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Eccoci ad un altro appuntamento con la storia.
E che appuntamento..anzi appuntamenti visto che è un lavoro fatto a quattro mani..o meglio ancora a sei mani perché due erano di chi lanciava
Siamo, come mio solito, in tema Daiwa e sempre in tema vintage, sezione “Attrezzi del Cuore”
Mi preme innanzitutto ringraziare di cuore mio fratello Sandro Rau (Dino) e l'amico Nobrake (Roberto) per il lavoro svolto.
Lavoro che da parte loro era stato completato un po’ di tempo fa ed in modo rapidissimo ma che per mea culpa arrivo solo ad oggi a pubblicare. Per giunta senza foto dei lanci. Ma tanto nemmeno sono bravo come Roberto.
Questo penso sia il racconto di uno degli attrezzi più sognati dell’epoca; per qualcuno ancora oggi. Di certo per me un sogno realizzato.
Un attrezzo che mi ha affascinato e portato a quella che è la branchia della pesca che preferisco: Il Surfcasting.
La canna la conobbi nel già citato video “de Agostini” dove Sandro Meloni, nella versione 13’, la utilizzava - spiegandone inizialmente le caratteristiche (nelle cosiddette C.A.R.D.S.) - e poi impiegandola nel lancio pendolare. Era accompagnata da un altro pezzo di storia il Daiwa Millionaire 7ht
Non so quante volte l’ho visto quel video appena scoperto. Mi prestò la videocassetta un mio amico, era del padre, non la ricevette più indietro. A pensarci è tutto così attuale. Che bella questa disciplina. Ci fa entrare in sintonia con il mare e la natura. Ed è emozionante sapere che tutto sta per iniziare nuovamente con le mareggiate già arrivate, quelle della nostra stagione. Dannato tempo che non c’è mai come uno vorrebbe.
Torniamo al Review di questa comparativa-descrittiva di un simbolo dell’epoca: la Daiwa WKT
Nelle due versioni prodotte: da 12’ feet (mia) e 13’ feet (Dino).
Sarebbe stato davvero bello affidare nelle sapienti braccia del Gigante Sardo©, entrambe le versioni così da spremerle e carpirne le differenze. Sì che era una comparativa completa.
Accontentiamoci intanto di ciò che segue, così da poter rendere altro onore a questi affascinanti attrezzi. Sono certo che, anche in questo caso, porteranno interventi da chi li ha posseduti e da chi li possiede. Pure da chi ci si “chiama” così
Buona lettura
Come di consueto, per chi è appassionato del marchio o di questi storici attrezzi, riporto i link dei precedenti review così da trovarli agevolmente nel caso in cui fossero sfuggiti:
Daiwa PKCS 364t https://surfcasting.forumfree.it/?t=76964779
Daiwa PKCS 425 https://surfcasting.forumfree.it/?t=76743199
Daiwa Sea Bass https://surfcasting.forumfree.it/?t=76649778
DAIWA WKT 12” MF (mia descrizione)
Identificazione: La canna oggetto di questa rew-comparativa, fa parte sempre della linea di Daiwa a firma di Paul Kerry.
Nacque inizialmente come versione da 12 piedi, venne affiancata poi dalla 13 piedi adatta a fisici più potenti. C’è un articolo presente e disponibile dove il Meloni descrive l’azione e le caratteristiche di quest’ultima.
Un progetto che ha sulle spalle i suoi anni ma che rimane in qualche modo ancora attuale. Probabilmente interrotto nella sua produzione, come tanti attrezzi dell’epoca, per gli alti costi produttivi. Facile anche perché non sono attrezzi “immediati” e facili e gestirli non è per tutti.
Una canna concepita per l’uso agonistico nel long casting dell’epoca. Tale progetto, sempre a capo dell’ingegner Nobuo Nodera, raccoglieva un insieme di idee e tecniche, unite ad un sapiente utilizzo di materiali avveniristici in campo aulietico, “rubati” dal campo aereonautico.
La parte in vetro della cima è unita ad un arco elastico e potente, a sua volta congiunto ad un pedone durissimo. Il grezzo sfrutta inoltre la grande elasticità e resistenza della fibra di Kevlar in sinergia con il Whisker che migliora le caratteristiche meccaniche della resina, aumentando le performance globali dell'attezzo.
Quello che ne è venuto fuori è un capolavoro ancora oggi ricercato ed utilizzato dagli appassionati.
La sua cima, morbida ed elastica, non deve trarre in inganno; non rivela la sua vera indole.
