Gara in Olanda

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    Sindagu de Scraffingiu

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    Gara in Olanda

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    Per queste vacanze pasquali non si prospetta il, seppur piacevole, solito pranzo in famiglia. Niente uova pasquali e cioccolata variegata, all’orizzonte intravedo birra e tulipani, visioni da febbre???
    Hans, intraprendente pescasportivo nonchè presidente di una nota società amica dell’HCC, organizza ogni anno una gara sul mare del nord Europa in località Zoutelande (Olanda). Quest’anno ha invitato il nostro club, l’Hippocampus Club di Cagliari, ad inviare una squadra per partecipare alla loro competizione.
    Questo invito ha una origine chiara e ben definita. Non è da poco che Claudio Murtas e tutto l’HCC coltiva rapporti con altri club a livello internazionale. La nostra disponibilità unita alla competenza di Claudio e dei nostri rappresentanti, oltre che i prestigiosi risultati ottenuti nell’ambito dell’agonismo, hanno da tempo varcato i confini della Sardegna e si sono spinti ben oltre.
    E’ naturale che per noi è stato doveroso, oltre che un piacere, esaudire il suo desiderio: avere un team HCC proveniente dall’Italia per arricchire il già folto gruppo di partecipanti abitualmente provenienti oltre che dall’Olanda anche dal Belgio, dalla Germania e dall’Inghilterra.
    Per Hans questo è stato anche un modo per ricambiare dell’accoglienza e l’ospitalità che Claudio e l’Hcc ha sempre riservato agli amici olandesi quando sono stati nostri graditi ospiti in Sardegna. Più volte Hans e molti altri del suo club Olandese hanno partecipato in terra Sarda alla nostra manifestazione più importante, il memorial Alessandro Magrini.




    I preparativi

    Il nodo da sciogliere era la data a cavallo delle festività pasquali, o almeno, lo era per chi ha moglie e figlio, come nel mio caso, e impegni lavorativi da incastrare con date di partenza e di arrivo.
    Per le feste pasquali si prevedeva il solito pranzo con tutti i famigliari riuniti, pasquetta idem e di fare cose particolari non se ne parlava. Mia moglie, santa donna, intristita nel vedermi cosi abbacchiato per la mia assoluta mancanza di frequentazione nell’arte piscatoria, soprattutto negli ultimi mesi, presa da un moto di compassione mi concede il nulla osta per poter partecipare alla gara olandese con i compagni HCC.
    La compassione non le ha naturalmente impedito di avvisarmi che se mi fossi distolto dal paesaggio, dalla pesca e, come unica concessione goliardica, dalla birra per rivolgere le mie attenzioni alle bellezze locali, al ritorno mi avrebbe “spiezzato le braccine”, per non dire altro…
    Scherzi a parte in realtà non mi ha indirizzato una sola parola di raccomandazione, si fida e fa bene.
    Dopo l’OK segue una lunga preparazione all’evento fatta di mail e di contatti telefonici. Michael si impegna facendoci avere puntualmente tutte le comunicazioni inerenti le prenotazioni dei biglietti aerei e le varie problematiche che si presentano, sollecitandoci a dare adeguate risposte. Il tutto ha un costo per il club e quindi è giusto che tutti garantiscano la massima serietà e la massima disponibilità. Una volta tirato il dado non ci si può più tirare indietro.
    I nomi dei miei quattro compagni di avventura sono probabilmente nomi noti a molti sopratutto a chi è nel mondo dell'agonismo. Roberto Accardi, neo commissario tecnico della nazionale di surf casting Italiana e per parlare adeguatamentedelle sue imprese si dovrebbe scrivere un libro. Mauro Schiavoni noto pennellino ai soci HCC, parteciperà allo sfidino azzurro, che si terrà a fine Aprile, utile per selezionare i magnifici sei che parteciperanno ai mondiali in sudafrica. Andrea Marchionni anche lui agonista di buon livello. di quest'ultimo ho avuto modo di apprezzare, in qualche competizione isolana, le sue qualità. Infine fa parte del gruppo anche Roberto due, il cognato di Mauro e ultimo arrivato in casa HCC in teoria il più inesperto ma, come racconterò in seguito, in gara ha messo dietro me e Mauro un potenziale nazionale.
    Dopo questa premessa non tanto breve, passiamo a quello che maggiormente potrebbe interessare : la birra… pardon (lapsus freudiano), volevo scrivere la pesca nel mare del nord.


