Surfcasting e Dintorni

Votes taken by sandro rau

  1. .
    CITAZIONE (Panormitanus @ 15/2/2023, 22:45) 
    Ok.....a quanto pare ero l'unico che ancora costruiva travi....😄😄😄
    L'aspetto positivo è che si risparmia un botto di minuteria e che sei pronto ad entrare in pesca più velocemente di prima. Unico aspetto negativo che riesco a cogliere è che riavvolgendo per chiudere la pescata si potrebbero rovinare i primi anelli con le girelle e moschettoni......vi è mai successo?

    Continuo ad averli pure io, se è per questo. Qualche trave di scorta sempre meglio averlo.
    Riguardo l'altro discorso, per evitare problemi uso girelle di piccolo diametro molto robuste della Gemini, ma in commercio esistono tanti modelli affidabili. Aggiungo infine di prestare particolare attenzione se si usano i rotanti, se come succede spesso si imbobinano fino al bordo bobina, c'è il rischio che tutto il complesso girella-perlina-girella vada a sbattere o incastrarsi nel telaio.
    Preferibile tenersi qualche millimetro sotto il bordo.
  2. .
    Concludiamo la carrellata delle foto aggiungendo queste ulteriori, che rappresentano tre momenti particolari di una mareggiata.

    In questa sequenza di tre foto è stata ripresa la formazione di un canale perpendicolare.

    foto 1:
    foto_notturna_canale_in_formazione_01
    Spiaggia a media energia. In questa foto si ha già evidenza di un canale perpendicolare a dx che non è ancora formato del tutto, infatti è chiuso dal frangente esterno (che si sta attenuando proprio in corrispondenza) e da una serie di onde successive.

    foto 2:
    foto_notturna_canale_in_formazione_02
    Nella foto n° 2 si ha conferma di trovarci proprio davanti ad un canale perpendicolare. Come si può ben notare (grazie alla fase, lunare quel giorno al 95% della sua illuminazione) è ripreso il moto ondoso che risale parecchi metri sulla spiaggia;

    foto 3:
    foto_notturna_canale_in_formazione_03
    il moto ondoso ha raggiunto il suo stato ideale. Il canale perpendicolare è pienamente operativo sia in ingresso che in uscita, una situazione molto interessante ai fini della sessione di pesca.


    foto 4 e 5:
    Spiaggia a bassa energia. In queste due foto è stato ripreso l’inizio di un mare montante. Sul bagnasciuga i primi rovescaimenti di onda, in lontananza la timida formazione di quello che sarà il frangente esterno;
    foto_notturna_mare_montante

    foto_notturna_mare_montante_02
    Il frangente è quasi completamente formato, giusto al centro foto residua ancora un tratto aperto.
    Queste due foto possono rappresentare una opzione all’interno di una strategia di pesca di più ore volta alla ricerca del mare montante, nel senso che se siamo disposti a spostarci seguendo il vento, possiamo iniziare a sfruttare la spiaggia più vicina interessata dal vento e dopo che questa sarà impraticabile ci sposteremo alla prossima spiaggia dove il vento non è ancora arrivato oppure sta arrivando, per sfruttare di nuovo la fase iniziale della mareggiata.


    foto 6:
    foto_lungomare
    Spiaggia a bassa energia su un lungomare. L’ottima combinazione di illuminazione (luna e artificiale della passeggiata) ha permesso di immortalare questa situazione che mi è capitato spesso di incontrare durante una fase della mareggiata, serie di onde un po' ovunque interrotte tra loro da tratti più profondi dalla difficile interpretazione.
    Personalmente, a me queste situazioni piacciono tantissimo perché a differenza di altre condizioni, qui il pesce bisogna proprio andare a cercarselo. Atteggiamento mentale, intuito e istinto avranno un ruolo preponderante in queste situazioni.

    Con queste ultime foto a disposizione ho concluso questo 3D, cui spero sia di gradevole lettura e come spunto di miglioramento per molti che sono agli inizi. Chiunque vorrà può riportare le proprie esperienze e/o difficoltà in notturna.
  3. .
    Tecnica del Surfcasting – Lo spot in notturna.

    I files li trovi qui:
    https://drive.google.com/drive/folders/1Bv...q8d?usp=sharing

    jpg

    Benvenuti.

