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SCHEDA BATTUTA [Calabria][19/12/2012] Una preda insolita 2
LUOGO
Regione*: Calabria Provincia: Reggio Calabria Spiaggia: della Costa Ionica
DATA E DURATA
dalle ore*: 11:00 del 19/12/2012 alle ore* : 16:00 del 19/12/2012
PARTECIPANTI
1* - Io
DESCRIZIONE
Picco Mareggiata: Nessuna mareggiata Vento Generante*: Stato Acqua*: Limpida Presenza Alghe*: no
FASI ASTRONOMICHE Mercoledì 2012-12-19 Sole sorge 7:09 - Sole tramonta 16:40 Luna sorge 11:14 - Luna tramonta 23:44 Bassa marea: 1:13 mt 0.11 Alta marea: 7:46 mt 0.24 Bassa marea: 13:53 mt 0.12 Alta marea: 20:12 mt 0.22
Fase Lunare: 4 giorni dopo della fase denominata ”luna nuova”
SPIAGGIA
Morfologia*: Spiaggia ciottolosa Granulometria*: Altro Profondità*: Alta Esposizione*: Sud-est Immagine da Google Earth: Foto:
CATTURE 1° Preda*: Gallinella
Tipologia Calamento*: Long arm Finale*: Lungh. 150 cm. - Diam. 0.35 - clear Amo*: - o’ shaughnessy N° 2/0 Esca*: Filetto di alice rovasciato Piombo*: Beack bomb da 6 Oz. Ora strike*: 12:20 Zona cattura*: Al largo Meteo*: Limpido Vento*: molto intenso da N-O Intensità Vento: Alta Pressione Atmosferica: Stato Acqua : Leggermente velata Onde Minuto: Corrente*: Intensa da destra verso sinistra
Lo stato del mare:
Parco esche:
Innesco dell'alice:
La gallinella:
Ieri l’altro sono stato a fare una fugace battuta di pesca non programmata. Inaspettatamente mi ritrovo libero fino alle ore 17:00 e, considerato che la domenica precedente non ho potuto recarmi per la mia consueta battuta di pesca è un’occasione ghiotta che non voglio perdere. A causa del vento molto forte che ha investito insistentemente il tratto di costa che solitamente “frequento” per le mie battute di pesca, ho deciso di spostarmi verso la Locride per cercare un posto più riparato. In freezer avevo due bibi congelati e quattro “Catenazzi “di Totano ovvero i lunghi tentacoli provvisti di ventose del noto cefalopode. L’intento sarebbe stato di procurarmi anche sarde e cannolicchi per completare il parco esche da utilizzare per la battuta di pesca. In una pescheria che sapevo di incontrare lungo il percorso, invece, ho trovato soltanto pannocchie vive e una decina di alici. Ho preso sia le une che le altre. Percorsi i restanti chilometri che mi separavano dallo spot scelto sono giunto in spiaggia in una decina di minuti. La spiaggia è molto vasta, sulla destra è protetta da un promontorio che giunge fino al mare mentre alla sinistra si presenta rettilinea. Non esiste una vera e propria via marina ma una strada sterrata che lambisce dei terreni recintati e qualche costruzione utilizzata soltanto nel periodo estivo. La mia intenzione sarebbe stata quella di pescare nella zona prossima al promontorio ma delle boe sospette mi fanno desistere. Le reti sono già state calate in mare nelle prima mattinata oppure non sono state ancora ritirate dopo essere rimaste in pesca tutta la notte. Ma tant’è. I miei programmi vengono dunque modificati in parte: decido di spostarmi di qualche centinaio di metri verso sud. Piove a dirotto e mi costringe ad attendere all’interno dell’abitacolo della mia autovettura. Non appena l’intensità della pioggia comincia a scemare indosso la salopette e il giubbotto e sono in spiaggia. Spunta il sole ( un “sole malato” come sono soliti definirlo gli anziani) che nel corso dell’intera battuta si alternerà alle nubi). Vado leggero, porto soltanto la sacca, il secchio con le esche e lo zaino mentre lascio la sedia nel bagagliaio. In questi momenti si sente la mancanza sia dell’ombrellone che di una tenda che avrebbero reso tutto più comodo. In realtà ho sempre pensato di acquistare o l’uno o l’altra ma poi ho sempre rinviato. Voglio provare a conoscere