    Venerdi 2 Aprile- La partenza

    Venerdì , fine mattina, ci si ritrova tutti puntuali in aeroporto. Dopo peripezie varie per imbarcare l’attrezzatura in aereo, soprattutto le canne da surf casting di tutti in un unico tubone , che il solito Micheal ha portato fin li, affrontiamo impavidi il volo Ryanair.
    Dopo aver superato indenni la “prova bilancia” subito è lotta, a bordo del boeing, per sistemare bagaglio a mano “negli appositi vani cassettiera “ oramai strapieni e nel riuscire trovare un posto a sedere possibilmente vicino agli altri, o almeno, non con al fianco un compagno di viaggio occasionale e “ingombrante” vista la ridotta dimensione degli spazi.
    La battaglia prosegue in volo. Si combatte aspramente contro carne con chili servita “Hot” e la pizza a tranci mentre, dopo avere resistito alle lusinghe del “delizioso” caffè francese offertoci, quasi capitoliamo davanti alla raffica di “gratta e vinci”targati Ryanair con promessa di ricchi premi e cotions .
    A distrarmi dalla battaglia, per fortuna, incontro sull’aereo Giampaolo Mameli e Rosa Spanu, membri di San Sperate nel mondo (siamo un paese di vagabondi) con al seguito compagnia. Una breve e piacevole chiacchierata e già è tempo di rimettere i piedi per terra.
    Esausti dalla strenua resistenza, dopo il solito applauso da italiani idioti al pilota, poggiamo piede nel suolo Belga. A darci il benvenuto un gelido venticello come a ricordarci di non essere più in Atlantide, la terra dove si campa cent’anni.
    Ad attenderci Hans che si è sobbarcato un bel po’ di km e di traffico per venire ad aspettarci e guidarci verso la nostra casa per i prossimi giorni olandesi. Dopo aver noleggiato due macchine, con targa tedesca, seguiamo solerti la nostra guida (Hans) imprecando contro chiunque, lungo il percorso, si frapponesse tra la nostra macchina e la sua. Dopo un po’di tempo e dopo una pausa in un autogrill per gustarci un corto caffè espresso olandese(mezzolitro) arriviamo in un confortevole residenze, proprio vicino alla spiaggia. Si tratta di casette dalla tipica forma Olandese con i tetti in forte pendenza e i classici colori. Per noi abituati ad un'altra architettura sembra di essere veramente in un altro mondo. Non posso fare a meno di osservare come sono fatte le piste ciclabili e per questo una improvvisa tristezza mi sovrasta pensando a casa, ma non si tratta di saudade.
    Depositati i bagagli e salutato per il momento Hans, la prima tentazione è di farci una bella birr… ehm no, di andare subito a vedere il mare e la spiaggia. Tra il residence e la spiaggia l’ostacolo più ostico consiste nella salita di una enorme duna che divide la strada dalla spiaggia, bellissima da affrontare in salita con il fresco vento dell’oceano che ti viene incontro.
    Qualche foto di rito un sopralluogo nella spiaggia per pregustare il momento in cui sentiremo il rumore del lancio e avremo le esche finalmente in mare. Rientriamo con la speranza che il riscaldamento della casa sia adeguato senno saranno guai seri.
    Alla verifica dell’ottimo sistema di riscaldamento climatizzato (quindi con selezione del grado di temperatura), segue la successiva cena improvvisata con le provviste (molte) che Hans, sempre lui, ci ha premurosamente fatto avere all’arrivo. Doccia e a nanna, pronti per provare l’azione di pesca il giorno successivo.