    Questo 3D che andremo ad esaminare è il secondo della serie “Tecnica del Surfcasting”. Una serie di articoli dedicati all’analisi di quelli che è, o meglio dovrebbe essere, il corretto approccio quando si arriva sullo spot di pesca, per poi proseguire durante la sessione.
    Fa seguito ad alcune richieste specifiche che mi sono state chieste privatamente, e visto e considerato che è un argomento di interesse generale, rispondo qui pubblicamente.

    Nel precedente articolo, “Tecnica del surfcasting: quale strategia adottereste su questo spot?” (qui il link alla discussione: https://surfcasting.forumfree.it/?t=78542261) avvalendoci di brevi video e fotografie abbiamo ampiamente discusso dei settori del surf, dal riconoscimento visivo all’interpretazione dei vari segnali ed il corretto approccio mentale.
    Questo articolo è il naturale proseguimento del precedente, e voglio proporre quello che per diversi scer che si approcciano a questa disciplina le prime volte è un grande problema, e cioè le difficoltà che si incontrano nell’interpretare i settori in notturna.

    Intanto occorre premettere che leggere lo stato del mare al buio non è cosa per nulla facile, tutt’ora anche io a volte mi trovo in difficoltà nonostante quasi 40 anni di frequentazione costante. Le difficoltà sono diverse rispetto all’arrivo in diurna, ad iniziare dal buio in primis, tutto ciò che non vediamo è un potenziale problema e non ci aiuta a capire cosa muove sopra la superficie del mare e la scelta della postazione diventa quasi un dilemma.
    Ma non tutto è perduto, con un pochino di attenzione possiamo cercare di farci un’idea, più o meno esatta, di cosa abbiamo davanti anche quando si arriva sullo al buio.

    1) l’ambiente circostante.
    Di solito, quando si arriva sullo spot in condizioni di luce, la prima cosa che facciamo tutti è guardare il mare che abbiamo davanti e poi volgiamo lo sguardo ai lati della spiaggia, alla ricerca di tutte quelle informazioni utili per una scelta ottimale.
    La stessa operazione la facciamo anche col buio, è un gesto automatico e ripetitivo nel tempo, solo che non avendo tutti quei riferimenti che di solito arrivano dallo sguardo frontale, ci viene istintivo cercare maggiori riferimenti alla nostra destra e sinistra. Fateci caso.
    Il primo aiuto che il Mare ci mette a disposizione avviene attraverso il suo moto ondoso ritmico, modella la spiaggia disegnando anse, punte e rettilinei, ma anche depositando elementi importanti di riconoscimento come le alghe, i detriti, ma anche il nutrimento quali piccole conchiglie più o meno piene, le velelle (ottima fonte di cibo soprattutto in questo periodo), che ci daranno grande aiuto nella scelta della postazione, andando a privilegiare quei settori che rappresentano un possibile canale perpendicolare, oppure una punta che ha davanti un banco di sabbia oppure ancora una o più serie di secche, queste ultime interessanti da affrontare quando il moto ondoso è quasi del tutto scemato.
    Un altro aiuto interessante che il mare ci trasmette è l’osservazione del moto ondoso che abbiamo di fronte. Va analizzato attentamente per ricercare quei piccoli segnali che devono dare conferma alla prima osservazione, lo studio della battigia. Con il buio non è esattamente come in diurna, tanti aspetti visivi si perdono nell’oscurità ma anche qui il mare ci viene incontro con un altro aiuto, ed è la distinzione di colore netta tra un’onda ed un settore profondo.
    Tutto ciò che è bianco nel buio significa onda, e di conseguenza tratti di spiaggia dove la profondità è bassa, viceversa tutto ciò che appare scuro significa tratti che hanno una profondità maggiore.
    E badate bene che sono aiuti di non poco conto, tutt’altro. Con l’attenta osservazione e la pratica si possono ottenere buoni riscontri.
    Certo non è tutto rose e fiori, purtroppo il buio porta anche delle problematiche che non sono facilmente individuabili, almeno immediatamente. Un esempio può essere quello delle alghe, fintanto che le vediamo depositate a riva possiamo farci un’idea di cosa abbiamo davanti, il discorso cambia se la riva è pulita e le alghe stanno viaggiando in corrente, non le vedremo sino a quando non ci sbattiamo le lenze sopra, così anche per tutto quello che galleggia sopra la superficie del mare: tronchi, buste, pezzi di rete abbandonate etc.
    Dopo che avremo analizzato l’ambiente circostante, ai fini della scelta su quella che sarà la nostra postazione definitiva, andiamo ad esaminare l’altro aspetto importante.

