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Regione*: Sardegna Provincia : VS Spiaggia : Piscinas
DATA E DURATA
dalle ore*: Boh del 24/04/2010 alle ore*: 02:30 (circa, molto circa) del 25/04/2010
PARTECIPANTI
Ajoajo Fax International Luca Banax Toto69
DESCRIZIONE
Picco Mareggiata: Boh Vento Generante*: Maestrale Stato Acqua*: Abbastanza chiara Presenza Alghe*: immancabile nel nodo dello SL
FASI ASTRONOMICHE
Acme Alta Marea: 18:50 (circa, molto circa) Acme Bassa Marea: 0:59 (circa, molto circa)
SPIAGGIA
Morfologia*: Aperta Granulometria*: Media Profondità*: Profonda Esposizione*: O
CATTURE
La Preda*: Aquila Peso*: Chiedere a Fax. Tipologia Calamento*: Scorrevole Finale*: Lungh. 1 mt. circa - Diam. 0.50 - Colore Grigio – Cavetto 88 Lbs Amo*: Owner SSW 4/0 Esca*: Filetto di Muggine con polistirolo Piombo*: Cono da 150 gr. Ora strike*: Mi sembra verso mezzanotte e mezza ma la cognizione del tempo mi abbandonò
DESCRIZIONE BATTUTA
Ognuno ha un sogno nella vita… I pescatori hanno quello di combattere prede gigantesche, di vincerle, di vedere la canna tutta piegata, di sentire il suono meraviglioso del cicalino… A me tutto questo è stato concesso, anzi mi è stato dato molto di più: prendere la preda della vita, nel posto più bello del mondo, ma soprattutto, condividerla con persone meravigliose: si ragazzi, l’Oltremare l’avevo in mano io ma l’abbiamo tirata tutti e 5 insieme…
Tutte queste cose mi sono successe tutte in una volta, nell’arco di 1 ora, da quando ho sentito lo SHA impazzito (che non era il cellulare di Fax…) con la canna piegata verso il mare… Non ho avuto manco il tempo di realizzare, mi ero appena svegliato dal sonno in cui ero caduto dopo una notte insonne seguita da bagordi culinari e beverecci: stavo recuperando la seconda canna quando quella col trancio (che lascio sempre per ultima) inizia a urlare impazzita. Il suono mi fa correre senza pensare verso di lei e appena presa in mano e ferrato non ho sentito la classica botta ferma ma un treno che continuava a correre… Ho pensato “ se è un serra, questo è il mostro che inseguo da anni”. Inizio a sentirmi spaesato però. Non si ferma, tira, e lo fa forte, molto forte, forse troppo forte. Inizia a prendere lenza e partire verso sinistra. L’urlo del mulinello è giunto fino al Banax che si è subito avvicinato, gli dico di avvisare Salvatore in modo che recuperi le sue canne perché letteralmente mi sta trascinando verso sinistra… così tanto che giungiamo fino alle canne di Ajoajo il quale è costretto, aiutato dagli altri, a recuperare le sue in fretta e furia. Lo superiamo e andiamo ancora oltre. Nel frattempo giunge Fax. Io continuo a camminare verso sinistra con la canna piegata e il mulinello che continua a rilasciare lenza nonostante la frizione tarata il più duro possibile. Iniziano a farmi male le braccia. Mi passo la canna da un braccio all’altro. Il filo che recupero dopo un pò viene ripreso dall’essere che c’è dall’altra parte. Continuo a camminare lungo la battigia. Avremo fatto almeno 500 mt ma non sono solo, ho degli amici con me e ciò mi da sicurezza. Sembrerà strano ma non ho mai pensato per un attimo di perderla. Non so perché. Ero sicuro che ce l’avremo fatta. Non riesco a capire però a che distanza si trovi da riva. Non ho più nemmeno la cognizione del tempo. Non so da quanto tempo sono con Lei in canna. Continuo a guardare il rotante e lo vedo sfrizionare come mai visto prima. È ancora lontana. Ormai è palese: è una razza, e grossa pure. Ne ho avuta un’altra volta una in canna, ma allora era diverso e l’ebbe vinta lei. Stavolta me la voglio giocare fino all’ultimo. Non voglio forzare. Dopotutto ho sempre un 38 in bobina e un 50 nel terminale. Solo l’88 lbs di cavetto mi da un po’ di sicurezza (visto che prima o poi sarebbe tornato utile?). Alterno recuperi a canna bassa con momenti di resistenza passiva con l’Oltremare piegata. Ad un certo punto inaspettatamente cambia direzione e fa alcuni metri verso destra. È poco oltre lo scalino ma ancora non la vediamo. Dopo alcune fughe, faccio