La canna è potente, entrarle nel pedone vuol dire avere una buona potenza unita ad una buona tecnica di lancio. O un’ottima tecnica di lancio. Il casting weight dichiarato è reale ed è, come gran parte delle canne inglesi, da considerarsi più esca. L’arco è potente ed è la parte che più mi piace di questo attrezzo. Elastico e reattivo, disegna una J in compressione, restituisce una sensazione di elevato accumulo di potenza.
Al tempo la presi più che altro per una semplice questione di gusto personale e curiosità, oltre ad essere veramente in perfette condizioni ed un pezzo che non poteva mancare alla mia “collezione”.
Il modello, come su indicato, è la versione 12 ed utilizzandola così inizialmente, la sentivo ostica quasi. Ci ho messo un po’ a capirla. Parlo di sensazioni personali unite alla mia tecnica di lancio che non è proprio da long caster, anzi. Ci voleva un gesto troppo rapido per comprimerla e caricarla a dovere, non restituiva a me quindi, distanze soddisfacenti. Non ho insistito più di tanto così e subito le montai un reducer, come ho fatto anche sulla Hpb 12mf, per renderla più “facile nel caricamento” (sempre per sensazioni mie e di livello di lancio e gusti personali) e la canna, anzi Lei e la Hpb prima citata, sono diventate così le mie compagne nelle mareggiate invernali. Le ho riscoperte. Questo “allungamento” di leva unito ad un drop ad altezza occhi, le fa diventare piacevolissime nel lancio.
Quella lunghezza in più mi consente di caricare meglio le 12 Ft. Specie la WKT, che così è diventata un poco più facile.
Tra le onde, la sua cima, congiunta splendidamente al sottovetta, è uno spettacolo. Asseconda sempre bene le onde, anche quando il fondo non è perfettamente morbido. La utilizzo sempre nel range tra i 150 gr minimo e i 175 grammi anche con esche corpose. Anzi forse con il 175 gr e il reducer, è la configurazione che meglio mi aiuta a penetrare il vento o ottenere più gittata. Riesco ad ottenere belle distanze in questo assetto, quando ce n’è bisogno. Nell’ultima pescata fatta ad inizio ottobre, avevo proprio questa abbinata (la piega la si vede in foto ma forse lo scatto è partito quando stava “rientrando” di solito è leggermente più piegata).
E’ una canna che, se compresa, risponde bene al lancio, credo ancor meglio con il pendolare, e ti può far crescere tecnicamente nel lancio. Del resto veniva utilizzata anche in pedana e da chi con il lancio ci sapeva fare. Queste sono le mie sensazioni. Davvero piacevole e bella. Come del resto le sue riuscite sorelle minori o maggiori.
Dati tecnici:
La canna è in due sezioni con innesto spigot; la sua misura montata è di 3,69 m.
Come la utilizzo ovvero montata con il reducer arriva a 4,005 m.
La serigrafia porta come lunghezza i classici 12 FT. seguti dal C.WT che è 4-6 oz.
La grafica è davvero bella; il suo nome deriva, come le sue sorelle o gran parte della produzione di quell’epoca, dai materiali impiegati: Whisker Kevlar Tournament ergo WKT Beach perché dedicata anche alla spiaggia presumo. Si parte nella grafica con il marchio originario Daiwa con il sole e sottostante scritta MADE IN GT. BRITAIN; il tutto che inizia o termina che dir si voglia, con la freccia ai cui lati nella parte superiore, spiega la destinazione a firma di Paul Kerry indicando SPECIALLY DEVELOPED WITH Paul Kerry FOR LONG DISTANCE TOURNAMENT CASTING, mentre nella parte inferiore com’è composta ovvero SUPER HIGH MODULUS CARBON REINFORCED WITH WHISKER & KEVLAR DIAMOND BRAIDING. Il tutto ad incorniciare quanto su scritto. Semplici e sobrie ma allo stesso tempo eterne le serigrafie. Di colore dorato si sposa bene con il colore del carbonio con la sua trama a vista e con le legature nere con filo leggero dorato. Il tocco di classe era la W immersa nelle vibrisse della tigre raffigurata.
Abbastanza accentuata la conicità della cima, il pedone rimane pressoché cilindrico.
Riporto le misure rilevate:
Pedone la lunghezza dalla base a fine sezione è di 1,653 m
il suo diametro è 26,5 mm preso alla base del pedone quasi in corrispondenza del tappo
e di 29 mm sulla guaina.