    2) Individuazione dei settori.
    Come ho accennato, chi è agli inizi e non ha sufficiente esperienza si troverà spiazzato davanti al mare in notturna. A prima vista le onde sembrano tutte uguali, il vento sferza la faccia, la salsedine limita le nostre osservazioni, quelle che fino a questo momento erano certezze ora iniziano a vacillare e la scelta della postazione avviene spesso “ad cazzum”.
    Proviamo a cercare di dare un piccolo aiuto in questo senso facendovi vedere alcune foto scattate in notturna (non senza difficoltà).
    Prima però è doveroso fare una premessa.
    Le foto che seguono sono state scattate in notturna in diverse spiagge dalla morfologia diversa. La ricerca e raccolta di queste foto ha richiesto tanto tempo per tutta una serie di difficoltà. Intanto perché non sono pratico in questo senso, poi sono state prese da più smartphone, e soprattutto all’inizio, le foto venivano completamente scure.
    Dopo parecchi tentativi, gli scatti migliori sono stati fatti grazie all’aiuto della luna, soprattutto quando si trovava alla massima luminosità e con l’aiuto delle lampade frontali per illuminare i tratti immediatamente vicini alla riva.
    Avrei preferito sicuramente dei brevi video, ma nonostante le varie prove alla fine per me si è rivelata impresa ardua.

    Queste foto che seguono vanno quindi interpretate come se foste appena arrivati sullo spot e dovete individuare i settori sulla base di quanto abbiamo detto (per una migliore visualizzazione consiglio l’uso del pc).

    foto n° 1:
    foto_1_0
    questa foto è stata ripresa appena arrivati sullo spot, una spiaggia a media energia. In questo caso l’osservazione è concentrata sull’ambiente circostante, grazie all’illuminazione artificiale della luna si riesce ad intravedere un bel tratto del profilo della spiaggia, in particolare una punta con una secca davanti, ottimo spot da affrontare ai lati della punta.

    foto n° 2:
    foto_2_0
    siamo sempre sullo stesso spot, ci siamo spostati proprio di fronte alla punta. La dimensione della secca di fronte ora appare più chiara, così come i suoi confini.
    Lo scopo di queste due foto è per farvi capire che a volte basta percorrere qualche decina di metri per avere un’idea più chiara del settore, soprattutto in condizioni di buio.

    foto n° 3:
    foto_3_1
    Anche questa foto rappresenta il momento dell’arrivo in spiaggia. In questo caso ci troviamo su una spiaggia a bassa energia, davanti un frangente esterno non troppo lontano che però si sta delineando, si nota benissimo una interruzione di frangenza al centro foto, se notate bene questa interruzione sta generando un canale perpendicolare che giunge sino a riva ed è il tratto dove l’onda risale maggiormente sulla battigia.
    Davanti al frangente esterno un canale parallelo che prosegue per tutta la lunghezza della spiaggia.

    foto n° 4:
    passiamo alla vista frontale.
    foto_4
    Questa foto è stata ripresa subito dopo il tramonto. Quello che abbiamo davanti è un settore quasi delineato, in lontananza un banco di sabbia (il breve tratto di onda che sta frangendo), ai lati i tratti scuri indicano una maggiore profondità, in questo caso un canale di entrata e di uscita della corrente dove il tratto a sx della foto giunge sino a riva, quello di dx non ancora formato del tutto. Dovendo scegliere, visto che il settore non è ancora del tutto formato, inizierei la sessione posizionando due canne ai lati della schiuma, quindi il banco di sabbia in lontananza e ai lati dell’ingresso del canale a sx.

    foto n° 5:
    foto_5
    stesso posto della foto n° 4 ripreso diverse ore dopo, mi sono spostato di qualche decina di metri a sx ed ora il settore si trova alla dx della foto. Come si può notare il mare ha diminuito di intensità permettendo al settore centrale canale-banco-canale di delinearsi completamente.

    foto n° 6:
    foto_6
    Questa foto è stata ripresa su una spiaggia a bassa energia, la mareggiata ha perso gran parte della sua forza. Si nota una grossa buca proprio davanti, congiungimento finale di un canale di battigia che arriva da sx. Questo è un settore che va considerato attentamente ai fini della scelta di postazione, la scarsa corrente potrebbe depositare parecchio cibo dentro la buca rendendolo molto interessante.

    foto n° 7:
    foto_7

    Spiaggia a media energia. In lontananza un frangente esterno interrotto da una finestra che immette su un tratto completamente profondo, in questo caso un canale perpendicolare. Una postazione molto interessante, in questo caso la scelta ottimale dove piazzare le canne è nella finestra di ingresso, che non è neanche troppo lontana, oppure ai lati della secca sulla dx della foto, sempre ai margini della schiuma, oppure ancora nel canale sottoriva.

