Saraghi di gomma

Malattia? Errore? Chi sa parli

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  1. Bordan
     
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    CITAZIONE (guidostro @ 28/1/2014, 16:58) 
    CITAZIONE (Ltn. Col. Kurtz @ 28/1/2014, 12:52) 
    Ho anche provato a cercare qualche articolo scientifico ma niente. Non credo che non ci siano, ma se non ho un riferimento nemmeno è possibile trovare.

    Saraghi de gomma nun me trova niente

    ribadisco, sono duri perché beccati proprio durante il periodo di frega!L'acido lattico e l'alimentazione non c'entrano.

    Scusami ma, se fosse cosi, TUTTI i saraghi del mondo presenterebbero una patologia simile.

    Non e' cosi. Solo saraghi di determinate zone hanno le carni gommose. Studi, non ufficiali, riscontrano aumenti di fosfati nei muscoli del pinnuto.

    La mia esperienza mi dice che lo scorso anno ho riscontrato il problema nei saraghi, sopra il mezzo kilo, pescati a S. Felice. Nello stesso periodo li ho pescati anche a Sabaudia e al Sisto: nessun problema. Ti diro' di piu'... a S. Felice li ho pescati un paio d'anni fa'... nessun problema.

    X Andrea ci sono un paio di studi di dottori/ricercatori sia di Ischia che Genova, nulla di scritto ( io non l'ho trovato) ma riportato e diffuso da loro amici pescatori.
    Ho trovato anche un articolo sul corriere... non ho potuto leggere perche' non sono abbonato... magari li si fa accenno a qualche ricerca o studio del problema
     
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  2. Ltn. Col. Kurtz
     
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    http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...437412748.shtml

    COSA MANGIAMO - IL PESCE /5
    Il giallo dei saraghi duri come gomma: immangiabili a causa di una malattia
    Uno su due presenta problemi, crollano vendite e prezzi

    NAPOLI — I pericoli maggiori sui banchi delle pescherie sono rappresentati dalle specie ittiche che arrivano da lontano, da aree poco controllate, talvolta addirittura da bacini interni. Ma anche nelle acque di casa, identificate dalla Fao con il codice 37 (Mediterraneo) si annidano pericoli per la salute. Da alcuni anni, per esempio, lungo il litorale napoletano è stata rilevata la presenza dell'ostreopsis ovata, una microalga marina che si riteneva confinata esclusivamente nei mari tropicali: questa alga risulta particolarmente insidiosa perché non solo contamina ricci di mare, mitili e pesci di scoglio che vivono sotto costa, ma può risultare nociva anche se inalata. Fortunatamente l'esito dell'intossicazione per l'uomo non è infausto. Ma irritazione delle vie respiratorie e febbre sono garantite. L'Istituto zooprofilattico di Portici, competente per le analisi e per attivare la procedura di divieto di pesca e balneazione, ha individuato la presenza dell'invisibile nemica nelle acque di Punta Pennata (Bacoli), di Trentaremi, di Nisida e perfino della Gaiola.

    Per il resto, guardia alta anche nei confronti dei grandi pesci pelagici che spesso, specialmente nei mesi caldi, stazionano nel Golfo di Napoli. In questo caso il rischio arriva dai metalli pesanti potenzialmente ingeriti dagli animali, soprattutto i grandi tonni rossi (la cui pesca peraltro è sottoposta a severissime limitazioni) e i pesce spada. Proprio per questo motivo il succitato Istituto zooprofilattico sta caldeggiando l'attivazione di un Osservatorio sul Mediterraneo per il monitoraggio costante sulla presenza di metalli in mare. Un'attività peraltro già svolta attraverso le autopsie, effettuate nel centro porticese, sui cetacei spiaggiati, mammiferi che per la quantità di cibo ingerito, per lo più piccoli pesci, e per longevità possono essere dei veri e propri depositi di sostanze tossiche.

