On the Road

...come una vita fa!

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    Shardana ...e pescatore simpatizante....

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    On the road

    Dieci, vent’anni fa è come una vita fa.
    Quante cose sono nate, cresciute e poi finite. Mode, amicizie, interessi e amori, le passioni più forti non hanno retto allo scorrere degli anni, in un arco più o meno lungo di tempo.
    I ricordi però non sfumano e quando fra un gruppo di amici riaffiorano, scattano immancabili scoppi di risa, ma non sempre di allegria.
    Qualche volta l’atmosfera si vela di malinconia , non di tristezza, ma di quelle sensazioni strane che avvolgono chi racconta e chi ascolta, aneddoti divertenti, tristi o curiosi. E i più dotati di buona memoria entrano nei particolari e nelle pieghe di quegli avvenimenti.
    Come scordarsi allora quello che successe in uno dei tanti spostamenti, da una costa all’altra dell’isola, soprattutto per quelli della mia generazione, cresciuti con il marchio di Jack Kerouac impresso nella pelle e del suo libro più famoso, Per la strada, “On the road” appunto, e per il quale appunto l’uscire di casa e viaggiare per località sconosciute (nel nostro caso spiagge), conoscere gente nuova e vivere tante avventure ha rappresentato un mito irresistibile.
    Oggi che, come dicevo prima, i vent’anni sono passati da più di vent’anni, di quella voglia di viaggiare è rimasta, anche se un po’ ossidata, sempre qualcosa. Un uscita a pesca è anch’essa sempre un uscita, una scusa per evadere dalla routine di tutti i giorni, il pretesto più usato per fare una gita breve, di qualche ora o di pochi giorni.
    Ho notato che nei racconti di noi vecchi pescatori ci si sofferma, tra uno sfottò e l’altro, molto di più su particolari avvenimenti di un viaggio che sulla pescata vera e propria.
    Per non smentire quanto appena detto mi viene in mente di quella volta che, partiti per raggiungere altri amici che ci avevano preceduto di 24 ore presso la spiaggia di Quirra, a causa di un improvvisa perturbazione e di una conseguente forte inondazione , il ponte sul Flumendosa della vecchia Orientale Sarda nei pressi di San Vito e Muravera, riportò seri danni diventando impraticabile e isolando in pratica tutto il Sarrabus e costringendo noi a ripiegare verso la Costa Rei e salvarci con una discreta pescata di saraghi, mentre per gli sfortunati amici che ci avevano preceduto e che si trovavano lì dal giorno prima alle prese con acqua (dal cielo) e fulmini con unico riparo di una vecchia tendina tipo canadese, furono costretti ad un interminabile e tormentatissimo viaggio di ritorno fra i contrafforti e le curve del Gennargentu, fra bufere di neve, freddo e guasti meccanici ma soprattutto senza nessuna coda (di pesce) a consolarli.
    Quella volta ci andò bene, non tutto filò altrettanto liscio in quella “due giorni” a Orosei.
    Il gruppo, gasato al punto giusto, partì quel sabato pomeriggio e tutto lasciava presagire un felice e soddisfacente fine settimana piscatorio, anche lo stop programmato nel punto di ristoro sulla ss 131 fù allietata dalle grazie abbondanti e generosamente esposte da una delle ragazze addette al servizio bar.
    Tutto sembrava di buon auspicio.
    Ricordavamo bene i consigli di un “amico” che ci aveva indicato come la via migliore da seguire fosse quella di girare a destra dopo il bivio per Lula, prendendo una scorciatoia che invece si rivelò un labirinto di strade bianche senza alcuna segnaletica e per di più sconnessa all’inverosimile, forse ad uso dei pastori della zona, fra corvi in celo che roteavano con fare sinistro e siepi spinose che stringevano sempre di più la “strada” ai lati.
    Un anziano pastore, forse impietosito da quei forestieri perduti fra quei monti ci portò al suo ovile e da lì ci indicò la strada da percorrere per raggiungere la caletta di Osalla, non prima di averci fatto assaggiare dell’ottimo filuferru e un po’ di casu axedu.
    Notte da dimenticare, troppo buio per trovare una postazione giusta e troppo stanchi per poter pescare sul serio. Al rientro visitammo le grotte di Ispiningoli che riaprivano proprio quel giorno.
    Rientrammo in paese la sera tardi di quella Domenica trovando mogli e fidanzate preoccupate prima e infuriate poi ( di telefonini ancora niente allora).
    Già ci facevano pregustare una nuova fuga on the road.
     
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  2. andresc
     
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    bellissimo racconto complimenti
     
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  3. salvatore2011
     
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    belle le storie Sarde. Complimenti. image image image
     
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    sea eagle
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    Bravo Silvio, sai leggendo questo racconto ho provato emozione e partecipazione e, proprio come dici tu, il pesce e le pescate, grandi o piccole che siano, cedono il passo ai pescatori in quanto uomini che imparano, crescono, si rafforzano nella tempra e nell'animo, condividono esperienze ed emozioni.
    Grazie!
     
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  5. Lo scuro
     
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    Yeah .

    https://www.youtube.com/watch?v=TiZXjHxgMaQ
     
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  6. Rombo53
     
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    Complimenti, è davvero un bel racconto!!! :) :) :)
     
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    Gruppo-Padre del Surf,madre ignota ma mignotta.

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    CITAZIONE (Lo scuro @ 31/10/2008, 17:34)

    Gazzu,
    che bellezza quanti secoli che non la sentivo :wub:
     
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  8. black fisherman
     
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    ogni volta che si va a pesca si inpara qualcosa di nuovo grande silvio
     
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  9. Ruzz71
     
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    Bel racconto avventuroso e affascinante, di altri tempi (certe volte è bello non avere il telefonino).
     
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    KEEP IT SIMPLE!

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    chi più chi meno, ne abbiamo passate di tutti i colori...l'importante è non mollare. Qualche anno fa a Porto Corallo (Muravera), dopo che oramai eravamo in pesca già da tre o quattro ore, fummo sorpresi da un "groppo" accompagnato da fulmini e acquazzoni furiosi. Ci mettemmo ognuno in tendina ma era come se non fossimo al riparo, l'acqua penetrò i teli e non vi dico. Pesci zero! Dopo qualche ora di passione, tutto improvvisamente passò lasciandoci vedere le stelle a notte fonda con i lampi oramai all'orizzonte; mi sembra che pescò solo uno di noi (su quattro) e non fui certo io, spiaggiò un bel mormorone col bibetto e nulla più; sfortunati noi e sfortunato l'unico pesce che bazzicava nei paraggi. Succede.
     
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  11. quattronce
     
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    Partimmo x la Corsica in tre a fine novembre, l'anno non lo ricordo perchè ne sono passati tanti, forse troppi. La Corsica ancora la conoscevano in pochi. Il vento tirava da Nord Est e a Ghisonaccia faceva un freddo cane. Ma noi eravamo in spiaggia, di sera, di notte e...cominciò a nevicare. Che si fa? Stefano hai freddo? Si ma andiamo avanti, anche se si fanno solo razze! E via, riparati come si poteva sotto l'ombrellone. La spiaggia completamente bianca, il vento gelido che ti tagliava la faccia. Questo per noi era il surf.
     
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    Roberto-

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    che ricordi.............
     
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11 replies since 31/10/2008, 10:12   292 views
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