    foto n° 8:
    foto_8

    questa foto è stata ripresa su una spiaggia molto profonda. Come si può notare c’è un unico frangente che rompe a pochi metri da riva, seguito da un canale parallelo che arriva sino alla battigia. La scelta della postazione in una spiaggia con queste caratteristiche non da molte alternative, e anche la scelta del dove lanciare le nostre esche è obbligata a pochi casi, nella fattispecie dietro l’unico frangente e dopo che questo avrà generato delle aperture, anche dentro il canale di battigia.
    Mi soffermo un attimo sull’aspetto sicurezza. Prestare molta attenzione nella scelta della postazione, il moto ondoso su queste spiagge genera molta energia che si scarica per decine di metri oltre la battigia, rendendo pericolosi ampi tratti di spiaggia. Tenetelo seriamente in debita considerazione perché il rischio di vedersi portar via l’attrezzatura è molto concreto. Oltre alla vostra incolumità.

    foto n° 9 e 10:
    foto_9

    foto_10
    Premesso che quando si arriva in spiaggia si dovrebbe avere le idee chiare sull’evoluzione meteo, capita a volte di trovarci condimeteo ancora troppo forti, mare grosso oppure vento ancora sostenuto.
    Quando ci si trova in queste condizioni si può decidere di aspettare che il moto ondoso cala di intensità, oppure cambiare lo spot. Queste due foto sono appunto l’esempio di condizioni meteo oltre il limite.

    Lo scopo di questo 3D è quello di dare un piccolo aiuto a tutti coloro che sono agli inizi ed hanno difficoltà a mettere in pratica la teoria che hanno acquisito. Molti di voi hanno memorizzato le varie uscite, anche quelle in cui si sono trovati maggiormente in difficoltà, la nostra memoria li ha immagazzinati come piccoli flashback. Ecco, queste foto vi devono far ragionare proprio come se in questo preciso istante foste sul luogo di pesca davanti al bagnasciuga, osservatele, memorizzatele e iniziate a ragionarci su mettendole a confronto con le difficoltà che avete incontrato.

    Buon lavoro, ragazzi.
  4. .
    CITAZIONE (maspa @ 26/9/2021, 18:43) 
    E il fatto che tu catturavi nella finestra di uscita signifiva che il tuo compagno post9 a monte di te non pescava nella zona giusta?

    Si Marco è così. Inizialmente l'amico era infastidito dalle alghe, con l'arrivo del buio non era facile comprendere il loro spostamento, considerato che era la prima volta che veniva su questa spiaggia. Ma ci ha messo poco a capire il verso giusto e a correggere il tiro :)
  5. .
    Ieri ho dimenticato di dire che se volete parlare di qualcosa in particolare, se avete qualche dubbio sui settori o sull'interpretazione delle strategie o qualunque altra cosa sia attinente al 3D, fatevi avanti. È la sezione giusta ed è l'occasione per farci una bella chiacchierata e per chiarire dei punti che non sono chiari.

    Colgo l'occasione per chiedere a tutti voi se come abbiamo operato sino ad ora vi va bene, (discussioni basate su foto e video) oppure se avete dei suggerimenti da fare. Saranno ben accetti per il proseguo di questo 3D.


    Riguardo l'ultimo video, la punta è ottima per insidiare i predatori. Mi è capitato spesso di vedere mugginetti nelle secche davanti alle punte, sicuramente cercano protezione nelle acque poco profonde per difendersi dai predatori. Quella buca vicino alla punta è ottima per tentare l'agguato dal basso verso l'alto.
  6. .
    6_4

    link di archiviazione foto del 3D su Google Drive:
    https://drive.google.com/drive/folders/1ON...RD1?usp=sharing


    Facciamo seguito al sondaggio proposto qualche tempo fa nel post “Focus estivo e proposte” (qui il link alla discussione: https://surfcasting.forumfree.it/?t=78528393&st=15#lastpost)
    dove i quesiti più votati sono stati Esche e Inneschi (qui il link https://surfcasting.forumfree.it/?t=78536228&st=15#lastpost)
    e Tecnica del surfcasting.

    Oggi vogliamo dar seguito al sondaggio del secondo quesito più votato e proporre una serie di nuovi argomenti attinenti a questa sezione, argomenti che concorderemo con voi durante il proseguo di questo 3D.