    Restando al mercato regionale, la percentuale più alta del pescato è rappresentata dalle alici (26,9 per cento nel 2011), che non risultano particolarmente sensibili a forme di inquinamento e agli agenti tossici. Ma presentano un alto rischio anisakis, il parassita che attacca la mucosa gastrica con conseguenze nei casi più sfortunati anche mortali. Grazie all'informazione, la consapevolezza del pericolo ha portato alla riduzione del consumo di alici crude (anche la semplice marinatura non basta a neutralizzare l'anisakis). La cottura o l'abbattimento nel surgelatore per 24-48 ore eliminano infatti totalmente il rischio per la salute. Stesse precauzioni vanno adottate per gli scombridi (tonni), il pesce bandiera, i merluzzi, la rana pescatrice e le triglie.

    In assenza di adeguate ricerche specifiche rappresenta un vero e proprio giallo il caso dei saraghi coriacei, praticamente immangiabili. Non esistono statistiche, ma sulla base dell'esperienza di pescatori e pescivendoli si può ipotizzare che un pesce su due presenti questa degenerazione: le carni dello sparide risultano talmente dure da ricordare la gomma degli pneumatici. Pare che tra le cinque varietà di diplodus diffuse nei mari campani, sarago maggiore, fasciato, faraone, sparaglione e pizzuto, solo quest'ultimo sia, relativamente immune dal misterioso morbo. Restano il problema e lo sconcerto per l'assenza di dati scientifici in merito. Nel frattempo i saraghi continuano ad essere oggetto dell'attenzione di pescatori professionisti e sportivi e ad essere regolarmente venduti nelle pescherie. L'alea circa la commestibilità ha però fatto precipitare vertiginosamente il prezzo. Se fino a una quindicina di anni fa infatti il sarago era inserito senz'altro, al fianco di spigole, orate e dentici, nella prima fascia di prezzo (quella che oggi si posiziona tra i 30 e i 40 euro al chilo), ora è scivolato molto più in basso (10-15 euro) al livello del pesce serra e del sempre abbondante merluzzo (5,3 per cento delle catture in Campania sempre nel 2011).

    07 ottobre 2013
     
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    FROCESIO

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    Ciao tigri,
    allora, i saraghi di gomma,sono un fenomeno noto da parecchio tempo, e pure er tracina ne saprà dire qualcosa, sempre se legge.

    Non ho mai avuto modo di leggere qualcosa in merito, forse proprio perchè a me personalmente non è mai capitato e sono rimasto sempre col dubbi che fosse legenda o poco piu'.

    Quello che mi fa riflettere è che la cattura di tutti saraghi importanti da me pescati, è avvenuta a nord di Roma, fino alla bassa maremma. Il fattore ambiente quindi, sembra incidere sul manifestarsi dell evento. Potrebbe essere quindi una questione alimentare, ma a quel punto, tutti i saraghi presenti nell ambiente dove è presente il cibo incriminato, dovebbero presentare il problema. La taglia a quanto pare non è un fattore discriminante, visto che i saraghi di nerkio erano sui 300 gr, mentre quelli di bordan attorno al mezzo kg, e quelli più piccoli si spera che nessuno se li magni,quindi non possiamo saperlo. La riproduzione comporta cmq uno squilibrio ormonale, e non colpisce contemporaneamente tutti gli individui di una popolazione, quindi si spiegherebbe perchè nello stesso momento alcuni saraghi presentano il problema ed altri no, però il processo riproduttivo è tipico di tutti i pesci e gli ormoni nei teleostei sono piu' o meno gli stessi. Potrebbero essere più concause?

    L ipotesi dei fosfati , va anchessa valutata, ma servirebbe uno studio biochimico dei tessuti muscolari, per cui non mi pronuncio proprio.

    Potremo usare facebook per sentire il parere dei pescatori italiani, e verificare se questo fenomeno si verifica ovunque o settorialmente. Anche perchè se i sardi dicono di lasciarlo un paio di gg in frigo avranno le loro ragioni, di saraghi ne prendono molti piu' di noi. E cmq sarebbe un indicazione su cui lavorare, basterebbe capire se cè qualcosa nei muscoli che "cambia chimicamente " le carni .