Nel punto più estremo verso l’innesto è di 23 mm
Cima
La lunghezza dal punto di innesto all'apicale di 2,141 m
La misurazione dello spessore parte dalla base della cima, ove presente la parte grip, che è 22 mm
fino ad arrivare a poco sotto il puntale e sopra il classico filo arancio che è pari a 3,5 mm.
Lo spigot è lungo 12,5 cm e l’innesto è perfetto lasciando uno spazio di poco più di 1 cm.
Sono presenti nella versione 12, a differenza della 13, sette anelli più tip.
Il montaggio, originale, della 12 prevede, quindi, l’anellatura tutta sulla cima e comprende 7 anelli più il cimino.
Partendo dalla parte della cima abbiamo quindi questa disposizione e questo diametro Ø: ---25 --- 20 --- 17 --- 14 --- 14 --- 14 --- 14 --- 12
Aggiungo qualche foto per ammirare la trama e gli intrecci
Questa la mia parte, ora segue la descrizione di Dino e la prova di Roberto.
Buona lettura
DAIWA WKT 13” MF (scritto da Sandro Rau)
Della stessa serie venne prodotta anche la versione 13”. Come la sorella, anche questo modello è una due pezzi asimmetrica caratterizzata da un pedone tosto, arco potente che raccorda molto bene pedone e vetta. Come consuetudine Daiwa, la vetta è realizzata in fibra di vetro, molto sensibile in pesca.
Realizzata con carbonio, era rinforzata con spirale di Kevlar e con Whisker disperso nella resina. Ha una bellissima trama a vista e questo modello è dotato di un reducer che porta alla lunghezza totale di mt. 4,30
Il montaggio della 13” prevede 9 anelli tutti montati sul secondo pezzo, apicale compreso.
La scalatura degli anelli prevista è: 25-20-16-12-10-10-10-10-10 tip
Caratteristiche tecniche.
lunghezza dichiarata: 13 ft (3,96 mt.)
casting weight: 4 – 6 once (114 grammi – 170 grammi)
pedone:
sezione base: mm. 27,99 mm.
sezione porta mulinello (compresa guaina): 27,81 mm.
sezione alta (vicino allo spigot): 24,00 mm.
cima:
sezione base: 23,30 mm.
sezione alta: 3,87 mm.
reducer:
sezione base: 24,42 mm.
lunghezza misurata: 3,98 mt.
lunghezza totale con reducer: 4.30 mt.
placca: coaster clips in acciaio;
anelli: Fuji Bnog a ponte basso;
numero totale: 9 anelli tutti sulla cima
1° anello da 25
2° anello: " 20
3° anello: " 16
4° anello: " 12
5° anello: " 10
6° anello: " 10
7° anello: " 10
8° anello: " 10
9° anello: “ 10
Test.
Per eseguire una serie di test attendibili, la canna è stata portata in spiaggia e affidata alle sapienti braccia del Gigante Sardo©, il caro amico Nobrake.
Di seguito le sue impressioni dopo il test:
Che dire.
In primis ringrazio Dino, per avermi dato l’opportunità di provare una canna che ha fatto la storia.
Che altro si può dire di una canna che appartiene ad una famiglia che ha fatto la storia delle canne a ripartizione di sezione?
Figlia di un Paul Kerry che ha infiammato in Italia la voglia di scoprire il favoloso mondo delle rip, classica azione Daiwa, but tosto, arco corto e reattivissimo raccordato ad una cima in glass che si annulla durante il lancio. La Storia. Non c'è altro da aggiungere.
Le mie sensazioni da pipa caster...
Nata per il pendulum cast, con attacco alto, rende il meglio con le 5 once.
L’ho provata con le 5 e le 6 once, in ground. Non è facile entrare nel manico, ha veramente tanta potenza, nonostante sia un progetto vecchio. Per me il suo piombo ideale sono le 5 once. La canna spinge che è una bellezza, bisogna solo essere bravi a caricarla.
Con i 175 gr. la musica non cambia, la canna non si siede, ma rispetto ai 150 gr. ci aiuta un po' ad entrare sul manico.
In chiusura ha una risposta eccellente, non sbacchetta.
Credo che con 125 grammi, avendo una buona tecnica di lancio possa tranquillamente dire la sua in pedana. Credo, ed è mia opinione, che possa tranquillamente fare i 240 mt. in pedana.
Rispetto alle canne di oggi è più morbida, ma rimane sempre una canna da non sottovalutare. E’ una rip che necessita di tecnica e padronanza col lancio pendolare, canna che solo così può esprimere tutto il suo meraviglioso potenziale.