    In attesa di capire se questa iniziativa avrà il consenso da parte vostra, cui ci auguriamo interessata partecipazione, iniziamo proponendo la visione di questo video (è stato volutamente rallentato e tagliato delle parti non attinenti).

    Fate conto di essere appena arrivati in spiaggia per una sessione di pesca, davanti a voi si presenta una situazione come rappresentata nel video. Prendetevi qualche minuto in più e guardatelo bene analizzando la situazione. Descrivete ciò che avete capito osservando il video e come impostate la vostra strategia. Basatevi solo su ciò che capite dal video, non considerate l'opinione di chi ha scritto prima di voi perchè potrebbe essere giusta oppure sbagliata. E' una buona occasione per mettere in pratica quanto appreso nei Tutorial ABC.

    Aggiungo solo che la corrente era leggermente obliqua rispetto alla direzione delle onde e muoveva da destra verso sinistra.





    Vediamo se esce fuori un 3D di discussione,

    Edited by sandro rau - 27/6/2021, 10:00
  7. .
    Queste sono le foto dei due inneschi che preferisco, quelli in cui la percentuale di mangiate a vuoto alla lunga è risultata minore. Le foto sono state estrapolate dal Tutorial della serie ABC Le Esche (https://surfcasting.forumfree.it/?t=76798105) dove vengono spiegati i vari passaggi di innesco.

    Innesco con due ami:

    innesco_granchio_a_due_ami_step01


    innesco_granchio_a_due_ami_step02_0


    innesco_granchio_a_due_ami_step03



    innesco con il filo elastico:

    innesco_granchio_filo_elastico_step01


    innesco_granchio_filo_elastico_step02


    innesco_granchio_filo_elastico_step03


    Con il granchio di sabbia utilizzo un solo amo, proporzionato alla sua grandezza, di solito un n° 2 sempre Beak.
  8. .
    Mi sarebbe piaciuto essere più presente sul forum ma purtroppo non mi è proprio possibile, spero vivamente più in là, ho alcune iniziative in mente per i giovani e per chi è agli inizi, che spero di pubblicare non appena gli impegni lavorativi mi daranno un po'di tregua.

    Quando ho iniziato leggere questo 3D ho notato subito che mancavano alcuni concetti fondamentali e le risposte che si chiedeva ai propri dubbi non l'avrebbero aiutato a capire prima le cause, per questo sono andato leggermente OT ma era fondamentale.
    Ai giovani del forum, cui seguo le loro discussioni con attenzione, li invito ad andare avanti così, le difficoltà sono fisiologiche e fanno parte di un percorso che un domani li porterà a diventare dei bravi scer, se non si faranno scoraggiare dalle difficoltà e se non bruceranno le tappe e soprattutto se avranno l'umiltà di capire i loro limiti e chiedere aiuto, il forum esiste per questo.
    Il surfcasting lo considero l'università delle discipline di pesca dalla spiaggia, purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) non è di facile applicazione, nel senso che non basta lanciare l'esca e aspettare che il pesce abbocchi. Qui entra in gioco la selezione naturale, chi si accontenta del minimo sarà destinato a delusioni cocenti, un pesce tirato fuori dal mare sarà per puro caso e mai dovuto allo studio dei fondamentali.
    Ma il surfcasting è proprio questo, una disciplina per molti, ma non per tutti.

    Forza ragazzi, aiutateci ad aiutarvi ;)
  9. .
    CITAZIONE (Rony77 @ 25/3/2021, 13:57) 
    che altro dire sandro. hai evidenziato i passaggi che sono alla base del surfcasting e con una semplicità elementare . di sicuro interesse a quanti sono agli inizi e di sempre utile ripasso a tutti.
    da stampare e incorniciare .

    Troppo buono Rony, grazie per l'apprezzamento.



    CITAZIONE (furbara @ 26/3/2021, 09:25) 
    Grazie Rau. soprattutto quella sui grovigli in fase di lancio ,sul trave è una cosa che mi capita spesso. Ho visto che alcuni mettono il tubicino in silicone per impedirlo , ma ostacola il lancio e nel recupero mi fa un effetto che io chiamo elicottero
    Forse la soluzione migliore può essere clippare?

    Sicuramente, il clippaggio ti aiuterà tantissimo a far arrivare esche e calamenti a distanza senza problemi. Ricorda di lanciare sempre obliquo rispetto alla direzione della corrente, mai frontale, soprattutto quando usi terminali lunghi, così il terminale ha possibilità di distendersi meglio e lavora in condizioni ottimali a favore di corrente, così come ricorda anche che se il fondo è duro è da evitare di usare piombi come la palla, che rotolando aumentano le possibilità di grovigli.