    Cmq senza laboratorio non se fa nulla di concreto, ma per iniziare uno studio ed escludere delle teorie che ti possono portare fuori strada, servono i dati , quindi se vogliamo arrivare a qualcosa chiedete a chi conoscete se e dove gli è mai capitata sta cosa.

    ciao
     
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  4. Ltn. Col. Kurtz
     
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    CITAZIONE (WOODS @ 28/1/2014, 19:28) 
    Ciao tigri,
    allora, i saraghi di gomma,sono un fenomeno noto da parecchio tempo, e pure er tracina ne saprà dire qualcosa, sempre se legge.

    Non ho mai avuto modo di leggere qualcosa in merito, forse proprio perchè a me personalmente non è mai capitato e sono rimasto sempre col dubbi che fosse legenda o poco piu'.

    In effetti anche io avevo pensato la stessa cosa, finché non è capitato anche a me il gommolo. Pensavo che parlare di gomma fosse un'esagerazione ma quello davvero rimbalzava se lo tiravi contro il muro. Penso che visto il numero di testimonianze in questo thread (molte più di quante me ne aspettassi) molti non ci hanno fatto caso o hanno pensato di non parlarne, magari per non essere presi per matti,

    CITAZIONE (WOODS @ 28/1/2014, 19:28) 
    Quello che mi fa riflettere è che la cattura di tutti saraghi importanti da me pescati, è avvenuta a nord di Roma, fino alla bassa maremma. Il fattore ambiente quindi, sembra incidere sul manifestarsi dell evento. Potrebbe essere quindi una questione alimentare, ma a quel punto, tutti i saraghi presenti nell ambiente dove è presente il cibo incriminato, dovebbero presentare il problema. La taglia a quanto pare non è un fattore discriminante, visto che i saraghi di nerkio erano sui 300 gr, mentre quelli di bordan attorno al mezzo kg, e quelli più piccoli si spera che nessuno se li magni,quindi non possiamo saperlo. La riproduzione comporta cmq uno squilibrio ormonale, e non colpisce contemporaneamente tutti gli individui di una popolazione, quindi si spiegherebbe perchè nello stesso momento alcuni saraghi presentano il problema ed altri no, però il processo riproduttivo è tipico di tutti i pesci e gli ormoni nei teleostei sono piu' o meno gli stessi. Potrebbero essere più concause?

    L'articolo del Corriere suggerisce, senza dirlo esplicitamente, che l'ostreopsis ovata sarebbe la responsabile di questa intossicazione, che viene descritta come una specie di ciguatera all'amatriciana. Sinceramente sono scettico, inoltre le taglie dei saraghi colpiti sono ben più variabili. Bordan riferisce anche di saraghi molto più grandi. A cosa sia dovuta nessuno lo sa.

    CITAZIONE (WOODS @ 28/1/2014, 19:28) 
    L ipotesi dei fosfati , va anchessa valutata, ma servirebbe uno studio biochimico dei tessuti muscolari, per cui non mi pronuncio proprio.

    Potremo usare facebook per sentire il parere dei pescatori italiani, e verificare se questo fenomeno si verifica ovunque o settorialmente. Anche perchè se i sardi dicono di lasciarlo un paio di gg in frigo avranno le loro ragioni, di saraghi ne prendono molti piu' di noi. E cmq sarebbe un indicazione su cui lavorare, basterebbe capire se cè qualcosa nei muscoli che "cambia chimicamente " le carni .

    Cmq senza laboratorio non se fa nulla di concreto, ma per iniziare uno studio ed escludere delle teorie che ti possono portare fuori strada, servono i dati , quindi se vogliamo arrivare a qualcosa chiedete a chi conoscete se e dove gli è mai capitata sta cosa.

    ciao

    IMHO la cosa si fa davvero interessante e anche se è una deformazione professionale il primo passo dovrebbe essere quello di trovare la letteratura scientifica sull'argomento. Non posso davvero credere che un fenomeno così esteso, che per di più riguarda una specie molto rilevante dal punto di vista commerciale non sia stato studiato e non sia stato pubblicato nulla a riguardo. Hai ragione sul fatto che le ipotesi sono belle e affascinanti, però fino a quando non vengono surrogate dalla letteratura e confermate dai dati lasciano il tempo che trovano.

