Fabrizio
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Sardegna: Sardegna (nord ovest) Zone: Sorso, Cala Coscia di Donna e Porto Palmas. Data e durata: diverse battute tra il 1 e il 13 agosto Partecipanti: io e la mia ragazza
Picco Mareggiata: assente Vento Generante: assente Stato Acqua: sempre limpida Presenza alghe: sempre assenti
acme maree: non ne ho idea, non le ho mai guardate.
Anche quest'anno durante il mese di agosto posso approfittare delle ferie estive per stare un po' di tempo in più del solito con la mia ragazza, che abita a Sassari e che mediamente vedo solo un fine settimana al mese. Dato che starò circa una quindicina di giorni, ho prenotato il traghetto con imbarco macchina, linea Civitavechcia-Porto Torres.
Arrivato l'atteso giorno della partenza, carico la mia Ford Focus SW con tutto il necessario: cassone mitchell riempito fino all'orlo di tutto il necessario, 3 canne da surf (Futura 190, Almira Pro 100-200, Shimano Telesurf 130 e una bolognese 6 metri per fare il vivo), puntali, retino, tenda, zaino per passare la notte in traghetto (contenente sacco a pelo, materassino, felpa, coperta, megapanino, patatine, cioccolata, libro e frigorifero con acqua congelata e lemon soda), trolley con i vestiti e un frigorifero più grande pieno di zucchine, pomodori, melanzane e olio d'oliva. Prima di partire passo velocemente a comprare 3 roccobomb (per gestire meglio i fondi misti) e a mettere altri 10 euro di diesel che ho metà serbatoio, sai com'è NON SI SA MAI. Non l'avessi mai fatto, dopo pochi km la mia auto che in 4 anni non mi hai mai lasciato a piedi, inizia a zompettare in modo sempre più frequente e continuo, e non vuole saperne, mi lascia a piedi dopo 20 minuti di strada quando mi mancano ancora 1 ora e mezza di viaggio per arrivare a civitavecchia! SMADONNAMENTI a ripetizione come se non ci fosse un domani!! Mi si è otturato il filtro del diesel perché 1) non mi son ricordato di sostituirlo e 2) ho messo il diesel da un benzinaio dove non ero mai andato e sicuramente aveva il diesel sporco. Chiamo mio padre in soccorso, proviamo un po' a smanettare ma non c'è nulla da fare, la macchina non va, chiamo quindi la Grimaldi e in 5 minuti mi sostituiscono la prenotazione con la macchina di mio padre e mi rimandano il biglietto, carico in fretta e furia tutte le cose sulla nuovissima Fiat Punto seconda serie con quasi 300.000 km di mio padre e parto verso Civitavecchia dove riesco ad imbarcarmi in orario! Ma la sfiga non finisce qui perché arrivato a sassari, al primo parcheggio a S che faccio mi si rompe il servosterzo della Punto, dovrò guidare quindi per 15 giorni senza servosterzo, facendo ogni giorno parcheggi a S che nessuna palestra di body building può eguagliare.