    Sabato 3 Aprile

    Dopo esserci preparati una colazione a base di caffè liofilizzato, che Roberto Accardi pare apprezzare molto, si decide di effettuare viste le condizioni di marea, una simulazione della gara.
    Ci rechiamo presso un negozio di articoli di pesca in un paese vicino e, chiedendo consigli al commesso, compriamo un po’ di esca del posto. Una specie di incrocio tra un coreano e la tremolina dal nome tipo “matis “ , nome che non ho trovato neanche su internet, e lugworm una specie di bibi dal colore scuro. Troviamo anche un esca familiare e del tutto simile alla nostra: il cannolicchio.
    Dopo esserci riforniti di esche (a costi finalmente cristiani) e di info utili torniamo nel residence e ci prepariamo per scendere in spiaggia. Manco a dirlo: inizia a piovere a dirotto. Per nulla intimoriti ci bardiamo di tutto punto e rispettosi del programma stilato ci avviamo sotto un’abbondante pioggia verso il mare.
    Arrivati in spiaggia scopriamo che un pescatore locale ci ha preceduti, poco male lo spazio certo non manca.
    L’acqua è torbida, le condizioni non sono certo da surf casting in quanto non ci sono onde. Ci hanno avvisati che troveremo forti correnti che possono raggiungere una velocità intorno agli otto Km orari. Per questo i piombi che il grande Hans ci ha procurato partono dalle sei once in su e la maggior parte sono con gli spike (rampini).
    Dopo i primi lanci, sempre sotto la pioggia e un gelido venticello, ci accorgiamo che lo scarroccio è veramente notevole. Dai piombi da sei once affusolati si passa subito agli spike, quelli da centocinquanta grammi sono sufficienti per stare in pesca.
    Arrivano le prime prede, si tratta di flatfisch (pesci piatti) tipo sogliole o rombi per la maggior parte. Ogni tanto qualche strano pesce si alterna, anche se di rado, ai pesci piatti tipo una specie di tracina (diciamo noi ma in realtà pare un incrocio tra una tracina e un ghiozzo) che occorre slamare con molta cura pena, ci avvertono, una dolorosa puntura.
    Le pezzature purtroppo non sono grandissime, la più grande alla fine misurerà circa 38 cm. Chiediamo informazioni ad Hans che nel frattempo (un grande, l’ho già detto?) nonostante la pioggia in compagnia della consorte viene a salutarci in spiaggia. Ci avvisa che purtroppo per la gara sarà controproducente cercare di selezionare la taglia. Se si vuole cercare almeno di non sfigurare dovremo cercare di prendere il maggior numero di prede possibile. Và detto che i pesci sottomisura devono essere riposti in un secchio pieno d’acqua e, dopo esser stati misurati dai giudici di campo e annottati nel cartellino, rilasciati immediatamente. Ci sarebbe piaciuto cercare il pesce di taglia ed ad essere sinceri ci abbiamo anche provato, dedicando una seconda canna che in gara non si potrà usare in contemporanea ma di bestioni in giro manco l'ombra, peccato.
    Notiamo subito l’atteggiamento cordiale dei pescatori locali. Infatti quasi subito si fa amicizia con il pescatore Olandese e, comunicando in lingua inglese, questo subito è prodigo di suggerimenti e di consigli.
    Stiamo pescando in marea calante. In questa fase se si vogliono prendere pesci sono essenziali due condizioni : essere a ridosso delle palizzate in legno conficcate lungo la spiaggia (per evitare le erosioni), perché sembra che di fronte a queste ci sia più attività; se ubicati al centro (tra le due palizzate) occorre posizionare le nostre insidie molto lontano. Occorre perciò essere dotati di buone e potenti canne e soprattutto di buona tecnica di lancio. Il palliativo di utilizzare fili sottili in bobina è inutile, il rischio di incaglio è molto elevato e spesso occorre forzare molto per “schiodare gli spike” dal fondo, per cui sotto il 28 o ancora meglio il trenta è preferibile non scendere . Già dal primo giorno son parecchie le parature che lasciamo in mare.
    La pioggia scrosciante ci abbandona, anche se ogni tanto una “ripassatina” giusto per temprare la nostra voglia di pesca, non ci viene risparmiata.
    La serata finisce in ristorante a gustare la cucina Olandese e devo dire che non ci siamo trovati male. Della birra nemmeno ne parlo, decisamente fuori concorso.