    Ergo, la prima cosa è sentire qualche zoologo, oceanografo o veterinario per avere qualche dritta sulla letteratura da leggere, poi si vede. Non si può escludere anche una collaborazione tra ricercatori e pescatori, visto il comune interesse a capirci di più. Tanto per iniziare, anche per sapere se si possono distinguere i gommoli dai saraghi normali, così almeno uno li rilascia.
     
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    Discussione davvero interessante.
    Da biologo non marino, anche se coi pesci in laboratorio ci ho lavorato per delle analisi sulle carni, posso azzardare un paio di ipotesi:

    1. Ipotesi "ambientale": come detto da alcuni, potrebbe essere l'influenza della dieta o dello stato ormonale (periodo riproduttivo) ad alterare le carni. Ci sono numerosi studi di questo tipo, che riguardano i pesci d'allevamento (sulla rivista Aquaculture ce ne sono decine) per cui diverse diete alterano sulla stessa specie la consistenza delle carni, il pH, la capacità di trattenere acqua. Un altro parametro importante è che regimi al 50% della nutrizione ottimale (visto sulle orate) ritardavano l'ammorbidimento dei muscoli durante la conservazione a freddo.

    E quest'ultimo dato ci porta alla ipotesi più semplice:

    2. Il rigor mortis. Questo fenomeno che tutti conosciamo è dovuto all'esaurimento dell'ATP, veicolo dell'energia cellulare, che fa permanere i muscoli in posizione contratta per diverse ore. Ora, e qui vengo all'uso dei fratelli sardi di tenere i saraghi in frigo un paio di giorni, il periodo del rigor mortis nei pesci è variabile (da poche ore a 4-6 giorni), e influenzato da fattori esterni (temperatura di trasporto post mortem, tempo di refrigerazione). Potete vedere a questo link un documento in proposito nel sito della FAO sui cambiamenti post-mortem nei pesci: www.fao.org/docrep/v7180e/v7180e06.htm
    In particolare la tabella 5.1

    Un altro dato presente in questo documento è il fatto che lo stato nutrizionale e lo stress fisico della cattura contribuiscono ad alterare le caratteristiche biochimiche della muscolatura del pesce: "Rigor mortis starts immediately or shortly after death if the fish is starved and the glycogen reserves are depleted". I teleostei hanno poco glicogeno, rispetto ad esempio ad altri vertebrati, quindi pur andando in anaerobiosi dopo la morte l'abbassamento del pH (ipotesi dell'acido lattico fatta sopra) non è marcato, tranne che in casi particolari (lo sgombro o il tonno ad esempio). L'abbassamento del PH contribuisce a modiicare la texture muscolare e la capacità ditrattenere acqua, che con la cottura risulta in carni più dure.

    Spero di avervi dato qualche dritta interpretativa, secondo me il fenomeno è dovuto ad un mix di fattori pre-cattura e post-mortem, che ne alterano anche la riproducibilità. Anche il solo fatto di cucinare i pesci durante il rigor massimizza la possibilità di avere carni dure, che non si hanno se si cucina pre-rigor o post-rigor. Spero di trovare qualcosa di più specifico per i saraghi iin letteratura.

    Edited by spirographus - 28/1/2014, 22:44
     
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    CITAZIONE (Ltn. Col. Kurtz @ 28/1/2014, 20:11)
    Penso che visto il numero di testimonianze in questo thread (molte più di quante me ne aspettassi) molti non ci hanno fatto caso o hanno pensato di non parlarne, magari per non essere presi per matti,

    E' un problema noto da tanto tempo. E'stato discusso in un articolo di un vecchio Pesca in Mare di una decina di anni fa, o forse più non ricordo bene, e si parlava proprio di quanto discutiamo ora.
    Una cosa che mi lascia perplesso, almeno nel mio caso, è l'ipotesi dei fosfati. I saraghi cui mi riferivo nel precedente post furono catturati in zone che non avevano insediamenti industriali nelle vicinanze, e tantomeno scarichi fognari o quant'altro.
     
