioni del moto ondoso.


    LA_1





    Abbiamo appena visto le caratteristiche dei sistemi consigliati per iniziare. Queste configurazioni sono idonee e sufficienti per affrontare tutte le situazioni di pesca del nostro surfcasting.
    Esistono tuttavia altri sistemi pescanti (alcuni in variante aggiuntiva a questi sopra descritti) che completano l’ampio scenario, di cui andremo a conoscere brevemente le loro caratteristiche principali.


    Il DielleA.

    Il DielleA, doppio long arm è una variante del Long Arm. Anch’esso monoamo, ha un bracciolo che può arrivare fino a 300 cm. Il suo utilizzo è nel gradino di risacca, preferibilmente profondo, nella fase molto avanzata della mareggiata. Dotato di un galleggiante inserito nel bracciolo, questo sistema ha nell’eccezionale mobilità il suo pregio migliore. I predatori i suoi clienti principali.


    DielleA_0



    Il Pig.

    Il Pig è secondo me il trave più ecclettico del panorama, con le sue molteplici configurazioni può trasformarsi in short, basso e alto, doppio short, ma anche in long arm e addirittura in doppio long arm. La scelta di uno dei due attacchi è data dalla resistenza ai grovigli con mare mosso nell’attacco basso, mentre l’attacco alto conferisceuna maggiore naturalezza all’esca.
    Vediamo brevemente la sua realizzazione, che prevede un trave del 0,60 – 0.70 (ricordatevi comunque sempre uguale allo shock leader) della lunghezza di 100-120 cm. alle cui estremità andranno legate due robuste girelle. A queste collegheremo due anellini rigorosamente in acciaio inox (per intenderci tipo quelli dei portachiavi), uno sopra e l’altro vicino al piombo, cui successivamente collegheremo rispettivamente il gancio dello SL nella parte alta ed il moschettone per il piombo nella parte bassa.
    Il trave realizzato con questi due anelli può ospitare tutti i terminali monoamo usati nel surfcasting, con attacco alto o basso a seconda della scelta. Velocità di esecuzione e ottima tenuta ai grovigli le sua armi migliori.


    Pig_0



    Il Pulley Rig.

    Il Pulley – puleggia, carrucola in italiano, è un sistema pescante particolare. Come il nome lascia intuire, è un sistema scorrevole dove la funzione di puleggia è svolta dalla girella della lenza madre, alle estremità avremo il piombo ed il terminale, collegati tra loro a mezzo di girella.
    Pensato per un utilizzo su fondali misti e rocciosi, dove l’incaglio e la conseguente perdita del pesce è dietro l’angolo, ha un principio di funzionamento semplice. In pratica quando il pesce rimane allamato e scappa si trascina con se il terminale che a sua volta mette in tensione il piombo sollevandolo dal fondo e segnalandoci l’abboccata.
    Per la sua realizzazione può andare bene un trave tipo lo short, di lunghezza fino a 120 cm. al suo interno faremo passare rispettivamente una perlina – girella – perlina e un piccolo salvanodo in gomma a protezione del nodo girella vicino al piombo. Al trave andrà legato il bracciolo diametro variabile dal 0,30 – 0,45 a seconda della preda insidiata. In presenza di fondali particolarmente accidentati si può inserire un piccolo spezzone di lenza sottile tra il gancio ed il piombo (foto 3), realizzando un sistema di piombo a perdere.
    Le tre foto che seguono, trovate durante la ricerca di backup di cui abbiamo parlato in premessa, chiariscono meglio il concetto di realizzazione e funzionamento.

    foto 1:

    01_19



    foto 2:

    02_19



    foto 3, con piombo a perdere:

    03_15




    Il ciao ciao e lo zatterino.
    Entriamo a pieno titolo nella travistica dotata di sistemi galleggianti. Antesignani dei moderni flotter rig, Il ciao ciao e lo zatterino sono due sistemi pescanti che consentono di tenere l’esca staccata dal fondo, così che abbia quella naturalezza nei movimenti data dalla corrente.
    Il ciao ciao prevede il galleggiante nascosto dall’esca, di norma grossi tranci ma anche cefalopodi mirati alla cattura dei grossi predatori mentre lo zatterino utilizza un galleggiante montato a 25-30 cm. dall’amo ed è adatto ad una ricerca più generica con quasi tutti i tipi di esca anellidi compresi, infatti il suo target sono principalmente i grufolatori anche se non disdegna i predatori.


    ciao_ciao



    zatterino





    Il minitrave.