    Domenica 4 Aprile

    Che strano iniziare la mattina della domenica di pasqua facendo la spesa in un supermercato. Anche oggi proveremo a pescare per cercare di migliorare la prestazione del giorno precedente quindi meglio avere in casa un po’ di provviste, di tempo ne avremo a disposizione veramente poco. Inoltre dobbiamo preparare altre parature visto che sicuramente ci capiterà durante la gara di poterne perdere ancora parecchie.
    Per fortuna oggi il tempo è più clemente. Il cielo è coperto fa un po’ di freddo, nulla che possa spaventarci.
    La temperatura è più che accettabile, intorno ai sette gradi, si può provare varie soluzioni in tranquillità. Peschiamo sempre in fase di marea calante e la scelta non è casuale in quanto la gara si effettuerà con queste condizioni. Ci rammarichiamo perché pare che la condizione più favorevole per la pesca dovrebbe essere in marea crescente. Però supponiamo che in quella spiaggia avendo la marea anche escursioni anche di un metro e novanta e di conseguenza la spiaggia si riduce (o aumenta) di almeno duecento metri, e forse più, abbiano deciso che è meglio gareggiare in condizioni di bassa marea.
    Non si può dire che la spiaggia non sia affollata. Una miriade di persone, e di cani, la invade allegramente tra chi fa la corsettina dimagrente, bambini che giocano, innamorati che si sbaciucchiano e stranieri bardati in modo strano che lanciano vermi in acqua… tutti insieme appassionatamente.
    Oggi abbiamo esche sempre dello stesso tipo ma più piccole, ce le ha procurate, manco a dirlo, il solito Hans che ormai ci tratta come fosse mamma chioccia e noi i suoi pulcini. Ci spiega che queste sono più efficaci delle altre, sono più catturanti e quelle usate dagli agonisti più esperti. Ci spiega anche come combinarle nell’amo. L’esca deve essere abbondante, possibilmente è preferibile innescare prima un lugworm e poi in sequenza due o più tremoline locali. Stessa sorte per l’innesco del cannolicchio.
    La mattina in spiaggia ci raggiungono e ci fanno compagnia nella pesca anche Hans, la sua consorte e altri due atleti del suo club Olandese.
    Osservandoli cerchiamo di carpire qualche segreto della loro azione di pesca. Roberto nota, non per niente è uno dei migliori e completi agonisti italiani e meritatamente commissario tecnico della nazionale Italiana di surf casting, che gli olandesi innescando la sequenza dei vermi li fanno scorrere fin sopra l’amo, lasciando questo completamente scoperto. Proviamo a farlo anche noi e ci rendiamo conto che con questo piccolo accorgimento le tremoline, nella inevitabile violenza del lancio, si rovinano di meno. L’amo con il suo occhiello (utilizzano Aberdeen con occhiello) ammortizzano un po’ la pressione delle esche verso la sua punta, pressione dovuta alla violenza del lancio.
    Si passa una bella mattinata di pesca tutti insieme, tra triplette, coppiole e parature perse, l’impressione è che sarà dura. Gli olandesi pescano tutti più di noi eccezione fatta per Roberto che tiene alto l’onore. Non posso non notare che però questi si mostrano sorpresi del fatto che qualche preda riusciamo a catturarla anche noi. Evidentemente non era una cosa cosi scontata.
    La sera si passa in casa preparando terminali e legando ami fino a tarda sera. Buona pasqua a tutti.