Una considerazione finale: davvero un peccato che canne così oggi non ne costruiscono più, e purtroppo la Daiwa si è persa in politiche commerciali che hanno rovinato tutto quanto di bello ha sempre rappresentato.
Qualche foto del test:
150 gr
175 gr
Impressioni in pesca.
La WKT è stata portata a pesca svariate volte, in ogni condizione di mare. Il suo pane per i denti sono le belle mareggiate, è in queste situazioni che dà il meglio di se, viene fuori tutta la potenza di cui è capace.
Sul picchetto tiene bene il passaggio dei treni d’onda, che vengono assecondati dalla cima e spiomba difficilmente, ci ho lanciato 200 gr. più esca senza problemi, ha abbastanza schiena per scalzare i piombi infossati e per recuperare kg. di alghe, le tocche vengono avvistate nitidamente (la sera del test 4 orate sui 400 grammi prese sulla lunga tutte segnalate, prontamente rilasciate, la settimana successiva un’orata kilare è stata annunciata con ripetuti inchini del cimino).
Di più non si può chiedere, non bisogna dimenticare che è pur sempre una canna nata per l’uso in pedana.
Una signora canna.
Fine della comparativa descrittiva di questi capolavori della Daiwa.
Eccoci al tremine di questo ulteriore lavoro..spero che anche questi scritti siano stati di gradimento, ringrazio nuovamente Dino e Roberto che hanno collaborato a questo thread.
Vediamo prossimamente se ne viene fuori qualche altro.
Mi piace concludere dicendo che ci affezioniamo alle canne, ai mulinelli, quelli più recenti o a quelli vintage, ad ognuno il suo in base a quel che può spendere e a come gli piace pescare.
Ciò che conta davvero però, è il comprendere i fenomeni che danno vita alla nostra disciplina e saper leggere il mare con i suoi cambiamenti.
E rispettarlo sempre, insieme alle creature che lo popolano.
E’ lì possiamo definirci Surfcaster.
Buon forum a tutti
Alessio
Edited by Volpin0 - 10/10/2020, 12:12. -
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Grande Alessio, gran bel lavoro e una recensione più che meritata per una canna che ha fatto sognare tante persone, visto il costo proibitivo quando venne messa sul mercato e che si merita di diritto un posto tra le grandi nella sezione "attrezzi del cuore".
P.S.
Un anedotto curioso: il pomeriggio scelto per i test di lancio al Gigantesardo@ ho dovuto letteralmente strappargli di mano la canna, visto che era più di due ore che ci lanciava con gusto, ma stava per fare buio e non avevamo ancora preparato l'attrezzatura per affrontare la battuta notturna. -
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Atleta di "rango" (sigh!) del fu Long Casting Latina VINTAGE ADMIRER [ già ma.si.sa.]
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La WKT quanti ricordi e che canna!
Grande Alessio!. -
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Alessio o prima o poi verrai in Sardegna. 😘
Detto ciò, ringrazio ancora Dino per avermi dato l opportunità di provare una canna che, oltre a riaccendere ricordi di un epoca memorabile del surf casting, ti fa sentire il richiamo e il fascino che ha il vero surf casting. Quello fatto di onde, coni e 035.
Peccato che la daiwa si sia persa per strada per colpa del mercato e della globalizzazione.
Canne così, non c'è ne saranno più.
Peccato davvero.
Credo ed è un mio parere, che tutta la serie Daiwa firmata da Paul Kerry, abbia un posto ben definito, nella storia del Surf casting.
Quando si parla di ripartite Daiwa, di parla di STORIA. E daiwa la ha fatta.. -
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un lavoro dettagliato ma sopratutto speciale ,complimenti e grazie a tutti e tre . -
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Che dire la 12 con l hpb 12mm sono le canne con cui pesco ,anche ioinizizlmente le usavo col reducer e addirittura per la wkt me ne ero fatto costruire uno in crever da 30 cm ancora piu lungo , ma poi con l affinamento del mio ground ho tolto i reducer e le uso a 12 riprendendo il bilanciamento e la leggerezza che solo loro ti danno è come pescare con una canna da spinning o una beach da 70 grammi ma quando lanci e entri nel manico con 175gr e esca da surf senti tutta la sua potenza che scarica sulla vetta e il piombo vola , certo per farlo vuole velocità e chiusura quasi perfetta altrimenti la senti sui bracci , ma se tutto va bene finisci il lancio con la sensazione di non aver lanciato, poi in pesca sono da orgasmo. . -
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Grazie per i complimenti a tutti e per il contributo dato con i vostri interventi.