    Concludo il mio intervento per aggiungere un ulteriore dato che potrebbe tornare utile a te e a tutti quelli che decideranno di tornare in quella spiaggia per le prossime volte.

    Nonostante la disposizione del vento fosse da sud-sud-est e facesse pensare a venti da mezzogiorno, la vera perturbazione in atto proveniva da nord-ovest, quindi da maestrale.
    Spiego il perché.
    Quel giorno il baricentro della perturbazione era posizionato tra l’Inghilterra e la Germania, più precisamente nel Canale della Manica. La perturbazione da maestrale ha un senso di rotazione antiorario, ed in questo caso dall’Inghilterra è stato incanalato lungo la Francia, nella sua discesa ha investito Corsica e Sardegna per poi rimbalzare sulle coste del nord Africa e sulla Sicilia, ed infine tornare indietro sotto forma di vento proveniente da sse.
    Che non fosse un vero vento da sud-sud-est è dimostrato da diversi motivi:
    1) la direzione della corrente sottomarina (veniva appunto da nord-ovest);
    2) un vero vento da sud-sud-est ha origini lontane, ha un fetch lunghissimo (il fetch è il tratto di mare su cui soffia il vento senza incontrare ostacoli) e nel Tirreno genera movimenti d’acqua importanti con correnti che scavano tantissimo il sottoriva;
    3) sono venti caldi.

    Per far comprendere ancora meglio il concetto allego questa foto che risale al giorno della tua pescata (la foto è stata ridotta volutamente per ragioni di spazio, con la foto dell'intera Europa si perdeva in qualità e nitidezza) .


    anticiclone_maestrale_0


    Come si potrà ben notare è evidente il fenomeno che ho appena descritto sopra. Attenzione però, questo fenomeno del “vento riflesso (o di rimbalzo)”, chiamiamolo così, non si verifica sempre, non è un fenomeno automatico. Ecco perché è di fondamentale importanza consultare sempre il meteo a partire da diversi giorni prima della battuta, per capire come evolverà la situazione.

    Quanto sopra ti potrà tornare utile, visto che è stata fatta una bella pescata, ad inquadrare quel tratto di spiaggia per le uscite successive, in base alle condimeteo simili a quella in esame.
  10. .
    CITAZIONE (furbara @ 23/3/2021, 10:57) 
    Le condizioni del mare erano poco più di 1mt di onda ad alta frequenza con qualche picco po' inferiore ai 2 mt. Vento da sse, corrente molto forte da nw. In queste condizioni, che certamente non sono da surf estremo, ma bisogna anche considerare che la spiaggia di Sabaudia è di bassa profondità e fa tante onde magari non alte come un di profondità medio alta. Presenza di alghe, che si raccoglievano più sulle buche che nelle secche. Alla fine la pescata sono riuscito a salvarla su una punta dove l'acqua era più bassa e c'era meno presenza di alghe. Per la cronaca siamo andati via n tardo pomeriggio : finite le alghe e calata la corrente non mangiava più nulla.

    Dunque, vediamo di aiutarti con qualche spunto di riflessione e miglioramento sulla base della disamina che hai fatto.

    Cercherò di essere il più chiaro e corto allo stesso tempo, nel caso tu voglia approfondire il discorso, cerca tra le tante discussioni in merito di cui il forum è pieno zeppo.

    Partiamo dalle condizioni:

    - SPIAGGIA POCO PROFONDA.
    1 metro d’onda ad alta frequenza come dici, per questo tipo di spiaggia significa che la mareggiata ha ancora molta energia, al limite della praticabilità se non anche oltre, con il primo frangente che parte da lontano e poi genera altre serie di onde in successione.
    I frangenti più lontani sono quelli che hanno maggiore energia, quelli più vicini il contrario (ogni rovesciamento d’onda dissipa sempre più energia).
    Una corretta analisi dovrebbe portarti a scegliere il frangente che presenta delle interruzioni, quasi mai il più lontano (perché di energia ne ha tanta, generando una linea di frangenza pressoché costante e parallela alla riva e poi perché di solito è molto distante). Andrai quindi a lanciare le esche ai lati di queste interruzioni a seconda della direzione della corrente.
    Inoltre, anche in questo tipo di spiagge spesso capita che si creano dei canali paralleli vicino a riva, questo è un altro settore dove lanciare le esche.