    Il minitrave è’ un robusto mini trave realizzato in acciaio inox della lunghezza di 10-15 cm. o poco più, completo di girelle e rivestito con guaina termosaldante che si trova facilmente in commercio, oppure possiamo autocostruircelo noi.
    Tra i suoi pregi la facilità nel montaggio, si aggancia lo shock leader da un lato ed il piombo dall’altro, dopodiché si lega il terminale ed è subito pronto a volare in acqua. Tenuta ai grovigli, possibilità di montare terminali lunghi e buone gittate i suoi pregi migliori. Di contro, va usato con cautela quando il fondo è molto aperto e tende ad inghiottire il piombo trascinando anche il minitrave, creando così le condizioni per garbugli mostruosi.


    minitrave_1


    minitrave realizzato da Juri79

    minitrave_3


    Il monorip.
    Concludiamo la carrellata dedicata ai sistemi pescanti parlando del Monorip, E' il trave ideato da Sandro Meloni esclusivamente per il lancio pendolare. Lunghezza circa 1 mt., finale di circa 80 cm. montato alto, costituito da una girella posizionata in mezzo a due palline e due ammortizzatori, tubicini siliconici o comunque gomma morbida, che hanno la funzione di ammortizzare appunto l'allungamento in fase di lancio. In basso abbiamo la stecca rigida con annesso bait clip, per far entrare l' esca il più possibile nella scia del piombo.
    Una sorta di short rovesciato con qualche accorgimento in più per la lunga distanza.

    foto (ringrazio MarcoNuoro per la descrizione e per le foto messe gentilmente a disposizione):

    Monorip_01


    Monorip_02


    Monorip_03



    Gli snodi.
    Esistono vari metodi per fissare il sistema perlina-girella-perlina al trave. I più comunemente usati sono:

    - con stopper scorrevole;
    - incollaggio;
    - nodino;
    - crimpaggio.



    Scorrevole.
    Questo metodo prevede l'inserimento sul trave degli stopper in gomma, che andranno a completare il sistema girella - perlina - girella. Devono essere di sezione adeguata per poter passare in un trave di dimensioni 0,60 - 0,70. Il loro vantaggio è che possiamo spostarli a nostro piacimento, decidendo a quale altezza farli lavorare. Piccolo consiglio: prima di inserirli sul trave trasferiteli su un trecciato doppiato, sicuramente più robusto dell'originale.

    (per gentile concessione di Juri79)

    perlinagirellaperlina_2



    Incollaggio.
    L’incollaggio viene eseguito per mezzo di colle appositamente dedicate, seguite dall’attivatore per ridurre i tempi di asciugatura (ma non è indispensabile), che essendo state studiate appositamente non intaccano il trave. Per la realizzazione sono sufficienti due gocce da mettere sulle perline, magari servendosi della punta di uno stecchino. Se ben realizzato è in grado di resistere alle sollecitazioni, anche le più forti.


    (per gentile concessione di Fuccecchiese)


    IMG-20190501-WA0010




    Nodino.
    Identico al sistema precedente, ma in questo caso in luogo della colla si preferisce eseguire il nodo
    da realizzare con nylon, ma alcuni usano altri sistemi come il powergum ed altro ancora.

    (per gentile concessione di Fuccecchiese)

    perlinagirellaperlina_nodino


    Crimpaggio.
    La crimpatura elimina l’uso degli stopper in favore dei crimps, dei tubetti in acciaio rivestiti con anima in gomma per la protezione del trave. Per il serraggio è sempre consigliabile utilizzare la pinza apposita.


    clippaggio_crimps




    Bene, siamo giunti alla fine di questo primo tutorial dedicato alla travistica. Con questi sistemi pescanti consigliati siete in grado di affrontare tutte le condizioni di mare. Quando avrete acquisito sufficiente esperienza e dimestichezza potrete passare alle soluzioni più evolute, come i clippaggi per la lunga distanza per esempio ma anche altri, che ho volutamente evitato di menzionare perché chi è alle prime esperienze può farne momentaneamente a meno.
    Visto che si parla di travi e terminali, dato che abbiamo a cuore il rispetto per l'ambiente ricordate di portare sempre con voi una busta di mondezza per la raccolta di tutto il nylon che a pesca non serve più perché attorcigliato etc., le future generazioni ringrazieranno.