Dopo queste botte di fortuna finalmente iniziano le uscite a pesca (che non saranno molte anche perché con la macchina che avevo non c'era molto da fidarsi a fare molti km). Prima uscita La prima uscita è a Porto Palmas, arrivo la mattina verso le 9 e mi posiziono sulla scogliera sulla sinistra della spiaggia, a un centinaio di metri da questa, proprio sotto il cimitero. Mi sembra l'unico punto più praticabile dove vedo davanti una zona di fondale più pulito e meno scoglioso. Come esche ho solo cefali e sarde. Sulla futura 190 monto l'Ultegra caricato con 300 m di 0.40, come finale un pig al quale monto un piombo da 125 con uno spezzone di 20 cm di 0.28 a perdere, e un finale da 80 cm con monoamo e filetto di cefalo sgallato. Lancio dritto a una cinquantina di metri, proprio davanti all'imboccatura della spiaggia. Sostituirò il filetto ogni ora circa. Sulla shimano 130 g monto invece uno short rovesciato con finale 0.20 e amo del 4 e filetto di sarda e piombo montato su spezzone di 0.20 a perdere. La canna cercherò di lanciarla in varie buche più o meno distanti alla ricerca di qualche pesciotto da mettere come esca viva. Purtroppo il risultato sarà sempre lo stesso, esca divorata nel giro di pochi minuti e tocche micrometriche che vanno a vuoto. L'ultima canna la monto in modo simile alla 130, ma stavolta il finale lo faccio più lungo, circa 150 cm, e come esca ci metto un bel granchione raccolto in mezzo agli scogli con biamo del 4 e finale dello 0.20. Lancio la canna a una cinquantina di metri in mezzo al blu più chiaro e la lascerò lì senza toccarla per tutta la pescata. Ho provato a cercare paguri da innescare tra gli scogli, che di solito si trovano facilmente in sardegna, ma nulla, neanche uno, solo qualche raro granchietto. Detto questo non c'è più molto altro da aggiungere, resterò in pesca fino alle 16 del pomeriggio senza vedere nulla. Ad un certo punto ho provato anche a montare una bombarda sulla shimano 130 g, innescando sempre la sarda, e ho visto che non appena la sarda arrivava in acqua si formava uno sciame di pesciolini che la divorava in un minuto, uno sono riuscito anche a pescarlo ma erano davvero troppo piccoli anche per essere innescati. Non so di preciso la specie, da noi li chiamiamo mafroni, ma non so quanto sia indicativo.
postazione di pesca a porto palmas
Seconda uscita Per la seconda uscita scegliamo di andare a fare una nottata sulla spiaggia di Sorso, alla foce del fiume Silis. L'idea di base è:essendo una foce magari è più probabile che ci gira qualche predatore. Oltre ai soliti cefali mi porto anche un mazzetto di cannolicchi locali, che per fortuna al mercato di Sassari si trovano facilmente. Arrivo in spiaggia un'oretta prima del tramonto, e lancio tre canne, due con trancio di cefalo sgallato su pig e finale da circa 80-100 cm, e una canna con doppio LA e doppio cannolicchio sgusciato. Cerco di sostituire le esche con costanza cronometrata ma non si vede nulla di nulla. L'unica cosa da notare è che nel fondo ci sono numerose zone di misto e sassi che non mi aspettavo e nei quali il doppio LA si incaglia spesso, risultato: dopo poco il doppio LA diventa un LA singolo con attacco alto. Ed è su questo attacco che a mezzanotte circa abbocca un saraghetto fasciato che non arriverà a due etti. Per il resto nulla, mi ritiro in tenda e mi risveglio verso le 4:30. Inizio quindi di nuovo a sostituire le esche con frequenza, solo verso le 7 del mattino arriva il secondo e ultimo pesce, un'orata di circa 4 etti. Mentre recupero l'orata mi si avvicina un pescatore locale che ha fatto anche lui la nottata a pesca a circa 20 metri da me e mi dice che lui ha preso un paio di saraghetti stanotte ma nei giorni passati ha fatto belle orate "però per farle devi lanciare lontano, oltre la secca, io ci arrivo perché faccio 30 metri in acqua e poi lancio da lì, dalla spiaggia non ci arrivi". Probabilmente è vero che le ha prese, ma probabilmente le ha fatte di giorno e non di notte perché quando noi verso le 8 ce ne stiamo andando vedo che lui inizia a rilanciare tutte le canne andando in acqua. Per la distanza non dovrebbero esserci problemi perché guardando come lancia ci arrivo benissimo anche senza andare in acqua. Decido quindi che la prossima volta tornerò qui ma dedicandomi maggiormente alle orate dato che di serra neanche l'ombra.