    - CORRENTE.
    nella tua disamina hai scritto che il vento veniva da sse mentre la corrente, che era molto forte, veniva da nw quindi, correggimi se sbaglio, da destra verso sinistra. Non hai indicato dove il tuo amico si è posizionato, è un dato che devi considerare sempre ai fini della scelta della postazione. Perché se si è posizionato alla tua destra significa che la rotta di pascolo è passata prima davanti a te, ma siccome eri fuori pesca te lo sei lasciato sfuggire. Per capire quale ipotetica rotta di pascolo può aver seguito il pesce, prova a pensare a che distanza il tuo amico ha effettuato le catture, così ti renderai conto mentalmente dove avresti dovuto lanciare le tue esche per intercettare per primo la rotta di pascolo.

    Detto sinteticamente delle condizioni, altrettanto brevemente proverò a darti qualche suggerimento riguardo a:

    - GROVIGLI.
    Quelli generati da eccessiva turbolenza si presentano come una matassa di nodi spesso difficili da districare, fanno perdere solamente tempo, meglio tagliare e legare subito un nuovo bracciolo di scorta, anche perché una volta che il nylon ha preso memoria di forma, al lancio successivo tornerà ad aggrovvigliarsi negli stessi punti.
    Ci sono altri tipi di grovigli, come ad esempio quelli che avvengono durante il lancio. In questo caso il bracciolo si aggroviglia intorno al trave risalendo indietro, e la corrente poi darà il suo colpo di grazia finale, oppure quelli derivanti da inneschi di esche voluminose tipo strisce di seppie, gambero curvo sull’amo etc. che creano avvitamenti sia durante la fase in pesca che nel recupero.
    Qui bisogna curare particolarmente gli inneschi e preferire recuperi lenti. Un’accortezza durante il lancio può essere quella di bloccare la lenza sulla bobina prima dello splash, il contraccolpo spinge le esche in avanti evitando che rimangano attorcigliate sul trave.
    Anche l’attacco troppo vicino al piombo è un’altra causa di problemi, soprattutto quando il piombo si infossa, portandosi dietro anche lo snodo. Meglio l’attacco alto, in questo caso.

    Sulla componentistica ed in generale valgono le ottime considerazioni che ti hanno già suggerito gli altri utenti.
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    CITAZIONE (furbara @ 22/3/2021, 11:12) 
    Se qualcuno mi chiedesse come funziona il SC io gli direi " si tratta di mettere le esche dove c'è il pesce , stare in pesca e aspettare che abboccano"
    Secondo me il punto cruciale è proprio questo stare in pesca. Recentemente andando con un mio amico ,lui tante mormore e qualche sarago ,io poche mormore. Pur usando tutte e due lo 0,28 e anzi lui pescando con quasi 2mt e io con poco meno di un metro e mezzo , il suo filo non era mai impicciato ,il mio si. Sull'argomento si potrebbe scrivere un libro( a meta giornata la buca era piena di alghe e ci siamo spostati sulla secca, e abbiamo ripreso a pescare) scelta della postazione ecc. Volevo sapere un po le vostre strategie , andando un pò più a fondo delle ovvietà ( short arm , aumento il calibro del filo ecc).Per esempio sapere se preferite una girella grande piuttosto che una piccola , insomma qualche piccolo trucco o accorgimento di cui non si parla mai......

    Tanto per fare un esempio: secondo voi la girella tripla ,tipo quelle per le trote nei laghetti può diminuire i grovigli? qualcuno la usa?

    Magari fosse così semplice lanciare le esche dove sta il pesce e aspettare........ In realtà le variabili sono molte di più, bisogna sapere dove lanciare esattamente queste esche, perché se è vero che il pesce gira, è anche vero che non lo si trova dappertutto. I pinnuti hanno una loro logica di spostamento che bisogna conoscere, altrimenti si corre il rischio di lanciare le esche in posti dove il pesce non ci passerà mai.
    Nel tuo caso è palese che lanciando le tue insidie in piena zona turbolenza eri completamente fuori pesca, e prima ancora di consigliarti trucchi e altre cose varie io ti consiglierei di analizzare il perché sei rimasto così tanto tempo in mezzo alla turbolenza, quando avevi vicino il tuo amico che invece aveva trovato le condizioni giuste, indipendentemente dal fatto che il pascolo fosse di mormore o meno, cui concordo solo in parte con l'analisi fatta da altri utenti sulla loro presenza in condisurf (è vero che è un grufolatore ma in diverse zone d'Italia si pescano benissimo in condisurf, anche dalle mie parti).