    Al prossimo tutorial.

    Edited by sandro rau - 7/5/2019, 15:52
     
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    Unica cosa che non solo io ci sentiamo di criticare è il minitrave ,che oltre ad essere inutile è molto più inefficace di un semplice pig o snodo diretto.

    Ma comprendiamo che per moda è giusto citarlo .
     
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    Dino

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    CITAZIONE (Fucecchiese @ 2/5/2019, 17:20) 
    Unica cosa che non solo io ci sentiamo di criticare è il minitrave ,che oltre ad essere inutile è molto più inefficace di un semplice pig o snodo diretto.

    Ma comprendiamo che per moda è giusto citarlo .

    Ale, non piace neanche a me, se è per questo.
    Come hai giustamente scritto è stato citato perché è giusto che sappiano che esiste anche questo trave e perché comunque fa parte dei sistemi pescanti e c'è chi lo usa.
    Un po' come noi del resto, sappiamo che esiste lo standard ma chi lo usa più?
     
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    contributo importante e ben realizzato. bravissimo Dino, complimenti
     
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    Poco ma bono!

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    Grande Dino ;) confermo la bontà del tuo lavoro e rinnovo i complimenti!
    Ps: il minitrave è vero, è giusto mensionarlo, ma pure io lo trovo figlio del marketing, inutile ed appariscente!
    Come detto da Ale7x8 meglio autocostruirselo con un bello spezzone di 0.70 :D
     
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    Abbuscati u pani...

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    Grazie a Sau e a tutta l'amministrazione che stanno portando avanti questa fantastica iniziativa dei tutorial per noi novizi e non solo. Ottimo lavoro ne avevo proprio bisogno perché mi chiedevo proprio il perché di alcuni travi rispetto altri. Grazie ancora :D :wub:
     
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    Abbuscati u pani...

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    sandro rau Una semplice domanda a riguardo del PIG, ma quando dici anello portachiavi intendi proprio quello grande o quello in acciaio da pesca lo spit ring usato negli artificiali da verticale jigging? Tipo quelli in foto ? https://img.pecheur.com/split-ring-owner-u...1380-138021.jpg
     
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    Alessandro Nardi

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    Sono split rig dimensionati alle girelle , considera che io l' ho utilizzato per la pesca ancorata al siluro e girelle e split erano da 200 libbre e ci facevi un portachiavi (se consideravo il costo del tutto il portachiavi ci usciva di Gucci)
     
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    Ok ora è più chiaro grazie, ma quindi il pig viene usato solo per grosse mareggiate e per grossi pesci ? E per quanto riguarda i travi con il vivo o l’uso del granchio si adattano queste o sono completamente differenti ?
     
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    CITAZIONE (Salvodf @ 2/5/2019, 22:53) 
    sandro rau Una semplice domanda a riguardo del PIG, ma quando dici anello portachiavi intendi proprio quello grande o quello in acciaio da pesca lo spit ring usato negli artificiali da verticale jigging? Tipo quelli in foto ? https://img.pecheur.com/split-ring-owner-u...1380-138021.jpg

    L'anello ideale, almeno per me, deve avere la dimensione di una moneta da dieci centesimi. Dopo tante prove sul campo, sia di misura piccola che di misura grande, questo diametro è il giusto compromesso tra scorrevolezza delle girelle e resistenza alle alghe.
    In origine il Pig usava i moschettoni al posto delle girelle (qualcuno li usa ancora), ma proprio a causa delle dimensioni e forma avevano una predisposizione particolare a raccattare tutte le alghe possibili. Con le girelle il fenomeno si è attenuato moltissimo. Mi raccomando la qualità: rigorosamente acciaio inox.
    Il Pig è un trave da turbolenza, a mare calmo o in scaduta usa gli altri travi.
     
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