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    CITAZIONE (WOODS @ 28/1/2014, 19:28) 
    Ciao tigri,
    allora, i saraghi di gomma,sono un fenomeno noto da parecchio tempo, e pure er tracina ne saprà dire qualcosa, sempre se legge.

    Non ho mai avuto modo di leggere qualcosa in merito, forse proprio perchè a me personalmente non è mai capitato e sono rimasto sempre col dubbi che fosse legenda o poco piu'.

    Quello che mi fa riflettere è che la cattura di tutti saraghi importanti da me pescati, è avvenuta a nord di Roma, fino alla bassa maremma. Il fattore ambiente quindi, sembra incidere sul manifestarsi dell evento. Potrebbe essere quindi una questione alimentare, ma a quel punto, tutti i saraghi presenti nell ambiente dove è presente il cibo incriminato, dovebbero presentare il problema. La taglia a quanto pare non è un fattore discriminante, visto che i saraghi di nerkio erano sui 300 gr, mentre quelli di bordan attorno al mezzo kg, e quelli più piccoli si spera che nessuno se li magni,quindi non possiamo saperlo. La riproduzione comporta cmq uno squilibrio ormonale, e non colpisce contemporaneamente tutti gli individui di una popolazione, quindi si spiegherebbe perchè nello stesso momento alcuni saraghi presentano il problema ed altri no, però il processo riproduttivo è tipico di tutti i pesci e gli ormoni nei teleostei sono piu' o meno gli stessi. Potrebbero essere più concause?

    L ipotesi dei fosfati , va anchessa valutata, ma servirebbe uno studio biochimico dei tessuti muscolari, per cui non mi pronuncio proprio.

    Potremo usare facebook per sentire il parere dei pescatori italiani, e verificare se questo fenomeno si verifica ovunque o settorialmente. Anche perchè se i sardi dicono di lasciarlo un paio di gg in frigo avranno le loro ragioni, di saraghi ne prendono molti piu' di noi. E cmq sarebbe un indicazione su cui lavorare, basterebbe capire se cè qualcosa nei muscoli che "cambia chimicamente " le carni .

    Cmq senza laboratorio non se fa nulla di concreto, ma per iniziare uno studio ed escludere delle teorie che ti possono portare fuori strada, servono i dati , quindi se vogliamo arrivare a qualcosa chiedete a chi conoscete se e dove gli è mai capitata sta cosa.

    ciao

    Come ho detto precedentemente, mi/ci è capitato con saraghi pescati nello stesso posto e nello stesso giorno..... :wacko: e posso dire che i due che non sono "scoppiati" e gommosi, erano anche buoni. Boh....
     
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  8. VILLOCONGER®
     
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    anche a me è capitato ed è già un po' (qualche anno che se ne parla tra pescatori )
     
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  9. canoa72
     
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    Ho visto che anche diversi anni fa ( 2007) ne abbiamo parlato di questo problema senza poi arrivare ad una conclusione . Un nostro amico del forum ora non ricordo il nome addirittura racconta che già da 25 anni fa succedeva che i saraghi al momento della cottura scoppiavano ( suo nonno era un cuoco ) quindi potrei azzardare che ciò dipende da fattori genetici della specie
     
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    CITAZIONE (spirographus @ 28/1/2014, 22:35) 
    Discussione davvero interessante.
    Da biologo non marino, anche se coi pesci in laboratorio ci ho lavorato per delle analisi sulle carni, posso azzardare un paio di ipotesi:
    mejo de così
    1. Ipotesi "ambientale": come detto da alcuni, potrebbe essere l'influenza della dieta o dello stato ormonale (periodo riproduttivo) ad alterare le carni. Ci sono numerosi studi di questo tipo, che riguardano i pesci d'allevamento (sulla rivista Aquaculture ce ne sono decine) per cui diverse diete alterano sulla stessa specie la consistenza delle carni, il pH, la capacità di trattenere acqua. Un altro parametro importante è che regimi al 50% della nutrizione ottimale (visto sulle orate) ritardavano l'ammorbidimento dei muscoli durante la conservazione a freddo.