questo spot e dopo aver percorso tanti chilometri non saranno certo una leggera pioggia o qualche folata di vento a farmi desistere. In spiaggia monto le canne e le lancio: una sulla cortissima distanza con bibi congelato montato su minitrave con bracciolo da 150 centimetri di nylon da 0,35 millimetri di diametro , una a media distanza con la pannocchia su minitrave e long arm di nylon da 0,60 millimetri con due ami beak 3/0 (uno in coda e uno sul dorso) e l’ultima sulla lunga distanza con branchia di totano montata su bracciolo montato alto con long arm da 150 centimetri nylon da 0,35 millimetri ed amo o’ shaughnessy del 2/0. I piombi sono una piramide da 175 grammi per la prima canna, e due B\eack bomb da 6 once per le altre due. Il fondo si presenta sabbioso nei primi metri, immediatamente più al largo presenta qualche lastrone tant’è che spesso il fondo chiuso mi impediva di mettere in maniera semplice in tiro la canna e sulla media e lunga distanza il fondo ridiventava molle con qualche saltello del piombo a denotare, comunque, la presenza di qualche formazione rocciosa sparsa. Finita la pioggia il vento aumenta di intensità. Dopo un controllo delle esche rilancio con la stessa configurazione e comincio a preparare degli inneschi di alice da montare al successivo controllo delle esche che avviene dopo circa una mezzora circa. Sostituisco il totano con l’alice montata su o’ shaughnessy della misura 2/0 e utilizzo un bracciolo dello 0,35 da 150 centimetri su un minitrave al posto della montatura con attacco alto e rilancio più lontano possibile. Il piombo e il complesso pescante, prima di raggiungere il fondo, vengono spostati dalla traiettoria verso la mia sinistra. Attendo che si sia posizionato sul fondo e metto in tiro il filo. Ho trovato fondo molle e l’operazione riesce facilmente. Non passano venti minuti che noto la cima non più curvata segno inequivocabile che qualcosa ha aggredito l’esca mentre ero intento a controllare le altre canne. Tolta la canna dal picchetto comincio un recupero di un pesce che oppone una resistenza senza, tuttavia, denunciare la sua presenza con le testate tipiche degli sparidi. <<potrebbe essere un’altra cernia>> è quello che penso durante il recupero che non risulta assolutamente difficile viste anche le contenute dimensioni del triglide: non è una cernia dunque, come scoprirò di li a poco, bensì un cappone o gallinella. E’ un’altra preda insolita che i fondali del mare oggetto delle mie “visite” custodiscono a volte gelosamente: è la prima volta che catturo questo pesce e sono contento. Tirata in secca la gallinella provvedo subito ad immortalare il momento con delle immagini e dopo averla riposta nel secchio rilancio duplicando il medesimo innesco dimostratosi vincente. Rilancio il medesimo complesso pescante mentre di lì a poco il vento diventa ancora più forte tanto da far volare quanto è collocato sopra la serbidora e a far cadere la stessa per ben due volte in terra. Intanto si susseguono una serie di incagli sia sulla media che sulla lunga distanza segno che la corrente fa scarrocciare i piombi e li fa incastrare nelle asperità del fondale. Anche la piramide sulla cortissima distanza viene inghiottite e forzando il recupero rimane sul fondo assieme al complesso pescante. Tale evento si ripete per ben due volte dopo aver sostituito, con risultati deludenti, la piramide con un Beack bomb da 6 once. Il tempo a mia disposizione sta per finire e viste le proibitive condizioni decido di interromperlo con una mezz’ora di anticipo. Avrei voluto destinare anche la restante mezz’ora alla battuta di pesca ma sono costretto a desistere. E’ arrivato il momento di rientrare.
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