postazione di pesca sulla spiaggia di sorso
Terza uscita Dopo un paio di giorni ritorno nello stesso identico punto, tuttavia stavolta mi dedico più alle orate che ai serra. Metto comunque la futura 190 con il trancio per un paio di ore a cavallo del tramonto, ma anche stavolta nessun attacco. Per il resto tutte le canne sono montate con LA su attacco alto o LA su attacco basso sullo SL. Tutte le canne le lancio più lontano possibile in side e above. Oltre ai cannolicchi avanzati della volta scorsa ho anche due scatole di bibi (ne basterebbe una in realtà ma i bibi del decathlon erano vecchiotti e mezzi rovinati). I bibi sembrano tornare abbastanza intatti, richiedendo una sostituzione circa ogni 30-40 minuti. Di nuovo pesco quasi senza interruzione fino verso mezzanotte, poi vado in tenda e poi mi rialzo verso le 4:30 ricominciando a pescare. Stavolta arriva solo un'oratella, ancora più piccola (2-3 etti), di nuovo all'alba verso le 7 del mattino. Aggiungiamoci anche un paio di montature lasciate in acqua nei tentativi che ho fatto di pescare con 0.20 e 0.18 in bobina per cercare di lanciare ancora più lontano, sperando (invano) di superare la zona con i sassi...
Quarta uscita Stavolta decidiamo di cambiare di nuovo e dirottiamo verso Cala Coscia di Donna, una zona scogliosa e impervia. Arriviamo sul posto verso le 5 del pomeriggio, dopo un lungo girare e rigirare per trovare un buco nel quale poter pescare in condizioni umane, decido di piazzarmi nell'unica zona decente. Un punto dove scogli non troppo difficili si affacciano un po' su una zona con un fondale decente e che appare abbastanza aperto rispetto a tutte le rientranze con scogli bassi. Stavolta ho portato al mio seguito bolognese e bigattini, l'intenzione è pescare qualche pescetto da innescare vivo e sperare nell'arrivo di qualche predatore. I pescetti arrivano molto velocemente, nel giro di pochi minuti iniziano ad abboccare cefaletti di 15-20 cm, a ripetizione. Prendo quindi la futura 190, lancio un piombo con attacco a perdere dello 0.28 nel blu dipinto di blu di fronte a me. Innesco il cefaletto a teleferica con monoamo del 2/0 e pallina giallo/rossa segnaletica. Il cefaletto va e si incammina con inaspettata velocità posizionandosi a circa 30-40 metri dalla riva. Poco prima in quella zona avevo visto anche una bella cacciata di qualche predatore quindi la cosa mi fa ben sperare. Tuttavia la pescata si conclude qui. Con la bolognese continuano a mangiare cefaletti, minisaraghi e occhiatelle, e anche una piccola orata, mentre il cefaletto resta lì bello vispo e intoccato per tutta la serata fino a notte. Calata definitivamente la notte ce ne torniamo a casa, anche perché la zona è piena di ragni lupo e la mia ragazza non ci pensa minimamente a piazzare la tenda. Inoltre è una giornata talmente torrida e afosa che abbiamo anche finito l'acqua prima del previsto. Peccato, magari di notte sarebbero arrivati i predatori....
postazione di pesca a cala coscia di donna
Ci sarà poi una quinta uscita di pesca, della durata di un paio di ore, sulla stessa postazione, ma essendoci il mare un po' più mosso mi limiterò alla sola pesca a bolognese, catturando una decina di saraghi di 2-5 etti, che si sono mossi ad abbuffarsi di alghe smosse dal leggero moto ondoso sotto gli scogli.
In conclusione ho fatto una bella collezione di cappotti, tuttavia non sono molto amareggiato perché so dove stanno buona parte delle cause: scarsa conoscenza degli spot (erano tutti spot nuovi che richiedevano almeno un'uscita per capire com'erano fatti) e ovviamente "limiti" imposti dal fatto che in ogni caso ero in vacanza con la mia ragazza e non potevo costringerla a patire freddo, sporcizia e scomodità come faccio io.
Ho comunque scritto questo report riassuntivo con la speranza di ricevere feedback utili nel mio modo di approcciarmi a situazioni e luoghi di pesca che sono per me molto distanti dalle classiche spiagge tutta sabbia del lazio. Ogni consiglio, impressione e suggerimento è ben accetto!
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