    E quest'ultimo dato ci porta alla ipotesi più semplice:

    2. Il rigor mortis. Questo fenomeno che tutti conosciamo è dovuto all'esaurimento dell'ATP, veicolo dell'energia cellulare, che fa permanere i muscoli in posizione contratta per diverse ore. Ora, e qui vengo all'uso dei fratelli sardi di tenere i saraghi in frigo un paio di giorni, il periodo del rigor mortis nei pesci è variabile (da poche ore a 4-6 giorni), e influenzato da fattori esterni (temperatura di trasporto post mortem, tempo di refrigerazione). Potete vedere a questo link un documento in proposito nel sito della FAO sui cambiamenti post-mortem nei pesci: www.fao.org/docrep/v7180e/v7180e06.htm
    In particolare la tabella 5.1

    Un altro dato presente in questo documento è il fatto che lo stato nutrizionale e lo stress fisico della cattura contribuiscono ad alterare le caratteristiche biochimiche della muscolatura del pesce: "Rigor mortis starts immediately or shortly after death if the fish is starved and the glycogen reserves are depleted". I teleostei hanno poco glicogeno, rispetto ad esempio ad altri vertebrati, quindi pur andando in anaerobiosi dopo la morte l'abbassamento del pH (ipotesi dell'acido lattico fatta sopra) non è marcato, tranne che in casi particolari (lo sgombro o il tonno ad esempio). L'abbassamento del PH contribuisce a modiicare la texture muscolare e la capacità ditrattenere acqua, che con la cottura risulta in carni più dure.

    Spero di avervi dato qualche dritta interpretativa, secondo me il fenomeno è dovuto ad un mix di fattori pre-cattura e post-mortem, che ne alterano anche la riproducibilità. Anche il solo fatto di cucinare i pesci durante il rigor massimizza la possibilità di avere carni dure, che non si hanno se si cucina pre-rigor o post-rigor. Spero di trovare qualcosa di più specifico per i saraghi iin letteratura.

    ;) ;) ;)
     
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    Shardana ...e pescatore simpatizante....

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    CITAZIONE (spirographus @ 28/1/2014, 22:35) 
    .........
    E quest'ultimo dato ci porta alla ipotesi più semplice:

    2. Il rigor mortis. Questo fenomeno che tutti conosciamo è dovuto all'esaurimento dell'ATP, veicolo dell'energia cellulare, che fa permanere i muscoli in posizione contratta per diverse ore. Ora, e qui vengo all'uso dei fratelli sardi di tenere i saraghi in frigo un paio di giorni, il periodo del rigor mortis nei pesci è variabile (da poche ore a 4-6 giorni), e influenzato da fattori esterni (temperatura di trasporto post mortem, tempo di refrigerazione). Potete vedere a questo link un documento in proposito nel sito della FAO sui cambiamenti post-mortem nei pesci: www.fao.org/docrep/v7180e/v7180e06.htm
    In particolare la tabella 5.1
    ........

    Pensavo anch'io una cosa simile (senza averne però conoscenza scientifica).. ma, Tziu Tinu, un vecchio pescatore me lo diceva sempre: "una die in su ghiacciu", e lui di saraghi se ne intendeva.....
     
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  12. Ltn. Col. Kurtz
     
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    Rigor mortis dona ei Domine.

    Amen
     
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    Il fenomeno sembrerebbe legato al periodo riproduttivo. Praticamente quando vanno in frega si irrobustiscono e diventano per così dire palestrati e cazzuti, per avere sopravvento sugli avversari. Dopo la deposizione smagriscono e spariscono. Probabilmente si intanano in ripari profondi.
     