    Lunedi 5 Aprile - LA GARA

    La mattina ci si sveglia presto, occorre essere alle nove al raduno previsto in un paese non molto lontano da dove alloggiamo ma, viste le strade colme di sensi unici, di cartelli per noi incomprensibili e varie ed eventuali, preferiamo metterci in moto prima.
    Arriviamo puntuali e incontriamo una marea di gente. I concorrenti che partecipano per la classifica individuale sono 300. Essendo una gara oltre che individuale anche a squadre, ciascuna è composta dai 5 elementi ( infatti siamo in cinque), ci saranno 60 squadre a contendersi la vittoria in questa categoria.
    In mezzo a tanti volti sconosciuti incontriamo anche qualche volto familiare. Diversi agonisti sono conosciuti da Roberto in quanto componenti di nazionali varie e altri anche da me in quanto hanno partecipato al Magrini in Sardegna.
    Dopo aver osservato la mappa e aver sfoggiato le mie qualità di topografo nell’individuare le zone a noi assegnate e non dopo aver fatto fuori “qualche” birretta ci avviamo verso le postazioni.
    L’inizio della gara è previsto alle ore 11.00. Dopo aver scaricato Andrea e Roberto Accardi presso le loro postazioni, l’altro Roberto e Mauro sono con un'altra macchina, parcheggio e mi avvio a mia volta verso il posto assegnato.
    La gara è con la formula a picchetto. I settori sono cinque tutti da sessanta concorrenti e tra le palizzate devono necessariamente trovare posto almeno 12 atleti, insomma un po’ strettini e tremo solo al pensiero che la micidiale combinazione vicinanza e corrente impetuosa potrà creare.
    Si pesca solo con una canna, per fortuna, e la gara ha inizio alle ore 11,00 di mattina e terminerà alle 15.00 pomeridiane, quattro ore.
    La mia posizione, la 191, è proprio quasi di fronte al nostro alloggio e questo non mi fa piacere perché avrei preferito pescare in un altro punto. Il vantaggio è che conosco già, avendo provato proprio li nei giorni precedenti, cosa mi aspetta e come dovrei impostare la tattica di gara.
    Purtroppo mi hanno posizionato verso il centro della porzione di spiaggia delimitata dai pali, tra me e quelli più vicini ci sono vari concorrenti e quindi so già che devo cercare la distanza.
    Il 30 in bobina e la vicinanza degli avversari mi fanno incontrare subito difficoltà nell’esecuzione del lancio dove già di mio non eccello. Penso che questa è la volta buona che accetterò gli inviti di Franco (Bambù) e andrò a migliorare le tecniche di lancio.
    La marea è come previsto, in fase calante anzi cala più dei giorni precedenti e questo non era previsto. I pesci sono distanti, avevamo previsto anche questo solo che oggi paiono più distanti rispetto ai giorni scorsi.
    Alla mia sinistra ho diversi concorrenti molto giovani e intuisco qualcuno anche molto inesperto (forse tedesco?) in quanto noto che pesca con un terminale con paratura scorrevole, una follia, infatti finirà la gara con zero prede.
    Alla mia destra mi ritrovo un energumeno olandese grosso come un armadio e alto almeno un metro e novanta. Questo sarà alla fine quello che nel mio tratto di spiaggia pescherà più di tutti, diciannove prede in totale, tutte catturate oltre il possibile. La violenza del lancio di questo colosso è impressionante, con una ripartita shimano in tre pezzi lunga a occhio cinque metri, senza nemmeno poggiare il piombo a terra, questo spara delle bordate impressionanti. Usa una paratura composta da tre terminali equamente distribuiti lungo il trave lungo circa 1.80 max 2 metri e dai braccioli corti dello spessore dello 0.25, piombo 6 once.
    Le esche noto subito che sono quelle che ci ha indicato Hans, innescate esattamente nella combinazione suggeritaci.
    Durante uno dei suoi lanci seguo con attenzione il suo piombo mentre vola verso l’orizzonte. Esegue con facilità irrisoria lanci fenomenali. Mi rendo conto che tra il migliore dei miei lanci e il peggiore dei suoi soffro di almeno una ventina di metri.
    Di fatto lui raggiunge la fascia dove ci sono i pesci, io no.
    Il tempo passa e il “gigante” continua pazientemente e instancabilmente a collezionare prede, non prende pesce ad ogni lancio evidentemente anche lui non sempre riescea raggiungere la “fish zone”. Quando ci riesce il flatfish arriva puntuale.
    Oltre metà gara osservo il pescatore che, alla mia destra, è il più vicino ai pali. Questo pur eseguendo dei lanci ridicoli e con una tecnica da far accapponare la pelle da quanto è inguardabile ha cinque prede al suo attivo, quello accanto due, non mi pare anch’esso un grande lanciatore ma è abbastanza vicino ai pali. Alla mia sinistra oltre me una bella fila di “sturrati”. Beh se non altro sono in compagnia.