È un piacere fare questi thread che riguardano pezzi di storia.
Spero anzi sono certo che arriveranno anche altri apporti a questo review. -
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Non ho mai visto una recensione cosi. Canna favolosa che purtroppo vendetti tanto tempo fa . -
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Scusate il ritardo ma il periodo per me non è "incasinato", deppiù.
Dal mio nick è evidente che amo questa canna, mi ha dato soddisfazioni in pedana (finale del C.I. del 1996 con il mulo fisso nonostante fosse anellata da rotante) ed anche in pesca. Le canne da pedana dell'epoca avevano ancora un DNA da pesca, ovviamente per condizioni da surf vero ma, le cime delle Daiwa dell'epoca (parlo di Daiwa perché possessore anche di HPB ) avevano un'azione davvero eccellente nell'accompagnare il moto ondoso. Ovviamente l'HPB era (è) più pastosa della WKT sulla tenuta del piombo, da tenere in considerazione 1 oncia in più per la WKT come raffronto tra le due.
Un vero problema di questa serie (non riscontrato nella HPB forse derivante dal differente uso, solo pesca e pedana+pesca) è il raccordo tra la cima e l'arco, esiste un rischio di "sfaldatura" (non so come descriverlo) tra le fibre, ne sono stato sfortunato protagonista quando ho "scoppiato" una cima di una delle mie WKT (all'epoca, da poco iscritto al forum e con le vecchie regole del mercatino ho rischiato pure un bann ) proprio nel punto dove si uniscono i diversi materiali.
Ho avuto poi la fortuna di trovarne una in UK a 76 sterline+spese, l'altra dopo aver constatato il rischio eventuale di una possibile rottura ho preferito, purtroppo, apporre una legatura di "sicurezza" che ne ha modificato l'azione, restando ancora accettabile per lo standard della canna.
Purtroppo, per il costo dei materiali e delle tecnologie costruttive ( nel 1992 la 12" costava circa 800.000 lire) questo tipo di progetto è stato abbandonato da Daiwa dopo il "canto del cigno" rappresentato dalla AWT (canna da pedana con una cima davvero "imbarazzante" che costava oltre 1.000.000 di lire) e, soprattutto, dalla AWB, forse la più bella canna da surfcasting prodotta da Daiwa.
Ma questa è un'altra storia..
Ringrazio Alessio, Dino e Roberto per questa recensione davvero dettagliata.
Ragazzi, siete davvero fantastici.
Grazie.
Alessandro. -
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Imbarazzante perché finta, In quel senso dici ? Avendole possedute tutte e 3 (hpb mf, wkt 12 e AWB 129) secondo me sono le canne che dal punto di vista dei materiali usati e della loro implementazione ancora oggi sono senza rivali. Non sono granché esperto ma il wisker e il kevlar probabilmente per una questione di costi e reperibilità non vengono più usati. Ora mi sembra sia tutto carbonio t800 o t1000. . -
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Imbarazzante perché finta, In quel senso dici ? Avendole possedute tutte e 3 (hpb mf, wkt 12 e AWB 129) secondo me sono le canne che dal punto di vista dei materiali usati e della loro implementazione ancora oggi sono senza rivali. Non sono granché esperto ma il wisker e il kevlar probabilmente per una questione di costi e reperibilità non vengono più usati. Ora mi sembra sia tutto carbonio t800 o t1000.
Il whisker ed il kevlar sono materiali di supporto al carbonio e non costano oggi più di 30 anni fa... sono semplicemente stati superati in certi ambiti.
Le canne in esame sono belle canne di 30 anni fa... quelle di oggi possono non piacere ma dal punto di vista delle performance dei materiali non c'è il minimo dubbio che siano migliori quelli odierni.
O che facciano almeno le stesse cose costando meno.
Poi per tanti altri aspetti, come le serigrafie e scelte cromatiche e di rifiniture, sono d'accordo con voi.. -
.Imbarazzante perché finta, In quel senso dici ? Avendole possedute tutte e 3 (hpb mf, wkt 12 e AWB 129) secondo me sono le canne che dal punto di vista dei materiali usati e della loro implementazione ancora oggi sono senza rivali. Non sono granché esperto ma il wisker e il kevlar probabilmente per una questione di costi e reperibilità non vengono più usati. Ora mi sembra sia tutto carbonio t800 o t1000.