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    Membro del Semprevivo Meraviglioso Equipaggio

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    CITAZIONE (silviosenis1 @ 29/1/2014, 18:20) 
    Pensavo anch'io una cosa simile (senza averne però conoscenza scientifica).. ma, Tziu Tinu, un vecchio pescatore me lo diceva sempre: "una die in su ghiacciu", e lui di saraghi se ne intendeva.....

    Ebeh...io l'ho detto in italiano, ma la fonte è identica..o quasi :D
     
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  15. De$perado$™
     
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    CITAZIONE (spirographus @ 28/1/2014, 22:35) 
    Discussione davvero interessante.
    Da biologo non marino, anche se coi pesci in laboratorio ci ho lavorato per delle analisi sulle carni, posso azzardare un paio di ipotesi:

    1. Ipotesi "ambientale": come detto da alcuni, potrebbe essere l'influenza della dieta o dello stato ormonale (periodo riproduttivo) ad alterare le carni. Ci sono numerosi studi di questo tipo, che riguardano i pesci d'allevamento (sulla rivista Aquaculture ce ne sono decine) per cui diverse diete alterano sulla stessa specie la consistenza delle carni, il pH, la capacità di trattenere acqua. Un altro parametro importante è che regimi al 50% della nutrizione ottimale (visto sulle orate) ritardavano l'ammorbidimento dei muscoli durante la conservazione a freddo.

    E quest'ultimo dato ci porta alla ipotesi più semplice:

    2. Il rigor mortis. Questo fenomeno che tutti conosciamo è dovuto all'esaurimento dell'ATP, veicolo dell'energia cellulare, che fa permanere i muscoli in posizione contratta per diverse ore. Ora, e qui vengo all'uso dei fratelli sardi di tenere i saraghi in frigo un paio di giorni, il periodo del rigor mortis nei pesci è variabile (da poche ore a 4-6 giorni), e influenzato da fattori esterni (temperatura di trasporto post mortem, tempo di refrigerazione). Potete vedere a questo link un documento in proposito nel sito della FAO sui cambiamenti post-mortem nei pesci: www.fao.org/docrep/v7180e/v7180e06.htm
    In particolare la tabella 5.1

    Un altro dato presente in questo documento è il fatto che lo stato nutrizionale e lo stress fisico della cattura contribuiscono ad alterare le caratteristiche biochimiche della muscolatura del pesce: "Rigor mortis starts immediately or shortly after death if the fish is starved and the glycogen reserves are depleted". I teleostei hanno poco glicogeno, rispetto ad esempio ad altri vertebrati, quindi pur andando in anaerobiosi dopo la morte l'abbassamento del pH (ipotesi dell'acido lattico fatta sopra) non è marcato, tranne che in casi particolari (lo sgombro o il tonno ad esempio). L'abbassamento del PH contribuisce a modiicare la texture muscolare e la capacità ditrattenere acqua, che con la cottura risulta in carni più dure.

    Spero di avervi dato qualche dritta interpretativa, secondo me il fenomeno è dovuto ad un mix di fattori pre-cattura e post-mortem, che ne alterano anche la riproducibilità. Anche il solo fatto di cucinare i pesci durante il rigor massimizza la possibilità di avere carni dure, che non si hanno se si cucina pre-rigor o post-rigor. Spero di trovare qualcosa di più specifico per i saraghi iin letteratura.

    mah... prof vedo che da buon uomo di scienza non si espone... ed effettivamente l'unica verità inopinabile è solo una... che probabilmente non lo sapremo mai cosa è che fa diventare i saraghi "de gomma" perchè purtroppo hanno una fetta di mercato troppo poco "interessante" per chi gli studi potrebbe finanziarli.... sicuramente non è biomagnificazione...probabilmente non è l'acidosi (vera o presunta... a naso c'è troppa variabilità intra e interspecie.. qui in sicilia non ho mai sentito di saraghi di gomma mentre qualcuno dice che in altre parti d'Italia capita 1 volta su 2 e sembra che il sarago pizzuto non ne risenta)... chissà cos'è... magari un giorno qualche biologo marino-Scer in qualche bella tesi ce lo spiegherà :)
     
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