    I giudici, a precise cadenze, passano a controllarci e misurano i pesci presi liberando immediatamente le prede sottomisura. Ogni volta che passano mi guardano sorridenti e domandano – fish?- al mio diniego sorridono compiaciuti, come se fosse scontato che non ne avessi preso, e proseguono. Che fastidio ma sono ospite e sorrido.
    Oramai non è più in gioco la vittoria, forse non lo è mai stata dall’inizio visto il gap con il nostro tipo di pesca, ma l’onore si. Qualche maledetto pesce piatto deve finire nel mio secchio per cancellare l’onta e lasciarmi alle spalle in classifica qualche agonista locale.
    Noto che se le lenze si incrociano tra loro nessuno si lamenta. Da noi succederebbe un quarantotto con il solito cafone che dopo averti lanciato , lui, la lenza sopra la tua ti urla con cadenza da cagliaritano di Sant’Elia - e tira dritto chi sesi tottu trottuuuu..- e parolaccia al seguito.
    Anzi, ognuno lancia dove gli pare, il gigante alla mia destra lancia tranquillamente e volutamente ora a sinistra ora a destra e pesca praticamente davanti a me portandomi via i pesci. Inizialmente pensavo che nessuno si lamentasse per via della sua stazza invece questa situazione per loro è normale.
    Devo dire che nonostante l’aspetto inquietante il gigante si dimostra molto gentile. Ad un certo punto mi avvicino, dopo l’ennesima sua cattura, per fargli i complimenti. Lui mi guarda, mi ringrazia e subito mi chiede se ho esca adeguata. Capisco che cerca di spiegarmi la combinazione da usare e mi mostra le esche da usare. Gli spiego che fin li sono a posto, ho l’esca giusta e anche la combinazione paratura e sequenza delle esche è corretta. Allora mi spiega, tutto in inglese naturalmente per quel poco che almeno io riesco a farfugliare, che bisogna lanciare lontano.
    Rido e rispondo che anche questo l’ho capito ma dove arriva lui non arrivo io, ride anche lui e mi dice Ok impegnati di più allora.
    Così faccio. Prendo coraggio e cerco di angolare il lancio eseguendo il mio "merdaground"(cit.) avendo cura di aspettare che alla mia destra non ci sia nessuno in quel momento, non vorrei fare fuori un olandese. Cerco di impegnarmi al massimo.
    La marea non ne vuole sapere di invertire la fase e quindi la situazione rimane costante, i pesci sono lontani. In mio soccorso arriva una situazione a me favorevole. La corrente oggi pare essere svanita, provo un piombo senza spike e regge benissimo, quindi posso utilizzare piombi da cinque once . Essendo negato nel lancio con questa grammatura riesco a rosicchiare qualche metro in più, inoltre le parature sono passate da tre a due soli ami per ridurre l’attrito con l’aria e favorire la gittata.
    Beh, non è che abbia fatto sfracelli ma il risultato di questa strategia, chiamiamola così, mi porta ad acchiappare una tracina locale seguita dopo un po’ da un pesce piatto di modeste dimensioni.
    Passano i giudici e alla solita domanda - fish? – la risposta stavolta è- yeeeeeeeesssssss…-
    Chi non pratica l’agonismo non può comprendere quanta soddisfazione ti può dare pescare due “pescetti”, quanto questi siano sudati e quanta importanza possano avere per la classifica … e per l’onore del club.
    Non sapendo cosa stanno facendo i compagni anche rosicchiare una penalità potrebbe essere importante.
    Chiudo la gara con queste due prede, entrambe rilasciate, ma con la soddisfazione che alla mia sinistra in parecchi pescatori locali hanno chiuso la gara con un bello zero nel tabellino. L’onore, almeno quello, pare salvo per ora.
    Subito smonto velocemente, per quanto riesca, e corro a prendere gli altri. Roberto ha preso diversi pesci e perso un infinità di parature, anche Andrea ha preso diversi pesci ma nel suo settore hanno pescato tutti e pare anche tanto, mah vedremo. Raggiungiamo gli altri due, l’altro Roberto che ha preso quattro prede e non è andato male e Mauretto Schiavoni retrocesso da pennellino a capottino, almeno per questa volta, capita anche ai migliori e sul fatto che lui sia un valido agonista non ci piove.
    Alla fine il risultato sarà Roberto Accardi primo degli “Italiani” se non erro 36° nella classifica generale su 300, direi decisamente non male e come squadra risultiamo esserci classificati 29° su 60. Direi che esserci lasciati dietro tante squadre locali solo con due mattinate di prova e per poche ore e in condizioni così diverse dalle nostre non è poi cosi male.
    Consoliamoci così dai …