    Ecco, secondo me queste sono le prime valutazioni da fare, capire dove si stava sbagliando per non commettere gli stessi errori le volte successive. Perchè tutti gli accorgimenti o trucchetti del caso serviranno poco o nulla se non si è in grado di conoscere la causa, il problema si ripresenterà uguale alla prossima uscita.
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    CITAZIONE (MarcoNuoro @ 29/8/2017, 22:52)
    Una foto in costa est Sarda due anni fá. Situazione in cui un unico frangente "tappa" completamente il settore. In questo caso dovuto a una lunga secca di sabbia a circa 250-300 mt. Ho affrontato per scrupolo e dubbio la situazione più volte confermando il problema del settore CHIUSO.

    Guardando la tua foto mi sono tornate in mente alcune situazioni di pesca che ho affrontato nel tempo, simili alla tua. In linea generale è vero che un settore del genere è chiuso e così lo pensavo anch'io dopo sonori cappotti, ma siccome la pesca non è scienza esatta, alcune catture effettuate nel gradino di risacca mi hanno fatto cambiare idea. Ti parlo di un unico frangente uniforme che si estendeva per parecchie centinaia di metri, con continuità e senza interruzioni.
    La mia opinione è che in determinate situazioni il pesce entra lo stesso, anche in presenza di unico frangente esteso, come è pure possibile che si trova già dentro seguendo la sua rotta di pascolo. Parlo di una decina di uscite effettuate sempre nel solito posto e con le stesse condizioni di mare, documentate nel tempo esattamente come fa Loup71.
    E proprio consultando i dati, tutte le catture sono avvenute dopo l'acme di alta marea, di notte tra le ore 23 e l'01 del mattino circa, di cui due in assenza di luna, una con luna nuova e una con luna calante, mentre con le stesse identiche situazioni cinque uscite non hanno dato risultati. Ecco perchè non lo scarto più a priori (l'avrei fatto se le dieci uscite avrebbero dato risultato negativo).
    In conclusione, conosciamo tanto ma non sappiamo ancora tutto, per cui consiglio sempre di provarci, le informazioni raccolte nel tempo saranno preziosi database.
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    Hai la fortuna di fare parte di questo forum, che è come un libro aperto.
    Se hai la voglia e la pazienza qui troverai tante discussioni interessanti, che ti forniranno le stesse indicazioni dei libri che vuoi comprare, con la differenza che qui è tutto gratuito.
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    CITAZIONE (rony77surf @ 8/10/2014, 15:56) 
    scusate ragazzi ma come è possibile dare una risposta su un argomento che ha talmente tante varianti in gioco?

    Sono opinioni e pareri personali di ciascuno di noi, derivanti da anni di esperienza maturata nelle più svariate condizioni di pesca. Sono comunque interessanti e utili per avere un'idea sul comportamento dei pesci, e come avrai già notato, non è uniforme su tutte le spiagge.
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    Secondo me il mare mosso rende di più.

    Il perchè è stato ampiamente spiegato in questo 3D, il moto ritmico generato dalle onde causa il dissepellimento degli organismi marini che stanno sotto la sabbia (telline, cannolicchi, fasolari, granchietti etc.) generando quella che è da secoli la catena alimentare marina.

    Tutto ciò non toglie che si possono effettuare catture anche a mare calmo (per mare calmo intendo quello dopo la mareggiata). Per fare un'esempio citando la spiaggia di Platamona, quando si presenta una mareggiata "di quelle serie" (maestrale in primis) della durata di 3/5 giorni, succede che questa rivolta completamente i primi 20/30 metri: la corrente secondaria porta via la sabbia dal gradino di risacca e la deposita una ventina di metri dopo. Il fondo così modificato si prepara a raccogliere tutto quanto è stato in sospensione durante il moto ondoso, creando situazioni di pesca favorevoli a mare calmo, anche diversi giorni dopo la mareggiata.

    C'è da dire che non sono tutti i pesci che amano il moto ondoso pronunciato. Per esempio spigole e saraghi, ottimi nuotatori, gradiscono il mare mosso, spesso gli esemplari più grandi sono stati catturati in queste condizioni. L'orata e la mormora invece prediligono il moto ondoso meno accentuato, ma non sempre è una regola ben precisa.

    E poi basta dare uno sguardo alla sezione report per rendersi conto che le catture più belle sono avvenute con il mare in movimento.
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