Storia di fantasmi

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    Shardana ...e pescatore simpatizante....

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    Storia di fantasmi!

    Cerchiamo di capirci, ogni pescatore degno di questo nome sogna di pescare un giorno dove nessun altro prima di lui ha mai lanciato le proprie esche.
    La spiaggia deserta non era, fino a pochi decenni fa, un sogno impossibile neanche qui in Sardegna, molte spiagge dell’Oristanese e dell’Arburese rimanevano deserte per gran parte dell’anno, per buona pace e fortuna di noi pochi eletti che cominciavamo allora l’avventura del Surfcasting.
    Oggi tutto è cambiato, anche se in certe giornate fredde e ventose di gennaio , caratterizzate da improvvisi scrosci d’acqua, può ancora capitare di trovarci soli in quelle selvagge spiagge di cui è ricca la nostra stupenda isola.
    Come quella volta….
    Ricordo ancora il giorno, l’ora ormai tarda, le canne a pesca, la forte risacca, l’ombra lunga della tendina messa frettolosamente su per ripararmi dai possibili acquazzoni notturni.
    Solo!
    O meglio, in compagnia di onde, vento e forse pesci, con la mente occupata nei ricordi, in una fitta altalena di sentimenti e di emozioni, che solo il mare d’inverno sa suscitare.
    Dopo lo slancio emotivo avuto prima quando ancora stavo in Paese per la voglia frenetica di un ennesima uscita a pesca rigeneratrice in solitario, dopo tanti mesi di mordi e fuggi, decido di non accontentarmi di poche ore ma di impegnarmi in una battuta dal tramonto all’alba, e parto.
    Solo, ma veramente solo, la sabbia era stata lavata dalla pioggia e non segnala nessun’altra presenza, mi guardo attorno e ho veramente “paura” di dover trascorrere la notte “guardandomi le spalle”.
    Perché a volte, e non ho mai cercato di nasconderlo, anche un po’ di sana paura fa parte del gioco.
    Star soli ci ridimensiona un pochino, ci fa sentire veramente piccoli, in balia degli elementi.
    Ma non importa, vincendo i miei timori, continuo con alterna fortuna a pescare finché il sonno mi coglie all’improvviso mentre verso la mezzanotte sono già rincantucciato nel tepore del sacco a pelo, all’interno della tendina.
    Ad una certa ora della notte mi svegliai di soprassalto, fuori dal riparo c’era il buio più completo, niente luna e niente stelle, tutti i miei sensi erano tesi per afferrare certi strani rumori che mi sembrava di aver udito. In un primo momento mi era parsa di udire, anche se debole e lontana, come di una voce che mi chiamava, con un tono di rimprovero per essermi addormentato.
    Ma non vidi nessuno, ne udì nient’altro, forse era stata una volpe a caccia di esche lasciate incustodite. Poi all’improvviso mi parve di sentire alle mie spalle, mentre sorseggiavo un goccio di caffè ormai freddo, come dei passi felpati sulla sabbia.
    Ma erano tanto lievi che pensai fossero frutto della mia immaginazione.
    Fu quella luce a poche decine di metri dalla mia postazione a richiamare la mia attenzione, ma è solo ora, a distanza di tempo, che riesco a mettere ordine ai miei ricordi così da poter raccontare anche a voi con sufficiente calma, quello che mi accadde quella notte……
    Una tenue luce sulla mia sinistra segnalava indiscutibilmente la presenza di un altro pescatore. Anche se la distanza ed il buio erano tali da non riuscire a distinguere con sufficiente nitidezza la fisionomia del mio misterioso e nottambulo collega, mi sentivo rassicurato da quella presenza, tutti i miei sensi, tenuti fino ad allora in allerta, si erano rilassati, ormai non sono più solo, pensai.
    Mentre “Lui” continuava nella sua azione di pesca, di cui potevo intuire ogni singola fase, dal lancio al recupero, anch’io ripresi ad occuparmi delle mie canne, verificando lo stato delle esche.
    Ad operazione conclusa, come sempre accade in tutte le spiagge fra pescatori, la voglia di socializzare e di conoscere un nuovo compagno ebbe il sopravento e mi avvicinai
    “Salve, come va?”
    Fù come rompere l’argine di un fiume in piena.
    Era un uomo di mezza età, di aspetto curato, tutta la sua persona, pur non denotando segni di sciatteria, aveva un aria comunque vissuta, di anni ed anni trascorsi in riva al mare.
    Come me, usava mulinelli a tamburo rotante alla maniera sudafricana.
    Parlava, parlava tanto, senza mai esser noioso ne tanto meno ripetitivo.
    Mi raccontò degli inizi della sua passione, che doveva essere assai precedente alla mia, di quando quelle spiagge erano deserte davvero e nessuno pensava di poter pescare dalle rive sabbiose e mare mosso con successo.
    Del suo primo gruppo di amici che ora non esisteva più, separati da interessi, allontanatesi per gelosie o voglia di primeggiare, deluso dal fatto che per alcuni di quei pionieri contasse più l’apparire che i vincoli dell’amicizia.
    Dei suoi viaggi di pesca, delle ombrine boccadoro, degli squali e delle razze enormi, delle innumerevoli spigole atlantiche che disturbavano la pesca.
    E pescava, anche li, ora di fronte a me, una bella coppola di saraghi maggiore, piaggiati con perizia e dimostrazione di grande esperienza.
    E mi spiegava ogni suo gesto, il perché di ogni scelta, ma non vedevo in questo suo modo di fare nessun segno di ostentazione o presunzione.
    Ero come un allievo di fronte al suo maestro.
    Venne il momento di andare, non volevo apparire invadente, lo salutai presentandomi “ciao, io sono Silvio e vengo da …., e lui “io mi chiamo Sandro e sono di Cagliari”, mi rispose con un sorriso.
    Rientrai nella mia postazione per finire la nottata, pensando che a quel Sandro dovevo la mia passione per il Surfcasting. Era stato Lui che mi aveva stregato più di vent’anni prima con le sue parole ed i suoi scritti.
    Alle prime luci dell’alba tornai verso di lui, volevo ringraziarlo e salutarlo come si deve, ma non c’era più nessuno e cosa sbalorditiva, non c’era alcun segno di presenze sulla sabbia.
    Ero sicuro di aver parlato con lui e di averlo visto (o forse avevo dormito ?).
    Ahi ahi, sarà grave, una volta sognavo i surfcastman, oggi ne vedo i fantasmi:

    Silvio
     
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  2. Asso di quadri
     
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    CITAZIONE (silviosenis1 @ 29/10/2008, 21:29)
    Ero sicuro di aver parlato con lui e di averlo visto (o forse avevo dormito ?).
    Ahi ahi, sarà grave, una volta sognavo i surfcastman, oggi ne vedo i fantasmi:

    Sarà stata la peperonata, capita -_-
     
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  3. andresc
     
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    bellissimo racconto
     
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  4. Felinux
     
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    Bel racconto, complimenti!!

    PS: ma com'è che io quando m'addormento in spiaggia sogno solo sirene ninfomani?!?!?! :rolleyes:
     
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    sea eagle
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    Bravo Silvio, veramente un bel racconto, l'ho letto con piacere.
    Se ne hai altri postali per favore, hai trovato un lettore. :rolleyes: :rolleyes:
     
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  6. Sparedda72
     
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    Bella!
     
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  7. Lo scuro
     
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    Bravo !
     
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  8. Ruzz71
     
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    Bravo, bel racconto! ;)
     
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    paffarolo ardito

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    A due passi dal poetto

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    bel racconto, :alienff: :alienff: :alienff:
     
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  10. Rombo53
     
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    Sei veramente bravo nell'esporre i tuoi racconti. Complimenti!!! :) :) :)
     
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  11. ale74surfcasting
     
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    bel racconto ;)
     
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    paffarolo ardito

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    TERRA SARDA

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    bella storia!!!! :)
     
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  13. Avannotto
     
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    CITAZIONE (sea eagle @ 30/10/2008, 14:19)
    Bravo Silvio, veramente un bel racconto, l'ho letto con piacere.
    Se ne hai altri postali per favore, hai trovato un lettore. :rolleyes: :rolleyes:

    Bhè facciamo 2! :P
     
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    paffarolo

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    saLEnTO

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    Bravo Silvio,

    hai fatto rivivere momenti di pesca solitaria...Effettivamente quando si è veramente da soli in spiaggia in notturna,che sia d'estate o d'inverno,si ha sempre quel timore che ti porta a guardarti le spalle.
    Ti confido una cosa amo andare a pesca in compagnia ma anche da solo non mi disgusta...e quando ci vado porto con me il mio fedele pugnale da pesca...non si sa mai.
    I fantasmi, le volpi non fanno del male ma i vivi e gli esseri umani si!!

    Bella storia comuque veramente bella.

    Daniele
     
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    KEEP IT SIMPLE!

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    CITAZIONE (the bird @ 5/11/2008, 15:37)
    Bravo Silvio,

    hai fatto rivivere momenti di pesca solitaria...Effettivamente quando si è veramente da soli in spiaggia in notturna,che sia d'estate o d'inverno,si ha sempre quel timore che ti porta a guardarti le spalle.
    Ti confido una cosa amo andare a pesca in compagnia ma anche da solo non mi disgusta...e quando ci vado porto con me il mio fedele pugnale da pesca...non si sa mai.
    I fantasmi, le volpi non fanno del male ma i vivi e gli esseri umani si!!

    Bella storia comuque veramente bella.

    Daniele

    un consiglio? non rovinarti l'esistenza con l'idea di usare pugnali vari. un picchetto libero lo abbiamo sempre conficcato nella sabbia; può controllare sino a tre maleintenzionati e all'occorrenza può lanciare sabbia negli occhi :lol: :lol: :lol: :lol:
     
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30 replies since 29/10/2008, 21:29   711 views
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