ancora uno scatto alla stella della frizione, ogni metro di lenza che mi prende la deve pagare… Proprio nello scalino si intravede un’ala a punta e subito Fax dice: “è n’aquila”. Il bianco lo vedo pure io ma mi sembra piccola in confronto alla potenza che sento in canna. Farle saltare il gradino è un’impresa ardua, inizia ad entrarmi l’acqua negli stivali, sto sudando e ogni tanto mi asciugo la faccia, Salvatore è in riva col raffio, pure lui “con le mormorette ormai dentro gli stivali”, ma è ancora troppo lontana per essere raffiata. Non vuole salire quel cazzo di gradino. Forse è ora di forzare un pò, altro scatto della stella e qualche pompaggio. Finalmente vedo l’80 del trave ma lo SL non è ancora entrato nel rotante. Fax continua a dirmi “ecco l’onda, ora, vai con questa”, ma Lei anziché farsi trascinare a riva puntualmente si rituffa dentro e si riprende lenza, stavolta però meno di prima, inizia a sentire la fatica pure Lei; io ho le bracci a pezzi, continuo a alternarle. Becco una serie di 2/3 onde più grandi delle altre e dico a Salvatore di avvicinarsi, Fax continua ad incitare, Banax fa foto e filmini, Ajoajo assiste impietrito. Poi il tutto si fa confuso: ho il ricordo dell’acqua in riva che si agita, di ali che sbattono, di Salvatore col raffio, di un becco che esce e io che urlo “tirala fuori, tirala fuori adesso, tirala fuori”… poi inizio a urlare a squarciagola (è stupido, lo so, ma ogni volta che il mare mi concede uno delle sue meravigliose prede, mi prende così) e quasi non credo ai miei occhi. È grande, veramente grande, troppo grande per me, ma ormai è fuori dal suo mondo, ed è nostra. Vedo gli occhi, il becco, una coda lunghissima. Mi accorgo che lo stomaco mi fa male, mi appoggio alla canna e mi inginocchio, la stanchezza mi sale tutta in una volta. Ho la faccia bagnata: sudore, lacrime e acqua di mare. La sfioro e le dico “quanto sei bella”. Il mare è uno scrigno gigantesco pieno di meraviglie, e lei è una di queste. Stavolta ho vinto io, ma vincere non vuol dire uccidere. Abbiamo combattuto e stavolta ho vinto io, anzi Noi. Ma ciò non ci da il diritto di uccidere un essere così bello e grande. Facciamo il possibile per liberarle dal raffio e a tutti viene naturale rimetterla nel suo mondo. È raffiata bene (gazzu Salvatò!) il raffio addirittura si piega (Ajoajo ti debbo un raffio nuovo) ma Fax la rimette in riva, sembra morta, nooooo, ti prego no. Poi sbatte le ali una volta, due, un’onda la bagna, poi un’altra se la riprende, guidandola nel mare più bello della mia Terra, pian piano si gira e il suo elemento se la riprende. Spero che viva. Ci abbracciamo.
Quanto pesava? Non lo so, non ho occhi per queste cose, Fax che ha cercato di sollevarla dice oltre i 30 Kg. Ma forse non ha nemmeno importanza…
Amo il Surfcasting, solo lui ci regala emozioni così. Ci bastona, certo, a suon di cappotti e serate a vuoto in mezzo al freddo e in balìa delle onde, ma quando ti premia lo fa come nessuna altra disciplina di pesca al mondo…
Ringrazio dal profondo del cuore le persone che avevo vicine e che hanno vissuto con me questa meravigliosa esperienza: Ajoajo, Fax, Luca Banax, Toto69 (in rigoroso ordine alfabetico)… Per tutti è stata la ciliegina, anzi, come dice Fax, “il botto” finale del raduno. Per me è stata la realizzazione di un sogno, anzi dei sogni tutti assieme.
Una volta ho letto: il pescatore che realizza il sogno catturando la preda della sua vita è un povero uomo perché ormai non ha più sogni da realizzare. Io invece penso che i sogni non sono fatti per essere realizzati ma per essere vissuti, e viverli non ti rende povero, ma felice e orgoglioso, e io lo sono… e fino al prossimo sogno io ci sarò, canna in mano e trancio in acqua..
Grazie ancora ai miei fratelli, ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a strappare al mare uno degli esseri più belli che Egli custodisce, ma sopratutto a ridarglielo… Piscinas for ever…
A special thanx to Banax per le foto…
... e i video:
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