Credo.. Che fino a qualche anno fa il whisker venisse usato ancora sulle bolognesi daiwa della serie amorphous.Scusate il ritardo ma il periodo per me non è "incasinato", deppiù.
Dal mio nick è evidente che amo questa canna, mi ha dato soddisfazioni in pedana (finale del C.I. del 1996 con il mulo fisso nonostante fosse anellata da rotante) ed anche in pesca. Le canne da pedana dell'epoca avevano ancora un DNA da pesca, ovviamente per condizioni da surf vero ma, le cime delle Daiwa dell'epoca (parlo di Daiwa perché possessore anche di HPB ) avevano un'azione davvero eccellente nell'accompagnare il moto ondoso. Ovviamente l'HPB era (è) più pastosa della WKT sulla tenuta del piombo, da tenere in considerazione 1 oncia in più per la WKT come raffronto tra le due.
Un vero problema di questa serie (non riscontrato nella HPB forse derivante dal differente uso, solo pesca e pedana+pesca) è il raccordo tra la cima e l'arco, esiste un rischio di "sfaldatura" (non so come descriverlo) tra le fibre, ne sono stato sfortunato protagonista quando ho "scoppiato" una cima di una delle mie WKT (all'epoca, da poco iscritto al forum e con le vecchie regole del mercatino ho rischiato pure un bann ) proprio nel punto dove si uniscono i diversi materiali.
Ho avuto poi la fortuna di trovarne una in UK a 76 sterline+spese, l'altra dopo aver constatato il rischio eventuale di una possibile rottura ho preferito, purtroppo, apporre una legatura di "sicurezza" che ne ha modificato l'azione, restando ancora accettabile per lo standard della canna.
Purtroppo, per il costo dei materiali e delle tecnologie costruttive ( nel 1992 la 12" costava circa 800.000 lire) questo tipo di progetto è stato abbandonato da Daiwa dopo il "canto del cigno" rappresentato dalla AWT (canna da pedana con una cima davvero "imbarazzante" che costava oltre 1.000.000 di lire) e, soprattutto, dalla AWB, forse la più bella canna da surfcasting prodotta da Daiwa.
Ma questa è un'altra storia..
Ringrazio Alessio, Dino e Roberto per questa recensione davvero dettagliata.
Ragazzi, siete davvero fantastici.
Grazie.
Alessandro
Cosa intendi per imbarazzante?
Una cima non in grado di reggere ciò che la daiwa proponeva con la awt?. -
.Cosa intendi per imbarazzante?
Una cima non in grado di reggere ciò che la daiwa proponeva con la awt?
Penso di interpretare ciò che Alessandro ha indicato con il termine "imbarazzante"..
Credo che voleva intendendere che quelle cime erano molto morbide per il long casting ed in particolar modo quella della AWT che era quasi inesistente. Era talmente morbida che si azzerata completamente nel lancio come un prolungamento del drop stesso.
Veniva difatti definita cima "chewingum".
Se non fosse così quanto asserito da Alessandro, può correggermi ma approfitto per dire che ha dato un apporto enorme al 3d, e lo rimgrazio, dato che la wkt l'ha utilizzata e spremuta nel lancio tecnico
P.s. Lui era quello a cui mi riferivo, nella descrizione iniziale, dicendo che c'è chi ci si chiama pure
P.p.s. grazie Ale
Edited by Volpin0 - 25/10/2020, 09:04. -
.Cosa intendi per imbarazzante?
Una cima non in grado di reggere ciò che la daiwa proponeva con la awt?
Penso di interpretare ciò che Alessandro ha indicato con il termine "imbarazzante"..
Credo che voleva intendendere che quelle cime erano molto morbide per il long casting ed in particolar modo quella della AWT che era quasi inesistente. Era talmente morbida che si azzerata completamente nel lancio come un prolungamento del drop stesso.
Veniva difatti definita cima "chewingum".
Se non fosse così quanto asserito da Alessandro, può correggermi ma approfitto per dire che ha dato un apporto enorme al 3d, e lo rimgrazio, dato che la wkt l'ha utilizzata e spremuta nel lancio tecnico
P.s. Lui era quello a cui mi riferivo, nella descrizione iniziale, dicendo che c'è chi ci si chiama pure
P.p.s. grazie Ale
Esatto Alessio, intendevo proprio quello.
Quella cima era davvero moscia non come quella della "coetanea" AWB o delle precedenti HPB, WKT ecc...