    All’amico olandese

    Se finora il tema è stato trattato con leggerezza e allegria, purtroppo, ora occorre fermarsi un attimo e cambiare tono.
    La vita sappiamo tutti com’è. Bella e terribile allo stesso tempo, tutto il tempo che si riesce a vivere serenamente è un dono del cielo e spesso non ce ne rendiamo conto.
    Abbiamo scherzato, bevuto in compagnia, passato insieme una giornata di amicizia dedicata ad una passione che ci accomuna tutti: la pesca.
    Per un amico olandese questa è stata una giornata speciale arricchita da un risultato di prestigio ottenuto meritatamente con bel piazzamento in gara. Chi ama questo sport sà che certe emozioni non capita di viverle tutti le volte.
    Questo ha sicuramente reso la sua giornata, contornata finalmente da un bel sole, ancora più dolce. Chissà con quanta soddisfazione avrà osservato il trofeo appena vinto, con quale gioia lo avrà condiviso con i suoi compagni.
    Non poteva sapere che per lui sarebbe stata una giornata ancora più speciale. Quella che tutti noi, prima o poi, dovremo affrontare nella vita e quando capiterà non ci potranno essere repliche.
    Lasciati i compagni, appena poco fuori dal luogo del raduno, un incidente improvviso ha cambiato tutto. Uno scontro tra la sua autovettura e un pullman in transito lo ha portato via da questo mondo, dal suo mare, dai suoi amici, dai suoi cari.
    I bei momenti vissuti fino a quel momento si sono tramutati improvvisamente in angoscia e in dolore e la sensazione di impotenza che si incontra di fronte a sorella morte, che ben conosco, ha nuovamente assalito me come tutti gli altri.
    “Non sappiamo né il giorno né l’ora” Noi che oggi abbiamo ancora la fortuna di poter raccontare di una gara di pesca,cerchiamo di imparare a valorizzare questi momenti della vita come se poi non avessimo nient’altro da fare, come fosse l’ultima cosa che facciamo perché potremmo veramente non avere più un’altra occasione. Solo questo possiamo fare oltre che, se uno ha fede in Dio, pregare.
    Forse un giorno non sapendo cosa ci aspetta dietro quella porta oscura ci rincontreremo. La nostra speranza è che potremo, in un'altra dimensione, pescare ancora una volta insieme in serenità e allegria, con il cuore in pace come in questo giorno di Aprile.
    Quindi arrivederci amico pescatore, tutto l’hippocampus si stringe intorno agli amici olandesi che hanno perso un compagno, ai tuoi cari e alla tua famiglia. Le più sentite condoglianze e che tu possa riposare in pace
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    Edited by gu! - 10/4/2010, 11:21
     
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    Il muggine non si pesca... SI INNESCA!

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    Bella esperienza...
     
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    complimenti x il raconto,fantastico....mi hai fatto venire i brividi,mi pareva di esserci!!! :wub:

    vabbè,io non faccio testo,ho la doppia nazionalita italiana e olandese da parte di madre,pero'....

    ri-complimenti,stupendo,mi hai lasciato senza parole!!! :lol:


    proprio in questo periodo stavo pensando la prossima volta che salivo di portare un po' di roba con me,ora qualcosa in piu'(parecchio :woot: ) lo so,grazie!!! :P





    p.s. condoglianze al fratello olandese....allucinante.... :(
     
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    Gruppo-Padre del Surf,madre ignota ma mignotta.

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    Giuro non ho letto.Però bravissimi mare diverso dal nostro,posto stupendo.
     
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  5. bobbe_
     
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    CITAZIONE (cdhanto @ 8/4/2010, 20:21)
    Giuro non ho letto.Però bravissimi mare diverso dal nostro,posto stupendo.

    Manco io :P ,bravo Enrico.
     
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    Grazie Enrico!
    Grazie per aver voluto condividere la tua esperienza,
    grazie per la maestria con cui ci coinvolgi,
    grazie per le sensazioni che trasmetti con le tue parole.

    Io non c'ero, non ho avuto l'onore di conoscerlo ma mi sento vicino alla famiglia e agli amici del pescatore olandese scomparso.
    R.I.P.
     
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    Il surfcasting non è un modo di pescare ma una filosofia di vita
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    Una bellissima esperienza Enrico queste sono le cose belle della pesca in qualsiasi parte del mondo vai quando trovi persone che amano il mare e la pesca allora ci si accorge che non esistono frontiere
    Per l'amico olandese che riposi in pace
     
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    terrore del pabulum

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    Epici...grandi Enrico, Brakardi & Co. ;)
     
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  9. riccio58
     
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    Non amo scrivere pero' un reportage cosi' ben fatto merita un plauso:bravo Enrico ( per quello che puo' contare il mio parere). :)
    Spiacente per il collega pescatore olandese, mi associo alle condoglianze.

