paffarolo
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 Orario del giorno in cui lo strike è avvenuto: dalle 15.30 alle 18.30 (durata battuta dalle 14.30 alle 19.30 circa) il 9.05.2020
Luogo: Toscana
Tipologia di spiaggia: profondità medio-bassa, granulometria medio-fine
Tipologia di condimeteo: cielo poco nuvoloso, vento S-SO, mare moderatamente mosso; alta marea ore 10.56, luna calante
Esca usata: arenicola
Attrezzatura usata: canne dai 120 ai 200 gr - finali long arm 0,22 – piombi 100-125 gr
Descrizione della pescata:
Prima uscita post blocco per emergenza: ho preparato la battuta attentamente, non solo con le attrezzature (travi/finali) ma soprattutto sulla scelta del posto giusto. Nei giorni scorsi, a circolazione "nei limiti" finalmente consentita, ero stato a vedere due/tre posti adatti per questo periodo, per farmi un’idea e tornare a fare ‘quei ragionamenti che ci piacciono tanto’.
Avevo messo nel mirino ‘per voglia’ una delle mie spiagge preferite per le orate: prendo la macchina e mi avvio per fare un po' di strada ma intimamente le condizioni non mi convincono; l’arrivo in loco me lo conferma (anche nei dintorni la situazione non cambia sensibilmente) e quindi torno sui miei passi e mi sposto sullo spot alternativo; anche questo l’avevo visto in anticipo i giorni scorsi in cui avevo iniziato a studiarlo bene, avendo notato alcuni punti interessanti sulla spiaggia.
Arrivo sul posto scelto e dopo il parcheggio, davanti a me, comodamente, c’è già una buona rientranza ma senza quelle caratteristiche ancora più invitanti che avevo in mente con la memoria di qualche giorno fa; il mare batte quanto basta perché il vento si sente eccome: qualche frangente lì davanti, però, non mi convince del tutto e decido di seguire - con freddezza - la mia impressione di qualche giorno fa quando sono venuto "in esplorazione". Appoggio cassone a terra, insieme alla sacca e alle altre cose, e decido di farmi due passi finché non trovo un punto in cui la frangenza è molto minore, in una fascia, ‘a tiro facile di canna’, è quasi impercettibile (pare quasi di vedere una finestra perché la frangenza in un punto sembra interrompersi). Torno quindi indietro a riprendere le mie cose e mi installo davanti a questo canalone, dove entrano due canne da gestire comodamente; una terza canna la vado a mettere molti metri più distante in una seconda rientranza dopo una punta, lanciando sempre un po' in diagonale a tagliare il vento (la distanza risulterà buona con un semplice side abbastanza teso: il ground oggi non è stato necessario).
Le mie previsioni sono precise e il fondo davanti - me ne accorgo dopo i primi lanci - è praticamente una distesa di sabbie mobili (!!!), dove il piombo scorre con difficoltà (a lasciare troppo ferma la canna, mi sembra quasi ‘inghiottito’ un paio di volte): ci siamo.
Nonostante questo, sbaglio il primo lancio, tirando troppo a diritto rispetto a dove avrei voluto; però ho innescato arenicola e quindi ormai la lascio lì dov’è.
Oltre alla programmazione ci vuole anche un po’ di c..o, e infatti esce subito una bella ombrina.
Oltre a due scatole di arenicola (questo per il rotto della cuffia sono riuscito a trovare al momento...) ho portato con me anche una manciata di cozze prese in pescheria: in mancanza d’altro posso inventarmi qualcosa. Ne esce fra l’altro un innesco davvero niente male, messo con filo elastico su un trave clippato con ribaltino: mi sento carico e mi ricordo che prima dello stop stavo diventando ‘abbastanza bravino’ con il rotante... ecco, appunto, ‘stavo’: perché il ground lo faccio troppo veloce e strappo (!!!) in modo assurdo, con una parrucca paurosa che praticamente mi costringe a interrompere questa soluzione... peccato perché l’innesco era stato fatto davvero bene e poteva funzionare... lo terrò a mente per il futuro.
Ma non ho tempo di pensare a mettere altre canne in pesca perché davanti non faccio altro che recuperare pesci nella zona del canale con le due canne; divento un cecchino infallibile portando i miei 125 gr sempre nella zona dove il pesce sta mangiando, che non arriverà neanche ai 100 m., vicini al punto dove la frangenza è pressoché accennata o assente.
Anche la terza canna nel ‘canalino’ dopo la punta tira fuori un paio di mormore (a testimonianza che anche in questo piccolo settore c’è un po’ di movimento). Poi quando lì si interrompe l’attività, la sposto (ma ormai le altre due canne bastano e avanzano, con la terza prenderò solo piccoli pesci da rilascio, tra cui altre orate, mormore e ombrine che slamo con cura certosina: per fortuna le vedo ripartire tutte).
In tre ore - dalle 15.30 alle 18.30, fino a che il vento "regge" - recupero diversi pesci: tanti rilasciati perché sotto misura, tengo solo quelli adeguati: ci mangeremo poi a sazietà in cinque... tra l'altro con un ottimo contorno di patate, carote, zucchini e cipolle...ma questa è un'altra storia....!
Intorno a me vedo poco movimento degli altri due pescatori che mi circondano, segno che probabilmente questo settore molto produttivo è stato del tutto ignorato in favore di una maggiore comodità per iniziare a pescare (ma se poi non si prende nulla o quasi che senso ha?). L’attività è stata talmente frenetica che una delle orate l’ho praticamente presa con un pezzettino di arenicola che a fatica copriva l’amo... anzi, forse non arrivava a coprirlo...
Vado via per aver finito l’esca, altrimenti avrei fatto anche il calasole. E meno male che non uso l’ago per l’arenicola altrimenti l’avrei finita dopo poco più di un’ora...! Tra l’altro i primi refoli di vento caldo (alle 19.30 quasi sudavo) sarebbero potuti essere un altro momento interessante, anche se a dire il vero il mare si stava praticamente fermando.
Di sicuro non una battuta epocale ma almeno incoraggiante per la ripresa.
Come sempre dalla spiaggia il settore è tutto, dopo viene (quasi) tutto il resto.
Edited by Orata55 - 20/5/2020, 18:32
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