    P.S.Dopo aver saltato la scorsa edizione del Magrini, spero di incontrarti quest'anno.
     
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    Shardana ...e pescatore simpatizante....

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    Enrico, sinceramente non avevo voglia di leggermi tutto il report e per un attimo son stato tentato di chiudere con un commento del tipo "bel racconto" ecc.
    Poi stavo per scriverti, tutto ste parole per due pescetti.....ma son arrivato, con fatica, fino alla fine, e ho colto tutta la tristezza che mi pareva di intuire e che traspariva dal tuo diario.
    Era alla fine il vero report di vita, e capisco il tuo stato d' animo.
    La pesca ci apassiona, il mare ci fa sentire piccoli e la vita è solo un attimo.
     
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    Sindagu de Scraffingiu

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    CITAZIONE (silviosenis1 @ 8/4/2010, 22:11)
    Enrico, sinceramente non avevo voglia di leggermi tutto il report e per un attimo son stato tentato di chiudere con un commento del tipo "bel racconto" ecc.
    Poi stavo per scriverti, tutto ste parole per due pescetti.....ma son arrivato, con fatica, fino alla fine, e ho colto tutta la tristezza che mi pareva di intuire e che traspariva dal tuo diario.
    Era alla fine il vero report di vita, e capisco il tuo stato d' animo.
    La pesca ci apassiona, il mare ci fa sentire piccoli e la vita è solo un attimo.

    Si Silvio, abbiamo cercato anche la preda importante, almeno nei giorni che abbiamo pescato per i fatti nostri e non in gara, ma come sai in poche ore e in un mare a noi sconosciuto non è facile riuscire nell'impresa, non è facile nemmeno nel mare che noi conosciamo, figurati lì. Mettiamola così: è stato come quando uno fà un report per una sturrata cercando comunque di dare info utili agli altri .
    Poi ho scritto tanto perchè mi piace cercare di comunicare le emozioni che provo, condividere la mia esperienza e in questo viaggio per motivi che puoi ben capire emozioni ne ho provate tante, anche solo e semplicemente nell'entrare in contatto con persone di usi e cultura diversa dalla nostra. Ti ringrazio per esserti sforzato nella lettura anche se nessuno ti obbligava a farlo se non eputavi importante la cattura di due pescetti, la prendo come una dimostrazione di stima nei miei confronti, stima peraltro ricambiata nonostante possa esserci qualche diversità di vedute tra noi su alcune cose.
    Infatti l'agonismo può piacere o no, ma non sono solo i due pescetti che contano sono le persone e le loro passioni, le loro storie, la loro cultura, la loro amicizia... la capacità di confrontarsi serenamente.
    E' a questo che io guardo e che mi interessa. Tutto il resto pesci grandi o piccoli, agonismo o surfcasting, alla fine per me è solo contorno.
    P.S.
    i due pescetti li ho presi alla gara, nei giorni di prova abbiamo pescato parecchi pesci piatti anche se nessuno di misura eccezionale ma vari erano anche discreti. Io ho rilasciato tutti i pesci che sono sopravissuti alla cattura, praticamente quasi tutti essendo pesci molto resistenti.
     
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    ci credi che mi hai fatto piangere? :cry:

    il finale è troppo triste!

    Edited by poppyCA - 8/4/2010, 23:45
     
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    grande Enrico bellissima esperienza, beati voi

    condoglianze per l'amico pescatore scomparso...che storiaccia :(

     
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    Roberto Accardi

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    Chicco hai fatto un capolavoro di racconto: bravo davvero.

    Aggiungo poco... questi eventi servono a migliorare tecnicamente, ad ampliare la propria esperienza. Ma non solo.
    Servono anche a conoscere meglio persone che sono nel tuo stesso club da tanto tempo, ma che come spesso accade, non conosci mai bene sino a quando non ci convivi per diversi giorni. Per me è stata una occasione per conoscerti ulteriormente, e non posso che confermare ciò che prima poteva essere una sola e semplice impressione: sei una persona splendida...
     
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36 replies since 8/4/2010, 18:03   1035 views
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